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IL PUNTO di Pasquale Lubrano: «CHIACCHIERE E SCARL NON PRENDONO PESCI»

Ditgprocida

Feb 27, 2019

Pasquale Lubrano – Il recente incontro pubblico presso il Comune di Procida con la presenza di autorevoli amministratori della Regione Campania che avrebbe dovuto dibattere sulle problematiche della pesca poi ridotto, come dichiarato, a qualche aspetto “didattico” della “piccola pesca”, ha fatto emergere in effetti quanto le nostre Istituzioni locali e le sue rappresentanze in organismi collaterali siano lontane dal concepire le necessità dell’intero settore.  

E bene ha fatto il “Consorzio Pescato Procidano, socio della “Scarl Sviluppo mare isole di Ischia e Procida”, a rappresentare ai responsabili regionali sia la situazione del comparto, sia il non funzionamento di detta Scarl, nel corso di un incontro presso quell’Assessorato. Dopo mesi di sollecitazioni sia al Comune che alla dirigenza della Scarl per discuterne, hanno ricevuto non curanza ed ostilità.

Pesca ed agricoltura hanno costituito attività fondamentali per l’isola. Oggi l’agricoltura è a livello di testimonianza, la pesca ha più che dimezzato la resa economica e occupazionale rispetto solo a meno di un decennio fa.

Molti problemi si trascinano da vari decenni, altri sono più recenti come l’immissione massiccia sul mercato di prodotti ittici provenienti da altre piazze italiane e dall’estero che lo saturano e lo condizionano rapidamente, battendo sul tempo l’apporto del nostro pescato.

A ciò si potrebbero aggiungere le varie forme di inquinamento dei mari o misure protettive che previste come tutela e sviluppo, applicate solo in senso limitativo per la pesca senza tutte le azioni di salvaguardia, la penalizzano due volte.

Le Istituzioni pubbliche hanno le loro responsabilità per quanto fatto e per quanto non fatto nel tempo.

Mi permetto aggiungere, per esperienza diretta essendomi occupato di tali problematiche in passato, che non sempre i pescatori hanno collaborato a soluzioni adottate nel loro interesse, pur col loro pieno preventivo consenso.

Mi riferisco, ad esempio, agli anni ’70/’80 quando si costituirono in cooperativa e si ottenne per ben due volte la stipula di un contratto per conferire tutto il pescato non venduto al Mercato di Pozzuoli, in particolare pesce azzurro allora in gran quantità, per l’esportarlo, d’intesa col Ministero a prezzo vantaggioso, con tutti i servizi di supporto pagati. Accolsero gli accordi, entrambe le volte, con grande giubilo ma mai li utilizzarono e la parte non collocata del pescato veniva buttata a mare. Stessa sorte per acquisti di beni e servizi in comune. Risultato: una decina di saccaleve e qualche paranza sono finite un po’ per volta alla demolizione.

Lo stesso “Punto Pesca” a Marina Grande, finanziato e realizzato per il “bollino CEE” sui prodotti, è stato fatto marcire e mai utilizzato. Attualmente l’operazione viene fatta a Pozzuoli. Né, in un passato non non lontano, si è riusciti ad organizzare attività di conservazione e commercializzazione pur con l’impegno di quanti avevano compreso le esigenze di riorganizzazione e di sviluppo.

Se questo è il passato, negli ultimi anni la costituzione del “Consorzio Pescato Procidano” sta rappresentando la presa di coscienza da parte degli operatori della pesca sulle necessità di associarsi ed impegnarsi a proporre le azioni opportune. Ciò ne fa un fattore dinamico a cui però corrispondono comportamenti pubblichi locali che vanno in senso inverso. Tutta la vicenda della costituzione della “Scarl Ischia Procida” per l’utilizzo di fondi europei a sostegno del settore, i progetti, i comportamenti gestionali discriminatori ne sono un esempio, con la complicità dei nostri Amministratori.

Del 1,6 mil. di Euro disponibile, tutta la progettualità, posta in atto ed in previsione, tende a ricollocare la forza occupazionale in attività alternative collegate al mare, più che alla pesca, con la differenza che in tal modo il FLAG va a potenziare quelle attività già esistenti a Ischia e marginalizza la pesca effettiva ancora praticata a Procida. Ricordiamo che già quando fu elaborata la progettualità per richiedere il finanziamento nell’ambito dei Fondi Europei “per gli affari marittimi e della pesca”, presentata a Procida da un esperto in prodotti agricoli, non ci fu alcun approfondimento per quel che poteva riguardare la pesca ma ci si limitò quasi totalmente a “gli affari marittimi”. Da qui la partecipazione come soci della Scarl, costituita per gestire il finanziamento, da parte di società ed associazioni interessate a “Le strade del vino”, “agroalimentari”, “barcaioli”, “servizi archeologici”, “Alilauro” e simili.  

