Gino Finelli – Un altro storico personaggio della mia generazione ci lascia. E’ un momento triste poiché si conclude con la scomparsa prematura di Leonardo Primario un’epoca di uomini che non solo amavano profondamente la loro terra, ma che hanno, nel bene e nel male, tentato di costruire per il turismo qualcosa di propositivo, contribuendo con la loro genialità, il loro estro e le spiccate qualità artistiche a mantenere intatte le tradizione ed i costumi.
Conoscevo Leonardo da oltre 50 anni, e lo ricordo da ragazzo sempre intento a progettare, promuovere qualche iniziativa. Ho con lui vissuto un periodo bellissimo della storia Isolana, quando con la realizzazione della Geo- Tenda, esempio allora quasi unico di locale plurifunzionale, fui coinvolto nella organizzazione di eventi sempre con grande partecipazione di pubblico. Fui poi io, negli anni successivi, a chiedergli di collaborare con me nella organizzazione dei miei due congressi internazionali di Chirurgia Endocrina che, con non poca difficoltà di location e di ospitalità decisi di tenere a Procida.
Chirurghi illustri di tutta Europa e, qualcuno anche di oltre oceano, affollarono l’Isola. Non fu facile per oltre 200 persone organizzare, nei tre giorni di permanenza, pasti e cene e, non di certo meno impegnativa, la serata conclusiva che, a buon ragione, conquistò tutti gli intervenuti per l’eleganza, la creatività delle preparazioni e l’accoglienza.
Leonardo era un creativo e il suo innato talento lo manifestava in ogni sua realizzazione che diveniva arte pura quando gli veniva affidato il compito, come ad esempio nella sfilata dei carri a mare per la festa di Sant’Anna ad Ischia, di rappresentare la sua Procida. Amava la musica e si circondava spesso di artisti che accoglieva nel suo ristorante ammirando le loro qualità e riconoscendone con competenza la loro bravura. Aveva anche, come tutti noi, uno spirito critico e spesso polemico, a volte iroso per aver posto fiducia in amministratori locali poi deludenti, a volte entusiasta per le possibilità che qualche affabulatore di turno avanzava per il futuro dell’Isola.
La mattina con la sua Mehari, posteggiata sul molo della marina difronte al suo ristorante, si sedeva al sole con i suoi storici amici e li lo incontravo spesso e sedevo con loro. Appena due anni fa gli affidai il matrimonio di mia figlia e, ancora una volta, non solo non deluse le aspettative, ma fece di più e meglio di quanto gli era stato chiesto.
Pur vedendoci poco e, solo in estate, mi legava a lui un affetto profondo che gli faceva perdonare anche quei suoi frequenti atteggiamenti da Procidano verace.
Leonardo era un uomo poliedrico, a suo modo anche colto e sensibile, poco incline, come tutti i veri artisti, a espressioni ed atteggiamenti plateali, ma aveva oltre che un senso profondo dell’amicizia, un innato carisma poco utilizzato per aver voluto sempre vivere la sua esistenza su quello scoglio che per lui era il vero grande amore.
Un’ epoca si sta lentamente esaurendo per il tempestoso passare del tempo, ma rimane sempre quello che si è realizzato e che ciascuno di noi ha dato e ha saputo rappresentare. Alla fine per noi terreni, che non conosciamo il mistero dell’aldilà, l’eternità sta nel nostro vissuto, in quello che siamo stati capaci di costruire, ma soprattutto in quello che siamo stati capaci di lasciare.
Se Procida, come si usa dire, è dei Procidani, una parte di essa era e rimarrà di Leonardo Primario
Con grande affetto
Grazie,Dottore,per l’eccellente ricordo.Non è facile sintetizzare un’intera vita con tali significative ed endelebili notazioni