Pasquale Lubrano – Con la pubblicazione sul Burc Campania il Piano Ospedaliero diventa esecutivo che stabilisce definitivamente per Procida un Posto di Pronto Soccorso con 9 posti letto, come da norme vigenti. Anzi viene precisato che i posti letto sono in tale numero poiché non ci sono le strutture per ospitare i 20 posti letto assegnabili.
Il testo esplicitamente motiva con la sentenza del TAR il cambiamento della iniziale stesura che assegnava a Procida un ambulatorio di primo intervento ed un Ospedale di Comunità con la presenza a turno di un medico di famiglia per assistere persone sottoposte altrove ad interventi operatori e al rientro nell’isola, non avendo parenti che potessero prendersene cura, potevano sostarvi al massimo 20 giorni.
E’ il risultato della forte mobilitazione popolare e del ricorso alla giustizia amministrativa, come punto di partenza per ottenere la maggior tutela per le urgenze ed emergenze sanitarie, inopinatamente negata rispetto alle altre due isole flegree, benché la legge esplicitamente lo prevedesse in quanto località disagiata.
Era questa la premessa per poter chiedere che in tempi brevi si passi alla fase attuativa. Lo stesso piano riporta, come peraltro è noto, che sono disponibili i fondi necessari per l’adeguamento della struttura del Presidio i Via De Gasperi.
La prossima iniziativa amministrativa deve essere la formulazione del nuovo piano aziendale da parte dell’ASL NA 2 che sarà definito entro il mese di marzo e che si ostina a ridurre i servizi.
In ogni caso il Consiglio Comunale nei mesi scorsi all’unanimità aveva approvato un OdG, di iniziativa da parte del gruppo “Per Procida”, con cui impegna l’Amministrazione Comunale a porre in atto le opportune azioni e sollecitazioni sia presso l’ASL che la Regione, affinché si passi alla messa in atto del Piano e ad una soluzione delle altre carenze dei livelli di assistenza. Un passo fondamentale è stato compiuto con l’aver ottenuto la modifica del precedente Piano, senza la quale ogni discorso era precluso. Si apre questa nuova fase per superare le resistenze dell’ASL.
Sorprende che ci sia in giro ancora qualcuno travestito da opinionista che recrimina e schernisce i procidani e le forze politiche che si battono per ottenere la tutela delle urgenze ed emergenze, preferendo una situazione in cui l’unica possibilità di salvezza fosse la motovedetta o l’elicottero.
Peraltro le estemporanee esternazioni a mezzo stampa ed in rete riguardano in parallelo il Pronto Soccorso e Vivaro. Passi per qualche buontempone che va preso come tale ma ci delude e rammarica un noto medico e cittadino onorario di Procida che, sermone compreso, condivide le cianfrusaglie dell’altro e tratta la vicenda Pronto Soccorso ritenendo che i procidani si siano trastullati tra proteste e ricorsi senza aver capito nulla delle loro esigenze sanitarie. Volendo dare per scontato che conosca la normativa vigente, i contenuti del Piano Ospedale contestato e le esigenze dei procidani, non riusciamo a comprendere come abbia potuto esternare con tanto sussiego valutazioni palesemente risibili e prive di qualsiasi aderenza alla realtà. Venivano annunziate scomode verità che si sono ridotte a considerare i procidani dediti a trastullarsi con il giochino “Ospedale sì, Ospedale no”, un po’ di sfilate da protestanti per mettersi in mostra e lieti di rimetterci un po’ di moneta per spese legali al fine di condire la minestra. Né è dato sapere, secondo lui, cosa si dovesse fare di fronte a un Piano Ospedaliero che calpestava e discriminava diritti fondamentali dei procidani.
Ma non bastava la fumettistica sul Pronto Soccorso, i due si sono avventurati a trattare altri temi come, ad esempio, la fruizione di Vivaro per la quale mostrano di non avere alcuna cognizione.
