Redazione – Piove sul bagnato. Come se non bastassero i disservizi che quotidianamente siamo costretti a raccontare, da qualche giorno si è aggiunta anche la chiusura del Banco di Napoli a “for o’Puzz”. Una bella grana iniziata già qualche mese fa e tamponata da una trentina di giorni a questa parte, con l’utilizzo di un camper. Non proprio un bel vedere e un buon servizio quello offerto ai tanti correntisti, ma tant’è. Ieri l’altro, la chiusura definitiva anche del Camper e con la possibilità addirittura di cambiare sede.
Stando a qualche bene informato – infatti – pare si stia cercando una nuove sede per la filiale di Procida. Fatto sta che nel frattempo la gente è rimasta “appesa”. Sulla improvvisa chiusura degli sportelli dell’agenzia del Banco di Napoli a Procida, interviene Giuseppe Giaquinto:
“Il vecchio, glorioso Banco di Napoli di via Vittorio Emanuele è chiuso. E non perché da qualche giorno il Banco di Napoli è stato definitivamente incorporato in Intesa Sanpaolo. Non solo perché scompare l’istituto tra i più antichi d’Italia, fondato nel 1539, le cui origini risalgono ai banchi pubblici gestiti dalle opere religiose. Sfumano così 500 anni di storia, con una fusione per incorporazione, avviata 10 anni fa, nel primo gruppo bancario italiano per capitalizzazione. I 2 milioni e 200 mila correntisti cambiano Iban e si vedranno catapultati virtualmente in un mega colosso con sede a Milano. Fine dell’autonomia per una banca che ha attraversato la storia d’Italia.
A Procida l’avvenimento assume connotazioni ancora più drammatiche poichè da qualche giorno le centinaia e centinaia di clienti della storica Banca dell’isola non hanno trovato neanche quegli sportelli di emergenza approntati nel cortile della filiale, a seguito di importanti lavori che interessano da non poco tempo i locali della storica sede. Cancelli sbarrati e nessun orientamento per i tanti utenti dell’isola e non solo. A farne le spese soprattutto anziani e persone non in possesso neanche del bancomat che si sono vestiti negare la possibilità di effettuare qualsiasi operazione bancaria, prima fra tutte il prelievo delle proprie competenze. Soldi propri che restano chiusi nelle casseforti bancarie e nessun servizio alla propria clientela erogato. Una decisione improvvisa, dovuta certamente a cause di forza maggiore, pare alla certificata inidoneità dei locali provvisori effettuata dalla autorità competente, ma che, non per questo, va tenuta nascosta, omettendo ogni opportuna informazione e fornendo ogni doverosa certezza sulla fine dell’enorme disservizio. A farne le spese, dicevamo, soprattutto anziani, ma anche commercianti, impiegati, professionisti, semplici correntisti. Qualcuno, con evidente necessità di liquidità e sprovvisto di bancomat per prelevare presso altri sportelli, si sta recando, con non pochi sacrifici, nella vicina isola d’Ischia.
E’ inizio mese, arrivano sui conti correnti stipendi e pensioni.
Ci chiediamo come mai dall’istituto non arriva nessuna notizia ufficiale? Perché i dipendenti sono stati messi in ferie? Perché un’azienda con un rapporto consolidato col territorio procidano non ha programmato diversamente l’inutilizzo dei locali e non ha provveduto a fittare temporaneamente dei locali sostitutivi idonei per continuare a svolgere il proprio compito istituzionale?
Abbiamo raccolto tantissime lamentele in giro e la gente sta vivendo questa chiusura inattesa come un vero e proprio tradimento. Quella Banca che, un tempo, era l’orgoglio del territorio, oggi, sta deludendo e non poco i propri clienti abbandonati a se stessi.
Per tutelare l’utenza e la cittadinanza credo vadano innanzitutto chiarite le ragioni del disservizio e i tempi di ripristino della normalità da parte dell’Azienda. Se questo non avverrà in tempi celeri siamo pronti ad attivare l’associazione consumatori per tutelare i diritti dei clienti bancari e dei risparmiatori.