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PROCESSIONE DEL VENERDI SANTO. DONNE SI, DONNE NO. SI SPACCA IL FRONTE DEI COSTRUTTORI DEI MISTERI

Ditgprocida

Mar 1, 2019

Procida  – Donne si, donne no. La prossima processione del Venerdì santo parte sotto gli auspici della polemica. Il tutto nasce, come ricorderanno i nostri lettori, dall’accorato appello rivolto al governo della confraternità  in cui si chiedeva che venisse presa in considerazione  – da quest’anno  – la possibilità del gentil sesso di poter “portare” mi misteri. Sul territorio il dibattito ha animato i social tra chi si è schierato a favore e chi contro.

In una lettera giunta in redazione, alcuni costruttori di misteri, che non si riconoscono nelle due principali associazioni, L’isola dei Misteri e i Ragazzi dei Misteri,  scrivono:

«Il presente comunicato di alcuni gruppi di costruttori dei Misteri intende prendere le distanze dalla recente decisione del Governo d’Ufficio dell’Arciconfraternita dell’Immacolata Concezione dei Turchini di aprire alla partecipazione generalizzata delle donne alla processione del Venerdi’ Santo.

Le donne procidane da sempre hanno ricoperto un ruolo prezioso nella partecipazione alle attivita’ preparatorie la processione del Venerdi’ Santo.  Il loro e’ sempre stato un ruolo fondamentale dietro le quinte: confezionare saio e mozzetta dei confratelli, riprendere l’orlo in oro dei vestiti degli angioletti, dedicarsi alla vestizione dell’Addolorata…sono solo alcuni dei compiti che vedono le donne procidane protagoniste.

Negli ultimi anni le Confraternite isolane si sono gia’ aperte al gentil sesso accogliendo nella loro comunita’ le prime Consorelle. E gia’ da qualche anno le Consorelle fanno la loro comparsa durante la processione del Venerdi’ Santo indossando un saio e una stola diversa dal saio e mozzetta che indossano gli uomini.  E anche la loro posizione nel corteo e’ diversa rispetto ai confratelli con le candele che precedono il Cristo Morto. Le consorelle infatti si posizionano accanto all’Addolorata, forse a simboleggiare la loro vicinanza di donne al dolore di Maria.

Sono tante altre le donne, giovani e meno giovani, che da anni ormai partecipano attivamente alla costruzione dei misteri. Delle vere e proprie operaie, pittrici, sarte e artiste che lavorano incessantemente fino alle prime ore del Venerdi’ Santo, quando tutto e’ ormai pronto e i misteri non resta che portarli in processione.

Custodi di questo momento della processione sono da sempre stati solo uomini. L’evoluzione dei misteri che ha visto i misteri passare da statue a spalla a quelli che siamo abituati a vedere ogni anno ha sempre visto solo figure maschili intente a “portare il mistero” come comunemente si dice sull’isola.

Con questo comunicato, intendiamo manifestare la nostra distanza dalla decisione di aprire alla partecipazione delle donne a “portare il mistero” in quanto in netta rottura con la tradizione di cui siamo gelosi custodi.

Riteniamo inoltre che la partecipazione delle donne alla processione sia un processo che va pensato e ordinato nel tempo, cosi’ da offrire alle donne un ruolo durante il corteo ben preciso e diverso rispetto al ruolo che gli uomini hanno nel “portare il mistero”.

Abbiamo gia’ manifestato perplessita’ negli anni nel constatare la partecipazione di giovani bambine con saio e mozzetta.

Consapevoli che la Chiesa si dichiara favorevole all’abrogazione di qualsiasi discriminazione e all’adesione ad un modello paritario di genere come piu’ volte richiamato da Papa Francesco, ci rendiamo conto che non accogliere una richiesta di apertura sarebbe stato impensabile

Ci teniamo pero’ a sottolineare come una decisione del genere di profonda innovazione che riguarda un patrimonio immateriale da tutelare andava forse condivisa prima con l’Assemblea dei Confratelli, luogo di scambio di vedute sulla vita che riguarda l’Arciconfraternita. Si sarebbe potuto sentire il parere della comunita’ locale, attraverso un sano dibattito. Ci dispiace pero’ constatare che il Governo tecnico abbia deliberato tale decisione di concerto con il Padre Spirituale senza confrontarsi ne’ con l’Assemblea ne’ con la comunita’, silenziando ogni opportunita’ di confronto, imponendo cosi’ un cambiamento epocale che per molti non e’ ancora maturato.»

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