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PRIMARIE PD. Sebastiano Cultrera: “Caro direttore, le ragioni di una scelta a fianco di Bobo Giachetti e Anna Ascani”

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Feb 23, 2019

Sebastiano Cultrera – Caro direttore,  “La politica o la fai o la subisci” è stato il mantra che fin da ragazzo ha informato la mia vita. Mai pensavo, tuttavia, di scendere più in campo direttamente, e addirittura in un congresso di partito, pur nella dinamica di consultazione aperta ai cittadini (il metodo delle Primarie).

La politica serve ancora alle nostre comunità? Diciamo che abbiamo capito, in questi mesi, che della politica, della BUONA POLITICA, non se ne può fare a meno. Anche perché chi ha voluto SOSTITUIRE la capacità politica, la competenza e i riti della democrazia con concetti prepolitici come onestà, uno vale uno o partecipazione diretta ha finito solo per declinare degli SLOGAN: in pochi mesi non è rimasto nulla di ciò. Non ci crede più nessuno.

Sono rimasti in piedi, tuttavia, i resti del Partito Democratico. Quel partito, in verità, era destinato a scomparire nel 2013, incalzato dal populismo cui aveva porto entrambe le guance.

Inghiottito, anche, dal fallimento della Seconda Repubblica, incapace di rispondere alle attese. In estrema sintesi possiamo dire che Berlusconi ha deluso perché non ha fatto la rivoluzione liberale e Prodi ha deluso perché non ha fatto le giuste riforme che servivano al nostro paese.  

Nel momento più basso è emersa, fortunatamente, la stella di Matteo Renzi che ha aperto speranze, ed ha condotto per mano l’Italia al segno positivo in economia e verso una vera politica RIFORMISTA. Oggi riformista è una parola abusata, che molti rivendicano, a torto o a ragione. Ma c’è una discriminante: i RIFORMISTI veri sono quelli che le riforme LE FANNO. E il giovane fiorentino si è messo a testa bassa a fare tante riforme, col suo governo e con la sua maggioranza. Si è perfino illuso di riformare lo Stato, e di rendere più efficiente le istituzioni. Ma è finita male.

Ma ora, dopo tante macerie, cosa può fare il PD?

Può in primis marcare la presenza di una forza che continua a credere nel METODO DEMOCRATICO, e anche le PRIMARIE APERTE ne sono la prova.

L’esercizio della democrazia è spesso fastidioso, ed è sempre un po’ chiassoso ed ingombrante, ma se tra un selfie e l’altro, se tra una canzone di Sanremo e l’altra, spendiamo anche un po’ di tempo a cercare di approfondire qualche dinamica della politica, ciò potrà fare solo bene alla nostra società.

Sono quindi qui, a chiedere a tutti (le PRIMARIE del PD sono APERTE a TUTTI I CITTADINI) di farvi un poco i FATTI VOSTRI, scegliendo liberamente di orientare la politica dell’unico partito italiano che usa la democrazia vera (con i suoi riti pubblici e trasparenti), partecipando alle primarie.

Ma siccome non si tratta di una battaglia di testimonianza, ma di una scelta politica vera e cruciale, quella cui ci troviamo di fronte, mi sono voluto spendere dentro l’ipotesi autenticamente riformista in campo: quella di Bobo Giachetti e di Anna Ascani. L’unica che si pone in assoluta continuità con il percorso riformista di Matteo Renzi negli anni del suo Governo. E che si propone, anzi, di ANDARE OLTRE riproponendo ANCHE DENTRO IL PD una RIFORMA PROFONDA dei meccanismi di gestione del partito.

La mia è una (come sul dirsi) candidatura di servizio, in fondo alla lista, volutamente. Ma, come coordinatore di collegio della mozione, ho l’orgoglio di presentare una testa di lista composta da due giovani donne impegnate nel mondo del Lavoro e del sociale come la capolista Lucia Ambrosino (isolana), avvocato e la dottoressa Teresa Cirino (commercialista di Mugnano), oltre al giovanissimo e preparatissimo, poco più che millennial, Silvio Rigotti, impegnato nel sociale e militante democratico.  Completano la lista il consulente informatico Mimmo Coppola e la puteolana Carmelina Crisci. Il collegio comprende la zona flegrea con l’hinterland del Giuglianese.

È una piccola squadra, che, con l’insieme dei candidati della Campania e di tutta Italia costituisce il nucleo di un piccolo esercito che non si rassegna a derubricare la stagione riformista di Matteo Renzi ad un incidente di percorso della sinistra. O, addirittura, spurio alla storia della sinistra.

NON ABBIAMO DA CHIEDERE SCUSA A NESSUNO per la passione e l’impegno profuso finora per cercare di riformare l’Italia. Anzi: ABBIAMO APPENA COMINCIATO. C’è molto da fare ancora. C’è bisogno dell’aiuto di tutti quei cittadini che non credono alle favole in politica. O che. Vista la prova dei fatti, hanno smesso di crederci. #SEMPREAVANTI!

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