• Ven. Nov 22nd, 2024

TGPROCIDA

Raccontare il presente, capire il futuro

IL PUNTO DELL’AVVOCATO LUBRANO. GENTE DI MARE, GENTE DI PROCIDA: PROCIDANI NEL MONDO, PROCIDANI PER SEMPRE

Ditgprocida

Dic 28, 2018

Porfilio Lubrano – Il sorriso talmente dolce, da imprimere svolte di interiorità sempre più intense, rendeva – per rendere sempre più – il quadro come il disegno e persino gli elaborati, scritti ed immagini, indelebili più del tempo che non passa mai facendoci invece passare nel tempo, facendo specie per ogni essere umano orgoglioso di sentirsi procidano per sempre, in ogni giorno, in ogni attimo della propria vita, anche e soprattutto se costretto dalla vita stessa a trovarsi lontano . Di talchè la lontananza rafforza i sentimenti addirittura più del vento che con ogni alito sembra sussurrare il senso dell’attaccamento viscerale alla propria terra di origine, della estrazione più genuina del sentirsi cittadini del mondo ma come procidani cosmopoliti, rendendo in tal modo armonico contemperamento fra l’indissolubile profilo identitario del procidano con l’integrazione con altri popoli, altra gente con cui ci si confronta e ci si arricchisce vicendevolmente grazie all’indotto mare. Cosi Procida, la notoria storia della sua prestigiosa marineria che si è fatta apprezzare in tutto il mondo, dando lustro ai conterranei tutti, ad esempio ha importato ed esportato con i traffici marittimi, cultura e tradizioni diverse, usi e costumi variegati, inneggiando dunque le vele dell’apertura mentale alla integrazione dei popoli, foriero di pari dignità secondo la logica del “ tutto è in tutto “, come se sin già dai filosofi pluralisti anteAristotele tutto sembrava già scritto nelle più alte note intonate al paritario e libero coesistere. Il mare è dunque una risorsa a 360 gradi che – ad altro esempio – ha contribuito in modo rilevante a far conoscere gli ormai famosi limoni di Procida al mondo intero, senza sfigurare certamente al cospetto di quelli sorrentini ( giusto per tenerci in luoghi territorialmente prossimi a Procida e con una decantata nomea ), giungendo persino quindi a potere sfatare miti immeritati, ingiustificate disparità di trattamento per diversi strumenti di visibilità, per diverse condizioni paritarie di partenza, insomma ; pertanto è bastata nel tempo una sana/obiettiva visibilità ed insita conoscenza della nostra isola, sicchè  adeguata quanto basta a ritrarre di meraviglioso l’immaginario collettivo ad idioma di una semplice foto che riprende – ad esempio – un pescatore della chiaolella e/o della corricella dissetarsi dalla calura estiva gustandosi una limonata a bordo del suo gozzo, ad esprimersi di  sacrocrasante rappresentazioni della straordinarietà della nostra isola, in quanto tale complessivamente considerata.  Assaporandosi di cotanto gusto del pluralismo nel multietcnico senso del divenire grazie all’indotto mare, pertanto anche le storie personali di chi ha dovuto lasciare Procida per sempre, la porterà sempre nel cuore, fulgido di anima gemella con una accorata melanconia ineffabile e soave, ben consapevole che ciò che arricchisce interiormente – in fondo – è sempre quella parte della vita in cui ci formiamo a contatto con i valori più genuini e perciò nobili, a nobilitare l’animo umano di solidarietà e mutualismo, ovvero nella spinta interiore che ci proviene da quel fanciullo di cui tutti comunque siamo stati e siamo appartenuti, anche senza avere la pretesa di scomodare la poetica pascoliana. Cosi partecipandoci del nostro essere per essere completamente noi stessi, interezza per il “ do ut des “ nel sinallaggmatico senso che conferisce compimento alla necessità della comunità per sentirsi adegutamente in comunità, eccoci dunque a rimarcare l’alba del coesistere; un’alba tanto splendente e cristallina da far risorgere persino lo stimolo, la voglia e lo sprono a non temere neanche l’arcano, il mistero dell’universo, del nostro essere comunque troppo piccoli ma ben sempre ingranaggi che contribuiscono ad alimentare l’immenso motore della vita: il pensiero come la coscienza individuali insomma – di tal guisa argomentativa – vi si innescano come di maturità nel discorso ampio ed assorbente del confronto anziché dello scontro fra i popoli. La riprova della bontà ed esattezza di tale complessivo assunto risiede nell’assegnazione di una delle tre borse di studio ad un alunno di Monte di Procida.   Pertanto ed in sintesi, i criteri che hanno ispirato la commissione esaminatrice ( di cui ho avuto il piacere e l’onore di farne parte) non potevano che essere adeguatezza, originalità, immediatezza, ragionevolezza, animando  cosi anche la forma da ritenerla a ragion veduta pure sostanza; la correlazione caratterizzante il dibattito che si è ingenerato si è arricchita di un supporto cognitivo ampio e variegato per le diverse esperienze, per i diversi vissuti  – civili e militari, ad autorevole provenienza –  dei componenti, giungendo quindi ad una selezione imperniata sul massimo profilo della meritocrazia. Più in concreto, dunque ( nello splendido scenario della Chiesa di Marina Grande, illuminato dalla straordinaria esibizione della “ Fanfara “ dei Carabinieri) sono state assegnate n. 3 ( tre ) borse di studio oltre ad una menzione speciale, atteso la grande intensità, la profondità e la logica ermeneutica in ordine ad elaborati-fotografie-disegni di cosi rilevante portata interpetrativa, andando dunque a fondo delle sensibilità esposte, dei sentimenti puri manifestati, in quanto tali inossidabili nel tempo . La profondità quindi come la bellezza, l’incantesimo e la ricchezza del mare ( nel senso complessivamente suesposto)  sono divenute considerazione di un tutt’uno inscindibile ed indelebile, in quanto tale anche e soprattutto nelle sofferenze descritte giacchè anche le lacrime versate per chi non è più a Procida, (si sente tuttavia per sempre Procidano), ovvero come di lacrime che tendono comunque verso l’alto per asciugarsi nelle ciglia come se fosse una rete da pesca ( tipica procidana ) e/o già solo per il ricordo di una nave vista – magari anche solo da lontano dal continente -, ma pur sempre visibile nella  certezza  che quella nave, quella lontana visione, porterà per sempre lo spirito giusto per rivendicare per sempre l’orgoglio e la fierezza di essere figli di Procida, del suo popolo di navigatori – in quanto tale –  presente in tutto il mondo ed su tutte le navi, per raccontarlo ai propri figli ed ai propri nipoti, per i posteri, per raccontarlo cosi a tutti, per Procida, piccola territorialmente ma tanto grande e ricca di storia, da renderla più bella di crescendo nel crescendo della sua conoscenza e conoscibilità. Un figlio di Procida:  Porfilio Lubrano

1 commento su “IL PUNTO DELL’AVVOCATO LUBRANO. GENTE DI MARE, GENTE DI PROCIDA: PROCIDANI NEL MONDO, PROCIDANI PER SEMPRE”
  1. INIZIATIVA IMPORTANTE per una meritata visbilità dell’Isola di Procida nel mondo

Lascia un commento