Nella Scarl ora Procida è rappresentata dalla parte pubblica “Comune di Procida” e da quella privata il “Consorzio Pescato Procidano”, con una quota a testa. Se il Comune di Procida si associa e supporta solo gli interessi ischitani, per quanto a loro vantaggio legittimi, nei fatti partecipa a non affrontare le problematiche della pesca vera, né dei 4 (quattro) singoli pescatori che ufficialmente praticano la “piccola pesca” (amatoriale a parte), né degli 80 (residui rispetto al passato) che praticano la “pesca” con 9 barche di maggior grandezza con relativi equipaggi ed indotto, pur nell’ambito dei progetti finanziabili come attualmente indicati nel FLAG.

Il comizietto elettorale di circostanza, qualche dotta esposizione didattica possono essere utili agli amministratori per una comparsata su stampa, social e tv (a parte gli incredibili contenuti in certe recentissime interviste) ma non alla pesca, specie se uniti alla collusione con scelte e comportamenti amministrativi avversi ai nostri pescatori.

Questi pongono problemi concreti. Attualmente, tanto per valutare qualche aspetto esemplificativo delle problematiche, il loro pescato viene collocato al mercato di Pozzuoli al 35%, il resto dovrebbe essere collocato a Procida, dove il consumo di prodotti ittici freschi è in forte diminuzione anche per le modalità e tempi di preparazione in cucina.

I pescatori hanno necessità di sostegno con finanziamenti per disporre di tecnologie, non solo per la pesca ma, ad esempio, anche nell’ambito della “4° Gamma” con la lavorazione del pescato (cosa che per alcuni tipi di pesce già fanno manualmente, in modo da ridurre e semplificare il lavoro domestico di preparazione facilitando così il consumo in loco), per interventi alle strutture pubbliche a supporto (difesa barche in porto, escavo fondali, ecc.), per sviluppo di attività di supporto, se necessario, anche con corsi di apprendimento professionale, dalla manutenzione delle barche  alle reti da pesca, e così via. C’è necessità di stare al passo con i tempi con le sue evoluzioni tecnologiche, di costume, di esigenze.

A tal proposito, sempre per esemplificare, la consistenza dell’impegno dell’Amministrazione Comunale, quando nello scorso autunno gli stessi pescatori del “Consorzio” hanno segnalato l’esistenza di specifici finanziamenti per opere portuali, tali da realizzare sulla parte terminale della scogliera di ponente di Marina Grande un potenziamento a difesa delle barche, il Comune non ha inteso partecipare al bando che attribuiva consistenti finanziamenti. Ora pare che intenda chiederli al “FLAG Ischia Procida” che sono fondi in misura limitata e che, in ogni caso, potevano essere utilizzati per altre esigenze.

E’ stata un’occasione persa, mentre bisogna essere attenti a cogliere e propiziare ogni opportunità, pur nella limitatezza delle risorse in generale disponibili.

Nell’incontro alla Regione i pescatori del “Consorzio” hanno posto anche altri problemi collaterali, su qualcuno hanno ricevuto positiva attenzione, come poi i rappresentanti regionali hanno confermato incontrando a Procida i pescatori della “piccola pesca”. (Il conferimento dei rifiuti raccolti nelle reti e che oggi sono trattati da rifiuti speciali con difficoltà di conferimento andrebbe riconosciuto come servizio, facilitato e compensato in via istituzionale).

L’auspicio è che si proceda ad un esame, ben più corretto e concreto, delle problematiche del settore e insieme si operi nell’interesse della categoria, per la parte più immediata, presso la Regione, nell’ambito delle sue competenze, e nella “Scarl” a tanto costituita, nonché presso i superiori livelli Istituzionali, senza acquiescenze dannose per tutti.

Qualche illusione di finta “gloria”, tipo quella vissuta nei giorni scorsi, non porta alcun risultato reale anzi, visti tanti aspetti comportamentali e di comunicazione, arreca danni.

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