Redazione – Si torna a parlare di contributo di sbarco. Dopo i botta e risposta di fine estate tra maggioranza e opposizione il balzello per ci mette piede sull’isola di Arturo torna a far discutere.
Sull’argomento è intervenuto Peppe Giaquinto che da anni si batte per l’eliminazione della tariffa “non residente” per i procidani che vivono fuori dall’isola.
«Nella prossima seduta del consiglio comunale fissata per dopodomani al punto n. 11 dell’ordine del giorno figura “modifiche regolamento contributo di sbarco”. Al momento non ci è dato conoscere di quali modifiche si tratti. L’auspicio è ovviamente quello che vi risulti inserito il tanto reclamato esonero dal pagamento del contributo di sbarco per i “Figli di Procida”. Una battaglia che portiamo avanti da tempo e che ha visto, nel frattempo, molte altre isole italiane provvedere alla modifica dei propri regolamenti per esonerare chi è nato, o anche residente alla nascita, come nel nostro caso, unitamente ai loro nuclei familiari, dal pagamento dell’iniquo contributo.
Del resto anche i nostri ripetuti appelli hanno convinto, nel tempo, molti, tra cui organi di informazione, l’opposizione in consiglio comunale, politici della vicina isola d’Ischia, come l’on.le Maria Grazia Di Scala ed il prof. Nicola Lamonica, la Federconsumatori Campania,lo stesso valente segretario del PD locale che ha annunciato segni di apertura verso l’iniziativa.
Gli unici a mostrare resistenze sono stati proprio i componenti dell’amministrazione comunale che, accampando giustificazioni di tipo contabile, hanno sempre rinviato la questione, nonostante il Sindaco si fosse palesemente detto persuaso dalla bontà dell’iniziativa ed impegnato a risolvere la questione. Voglio evidenziare che solo in questo anno 2018 molti comuni isolani hanno provveduto a modificare i loro regolamenti per esonerare chi, nel rapporto con le rispettive isole, non poteva essere considerato uno “straniero”.
Cito tra tutti l’Isola d’Elba,il Comune di Porto Torres, il Comune di Carloforte, le isole Eolie, l’isola di Ponza. In tutti è nata la consapevolezza che applicare una tassa per lo sbarco a chi è nato ed ha vissuto una parte della propria vita sulle isole e poi è “emigrato” per necessità lavorative o familiari,non può e non deve essere considerato un estraneo. Proprio in questi giorni, il comune di Carloforte, in Sardegna, ha approvato un nuovo regolamento da cui è possibile estrapolare il comma più appropriato per riscrivere anche il regolamento del Comune di Procida.
Il comma dice: “Sono esentanti dal pagamento del contributo di sbarco, tra gli altri, tutti i cittadini nativi nel nostro Comune ancorchè non residenti e i cittadini emigrati in altri Comuni. Per entrambi sono esenti dal pagamento anche i rispettivi nuclei familiari”. Questo ci sembra un buon esempio di inclusione e di rispetto per chi, per necessità varie, ha dovuto lasciare l’isola.
Abbiamo già avuto modo di chiarire che laddove, per altri, l’estensione si riferisce ai nati sull’isola e ai loro nuclei familiari per noi si tratterebbe di indicare che sono esentati, almeno, tutti quelli che alla nascita risultavano residenti a Procida unitamente ai loro nuclei familiari. Un incidenza sul bilancio comunale di poche migliaia di euro che certamente non avrebbe compromesso le finanze comunali, visto anche i plurimi utilizzi di risorse pubbliche di questi ultimi tempi, e che sarebbe in parte stato recuperato dalla maggiore presenza sul territorio di interi nuclei familiari di origine procidana con una maggiore spesa economica sull’isola.
Voglio ricordare che lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della cerimonia di inaugurazione dell’anno scolastico 2018/29019 sull’isola d’Elba, ha rivolto un saluto a tutti coloro che vivono sulle isole e a chi per motivi di studio e di lavoro vive altrove, invitando tutti ad uno sforzo per rinsaldare e far rimanere vivi ed inclusivi i rapporti di questi ex isolani con le proprie terre di origine.
Concordiamo poi, perfettamente, con l’appello lanciato dal prof. Lamonica quando indica l’applicazione del contributo di sbarco a chi può considerarsi a tutti gli effetti un “Figlio di Procida” come la mercificazione di sentimenti e vincoli affettivi che non esprime solidarietà nè coltiva un senso di appartenenza all’isola e alla propria comunità. “Siamo chiamati ad affermare valori piuttosto che numeri”, ha esternato il Prof. Lamonica. Ecco perchè vogliamo lanciarel’hashtag #notassafiglidiprocida nel tentativo di smuovere ulteriormente le coscienze di chi deve provvedere ad eliminare questo assurdo balzello dal biglietto dei “Figli di Procida”. Proviamo a far sentire la nostra condivisone. #notassafiglidiprocida.