Redazione – Che i pescatori fossero alla canna del gas, se ne accorgono solo ora. Ma il vecchio adagio “meglio tardi che mai” potrebbe risultare giusto ed auspicabile ancora una volta se, alla passerella, si desse prosieguo con atti concreti. Vogliamo sperare ancora una volta che sia così dopo che per decenni i pescatori procidani ( e non ) sono stati letteralmente lasciati soli. Basta farsi un giro per le tre marine e contare i pescherecci. Quasi tutti scomparsi. La politica locale regionale e parlamentare per troppo tempo ha delegato nella materia a normative europee astruse e forme concorrenziali del tutto inique. Tant’è che al posto delle rinomate pescherie sono nati ristoranti, bar e vendita di bibite al dettaglio.
Più in generale è la pesca italiana come dicevamo nell’indifferenza della politica e delle istituzioni, che è quasi morta. Ngli ultimi trent’anni, ( come riportava un vecchio studio di repubblica qualche ano fa ) su 8mila chilometri di coste, le imbarcazioni sono diminuite del 34% a 12mila scafi con un’età media di 34 anni. Si sono persi 18mila posti in un settore che oggi dà lavoro a 27mila persone; il 74% del prodotto consumato in Italia è importato, anche da paesi remoti come Cile o Filippine (il famigerato pangasio del Mekong venduto come cernia, il filetto di brosme spacciato per baccalà, l’halibut o la lenguata senegalese commercializzati come sogliole…). Le cause di questa crisi infinita – sempre secondo questo studio – si intrecciano e si rincorrono: la concorrenza dei mari lontani o delle barche croate, albanesi, nordafricane, ha innescato un crollo delle quotazioni del pesce che mettono fuori mercato i pescatori italiani e i loro costi dell’attività (stipendi, gasolio, manutenzione…)
Va dunque salutata con attenzione l’iniziativa come rappresentato nel comunicato stampa:
“La concorrenza spietata delle multinazionali, la crisi strutturale del settore, l’eccessiva burocratizzazione: i piccoli pescatori di Procida interpretano i malumori dell’intera categoria e incontrano la Regione Campania per rappresentare le proprie istanze. Chiedendo di essere coinvolti nei processi decisionali e di riscrivere le regole, senza improvvisazione. Ma soprattutto partendo da un dato di fatto: la pesca nel Mediterraneo sta soffrendo, al punto che negli ultimi 15 anni ha fatto registrare un calo del fatturato del 30%.
Per invertire il trend , salvaguardando il richiamo di una delle tradizioni principali di Procida, che dà sostentamento a decine di famiglie e alimenta un turismo esperienziale sempre più legato agli scorci di Marina Corricella e Marina Grande, gli operatori – in linea con le proteste organizzate su tutto il territorio nazionale – scelgono il confronto, approfittando di “ MareXperience ”, l’iniziativa di animazione territoriale promossa per venerdì 22 febbraio dal Flag (Gruppo di azione locale nel settore della pesca) “ Sviluppo Mare Isole di Ischia e Procida SCARL ” al fine di garantire la salute e la sostenibilità del settore della piccola pesca.
Un’occasione di dialogo con le istituzioni, cui i piccoli pescatori sottolineeranno le conseguenze negative di un sistema sanzionatorio ritenuto eccessivo e dei vincoli dell’Unione Europea che si traducono in difficoltà oggettive e quotidiane per il settore ittico, che – sottolineano – “rappresenta l’identità della nostra isola”.Alla Regione Campania, i piccoli pescatori di Procida, sostenuti dal Comune, proporranno l’istituzione di un Osservatorio regionale della pesca che predisponga un piano regionale di gestione del comparto.
Un appuntamento importante a margine di un’iniziativa di animazione territoriale che prevede, a partire dalle 10.30 di venerdì 22 febbraio nella sala consiliare del Municipio di Procida, il convegno MareXperience”: ai saluti di Raimondo Ambrosino , sindaco di Procida, Francesco Alfieri, Capo Segreteria del Presidente della Regione Campania e consigliere del Presidente per i temi attinenti l’Agricoltura, le Foreste, la Caccia e la Pesca e di Antonio Marciano, questore alle finanze e consigliere regionale della
Campania, faranno seguito una serie di interventi sul mondo della pesca. Di analisi e prospettive della pesca attraverso i FLAG parlerà Filippo Diasco, direttore generale per le Politiche agricole, alimentari e forestali della Regione Campania; di opportunità legate ai fondi FEAMP, invece, Claudia Esposito , in rappresentanza della SCARL Sviluppo mare isole di Ischia e Procida. Sulle competenze per la Blue Economy interverrà Maria Salette Longobardo, dirigente dell’istituto “Caracciolo” di Procida; di turismo esperienziale discuterà invece Achille Lauro, amministratore delegato di Achille Lauro Group. La nutrizionista Lucia Costagliola proporrà un focus sul benessere alimentare legato al mare. Al termine, sono previsti una visita alla Grotta immersiva, impreziosita da suggestive videoinstallazioni legate al mondo della pesca, e un buffet didattico presso il ristorante “La Medusa”