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INSIEME IN MOVIMENTO: «Un bilancio ad oggi alquanto deludente che vede in gran parte tradita l’idea iniziale di progetto per l’isola proposto agli elettori»

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Apr 4, 2019

Redazione – Piano urbanistico, tassa di soggiorno, Vivaro, mobilità territoriale, area marina e tanto altro. “Insieme in Movimento”, gruppo consiliare staccatosi dalla maggioranza, in una nota, rappresenta una serie di criticità territoriali e di fatto getta le basi per quella che da qui a pochi mesi sarà la campagna elettorale in vista delle comunali del 2020

«Con L’arrivo della Primavera si risvegliano profumi e sapori di orti e giardini dell’isola e con questi si risveglia anche il dibattito politico. Di recente un fiorire di interventi di varia provenienza e natura sono sbocciati sui vari rami mediatici del giardino procidano.

Questo clima, questa voglia di partecipazione a una nuova primavera procidana non passa di certo inosservato alla nostra attenzione. Come gruppo consiliare Insieme in Movimento ci sentiamo ancor più motivati nella nostra scelta di rappresentare in Consiglio Comunale questa spinta che viene espressa in varie forme dalla cittadinanza.

Questo fermento critico, spinto senz’altro da diverse motivazioni, deve a nostro avviso essere analizzato con rispetto e attenzione, non apparteniamo a coloro che considerano il calo di consenso come una incapacità di comprendere degli elettori.

Pur rimanendo disponibili a mettere sin da subito in campo azioni utili a riportare al centro del dibattito quei temi nevralgici di visione e progetto per Procida, non possiamo pur riconoscendo l’impegno amministrativo, non rilevare un vuoto di visione politica, proprio in quegli ambiti che riteniamo decisivi per lo sviluppo dell’isola.

Parlando di Pianificazione, la nostra attenzione cade intanto sulla totale assenza di dibattito sul Piano Urbanistico Comunale, uno strumento di importanza strategica per lo sviluppo di un territorio e di una comunità, l’occasione di affrontare concretamente e con la partecipazione di tutti gli attori la sfida di redigere un piano che possa indicare una visione per lo sviluppo infrastrutturale ed economico necessario all’isola. L’individuazione di zone da destinare a specifiche attività produttive aderenti alle necessità e alla vocazione turistico marinaresca, di arte di mestieri per il tempo libero e lo sport, sempre tenendo presente la sostenibilità per la salvaguardia del nostro patrimonio architettonico e paesaggistico.

Anche su una partita chiave come lo sviluppo turistico che sta interessando la nostra isola si doveva, a nostro avviso, investire maggiormente in programmazione e governo consapevole del settore. Non si è registrata una chiara volontà di indirizzo pur essendo l’isola attenzionata da numerosi visitatori. A quattro anni si fa fatica a capire quale sia l’idea di sviluppo turistico di questa amministrazione. Rileviamo ad esempio che i proventi della tassa di sbarco (che si attestano intorno ai 400.000 €) vengono quasi interamente destinati su altri capitoli di spesa, nonostante si tratti di una tassa di scopo che andrebbe destinata in sostanza ai fini della promozione e dello sviluppo turistico, come avviene giustamente in tutte le località turistiche. A un anno dalla scadenza del mandato non è emersa l’evidenza di una chiara volontà di investire economicamente e politicamente in questo settore, ne è una ulteriore riprova quanto si sia fatto poco sul fronte della mobilità che è una delle maggiori negatività rilevate da chi frequenta l’isola per le vacanze, oltre che per la qualità della vita degli stessi isolani.

Siamo sin da principio stati consapevoli della precaria condizione dello stato finanziario del nostro ente, e della necessità di mettere in campo azioni che potessero innanzitutto ridurre la spesa corrente, attraverso la diminuzione del personale comunale, cosa che ha certamente contribuito a migliorare la situazione finanziaria del comune, ma che ha gravemente abbattuto la qualità del servizio erogato ai cittadini, un sacrificio che comunque non è servito a portarci fuori dalla palude del predissesto. Ad aggravare il quadro sono sopraggiunte le sospensioni di dipendenti in uffici strategici per l’ente e una serie di nomine nei posti chiave non sempre da noi condivise che hanno di fatto prodotto scarsi risultati, laddove c’era la possibilità di avvalersi sia di risorse interne all’ente che di validi professionisti isolani.

Registriamo purtroppo indubbiamente un vuoto di iniziative concrete su Palazzo d’Avalos dove il piano di valorizzazione del bene che era stato predisposto non ha visto sviluppi significativi, su Vivara aldilà degli sforzi fatti per la riapertura al pubblico siamo ancora in presenza di una condizione troppo tortuosa e limitante per l’accesso alle visite, per i turisti e soprattutto per i residenti. Sarebbe utile capire se perlomeno tali sforzi siano bastati a reperire le coperture finanziare necessarie a pagare la proprietà come da accordi sottoscritti nella convenzione. Anche Sull’area marina protetta ci sarebbero da fare molte riflessione, un organo ormai commissariato dal 2015 che attualmente non vede ancora la luce del riaffidamento agli enti locali. I primi atti emanati e poi annullati in autotutela, rischiano di allungare i tempi del decreto ministeriale che sancisca definitivamente il passaggio ai Comuni. Si rischia seriamente di buttare a mare tutto il lavoro fatto negli ultimi 4 anni, che grazie a sindaci e delegati, ma soprattutto grazie al dott. Miccio aveva di fatto convinto e rassicurato il ministero che dopo il disastro dell’istituzione e della gestione dell’AMP si poteva realmente aprire ed inaugurare una nuova stagione. Nel frattempo non riusciamo ad assicurare un sistema di regole che da una parte garantisca gli operatori economici e dall’atra possa proteggere le nostre coste e salvaguardare il nostro mare, facendo coesistere economia ed ecologia.

Un bilancio ad oggi alquanto deludente che vede in gran parte tradita l’idea iniziale di progetto per l’isola proposto agli elettori, anche dal punto di vista della partecipazione che ad ogni occasione viene smentita nei fatti eludendo ogni forma di consultazione e confronto con cittadini e le categorie. Un peccato poiché in varie circostanze si è visto che i procidani sanno essere incisivi con la loro partecipazione, una prova è stata la questione ospedale, altro argomento che dovrebbe essere di quotidiano dibattito. Riteniamo che sentenze a parte, per il momento basterebbe una seria ottimizzazione e motivazione del personale presente nella struttura come più volte invocato e denunciato. I procidani si sono impegnati aldilà dell’estrazione politica, accomunati da un sentimento comune, la difesa del presidio ospedaliero, avendo come unico interesse il bene di Procida”»

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