Sebastiano Cultrera – Nell’immaginario di molti procidani due giovani, Sebastiano e Massimiliano, sono quelli che, un po’ di anni fa, hanno trovato, sull’isolotto di Vivaro, dei “cocci” importanti ed hanno portato Procida e Vivaro alla ribalta nazionale, per via delle scoperte archeologiche fatte sul posto.
In realtà Sebastiano Tusa si era laureato a La Sapienza nel 1975. Nello stesso anno ha vissuto a Vivaro la sua prima esperienza sul campo avviando, con l’allora giovane Massimiliano Marazzi, gli scavi archeologici preistorici di cui, negli anni a venire è stato Responsabile Scientifico.
Massimiliano Marazzi è docente presso L’Istituto Universitario Suor Orsola Benincasa e continua ad occuparsi di Vivara e di altri importanti attività di ricerca nel settore.
Sebastiano Tusa, divenuto Sovrintendente Del Mare in Sicilia e, recentemente assessore “tecnico” alla Cultura della Regione, ha visto il destino troncare la sua esistenza a bordo di un Boeing diretto in Etiopia.
Procida era tra i luoghi di elezione del brillante studioso, e il legame con l’isola non si era mai spezzato. L’attività di ricerca su Vivara è proseguita stabilmente fino al 1987. Il rapporto con l’isola non si è mai interrotto, infatti Tusa ha continuato a frequentarla in diverse occasioni anche come responsabile scientifico dello scavo sottomarino presso le Formiche di Vivara.
Dal 2012, in particolare, sull’isola si intensifica di nuovo la sua presenza nel progetto “Beni Archeologici reali e virtuali tra mare e terra”, promosso dall’Università Suor Orsola Benincasa.
In questa occasione si è dato inizio al primo cantiere sperimentale di didattica e ricerca archeologica terrestre e subacquea abbinate in una formula organizzativa capace di dare continuità alla ricerca scientifica sul territorio che è attiva ancora oggi coinvolgendo ogni anno decine di giovani studenti e ricercatori che a vario titolo studiano gli aspetti collegati alla ricerca archeologica che interessa Procida e Vivara.
E’ in questo quadro che furono gettate le basi per la nascita di TERRA, un luogo in cui la ricerca potesse essere divulgata attivamente, e che adesso ha visto la sua trasformazione in Museo Civico di prossima apertura.
Insomma, a bordo di quel Boeing si è fermato un cuore che batteva ancora forte per le isole di Procida e di Vivaro e un cervello capace di tanti progetti ancora per il mare che unisce Procida al resto del Mediterraneo. Un grande saluto a Lui e ai suoi cari, con riconoscenza e gratitudine dalla “sua” Procida.