Viene richiamato con nostalgia il “glorioso periodo del prof. Punzo”, quando si poteva scorrazzare su Vivaro e, a confronto, stigmatizza l’attuale presidente del Comitato di Gestione della Riserva Marinella. A chi non piacerebbe fare i propri comodi?
L’autorevole opinionista dimentica alcune quisquiglie: alla “belle époque” Vivaro non era Riserva Naturale, con le ovvie limitazioni d’uso che, piacciono o no, il pres. Marinella ha solo l’obbligo di farle rispettare. Per inciso la più danneggiata è stata la proprietà (Osp. Albano Francescano) che percepiva un canone di fitto dalla Regione la quale poi non ha pagato per alcuni anni e non ha provveduto a ristrutturare tutti gli immobili come da impegni contrattuali. Anzi quando è stata costretta a rilasciarli li ha riconsegnati devastati con successivo sequestro da parte delle autorità e inagibilità di Vivaro, durata anni fino alla eliminazione del pericolo esterno ma tuttora inagibili. Lo Stato ritiene di non dover pagare nulla alla proprietà né per fitto né per mancato utile per il non utilizzo come azienda agricola.
Quanto alla fruizione pubblica non si comprende quale sia la pretesa trattandosi di proprietà privata. Essa è resa possibile, anche in assenza di fitto, dalla benevolenza della proprietà che consente da anni, senza alcun corrispettivo, la fruibilità possibile con visite guidate a cura del Comitato di Gestione della Riserva.
Abbiamo anche letto l’affermazione da parte di qualche assessore che nulla cambia con la messa in esecuzione della sentenza appellata che annulla la donazione a favore dell’Osp. Albano Francescano e assegna i beni agli eredi Diana. L’affermazione solleva altri non esaltanti dubbi ma, quanto alla pubblica fruizione, é una ipotesi, poiché nessuno può impedire che in assenza di corrispettivo i nuovi proprietari, prima o poi, vietino le visite. A proposito nessuno muove un dito a difesa di una istituzione benemerita che sta subendo una sentenza poco condivisibile rispetto alle motivazioni addotte, anzi c’è chi festeggia senza vergognarsi. In fondo, tra le ipocrisie, bisogna annoverare anche il finto senso umanitario e solidaristico verso i poveri.
Egregio Pasquale
condivido in toto quanto da te detto.
D’altronde, si sa,la ricerca della ” visibilità ” porta certe persone ad esprimere giudizi strambi.. per farsi notare.
Però,voglio fare un passo in avanti ed esprimere il mio pensiero sugli avvenimenti futuri.
Tutti hanno notato che vi è qualcosa che non va.
Nella filiera burocratica sanitaria Regione ASL Comuni ,abbiamo visto che ci sono discrasie,intoppi,disfunzioni. Abbiamo notato come la ASL ,nelle varie fasi del processo rivendicativo dei procidani,abbia sempre ,totalmente, ” snobbato ” ( a dir poco) le risultanze delle sentenze dei vari organismi giudiziari.
Io penso se non sarebbe il caso,visto che si fa fatica a ripristinare ” Il Pronto Soccorso Medico Chirurgico ed Ostretico ” ,com’era fino a poco tempo fa,per vari motivi,
che ,anche il popolo Procidano si affiancasse in questa lotta ,promuovendo tutte le iniziative atte a costringere i burocrati dell’ASL a ottemperare ai loro compiti istituzionali.
Procida non è e non può essere un’isola di serie B.
La Costituzione e le leggi nazionali garantiscono l’assistenza sanitaria gratuita a tutti,specialmente e in particolar modo,alle popolazioni isolane per il loro stato di insularilità.
Dobbiamo scendere in piazza ,e reclamare con veemenza i nostri diritti.
L’albero si riconosce dai frutti che produce. Di frutti, sui due alberi, ce ne sono stati pochi e neanche tanto buoni.