Sono molto interessanti queste elezioni europee che, a Procida, cadono un anno dopo le ultime elezioni politiche e un anno prima (anzi una decina di mesi, forse) delle elezioni amministrative.
Il primo dato che emerge è che hanno ottenuto un buon successo quei partiti che hanno presenze significative e strutturate sul territorio. L’impegno paga.
Infatti la presenza, sia pure da pochi giorni, di una organizzazione nel partito della Meloni, Fratelli d’Italia, è stata premiata dai procidani da un buon risultato (quasi otto per cento) superiore al dato nazionale e nettamente migliore del dato politico dell’anno scorso (oltre 5 punti in più). Complimenti, quindi, a Michele Scotto e al gruppo di giovani che egli ha saputo mettere insieme.
Il locale attivismo del PD (condotto dalla sapiente guida di Raimondo Scotto di Covella) ha fatto approdare questo partito ad un risultato lusinghiero. La presenza, e gli ampi consensi, di un candidato “locale” come Giosi Ferrandino ha contribuito sicuramente al risultato, così come la spinta del Sindaco Dino Ambrosino e di molti esponenti della sua maggioranza. Fatto sta che anche il Pd può vantare un risultato superiore a quello nazionale e una tendenza alla crescita: oltre 5 punti in più rispetto alle politiche di un anno fa.
Luigi Muro, che era tornato “in campo” un anno fa, ha condotto Forza Italia ad una affermazione locale ancora più netta, considerata la débâcle nazionale del partito di Berlusconi. Confermando (anzi migliorando, pur di poco meno di un punticino) il dato già ottimo delle scorse politiche. Menico Scala, locale commissario di Forza Italia, molto social, ha già cosparso di zucchero la sua pagina facebook.
La Lega recupera, sull’isola, circa 5 punti, ma non sfonda come nel resto d’Italia; fermandosi a percentuali modeste (poco più dell’otto per cento). Più Europa perde qualche voto ma guadagna circa mezzo punto in percentuale. Ciò in virtù del fatto che il numero dei votanti (e quindi dei voti validi) è sceso di quasi 500 unità.
A Procida ha votato poco meno della metà degli aventi diritto. Il Partito di chi se ne è stato a casa è più grande di tutti gli altri partiti messi insieme!
Sono calati i 5stelle. La mancanza di struttura sul territorio ha consentito ai propri militanti solo un appassionato passaparola, (e l’appello di Gianni Scotto di Carlo che abbiamo riportato) in una sorta di attesa, per fede, nel “miracolo” nazionale.
Che, stavolta non c’è stato. Anzi la “sconfitta” dei 5stelle a livello nazionale, è la cifra vera di queste elezioni. Tuttavia i voti e la percentuale conseguita dai 5stelle sull’isola, pur in questo momento di difficoltà è di quasi 700 voti per un 18% circa (in linea con le percentuali nazionali). Ciò dimostra come la militanza e la presa dei 5stelle sia cmq presente e significativa.
Hanno perso quelli a Sinistra. L’insieme delle formazioni a sinistra del PD sommavano, un anno fa, circa il 5%: adesso sfiorano appena il due! Anche a Procida (come a livello nazionale) non ci sono praterie a sinistra!
Abbiamo tentato di fare, correttamente, l’analisi del voto. Da un anno a questa parte, è, tutto sommato, cambiato poco. Si accentua la tendenza, sull’isola, a ridimensionare i fenomeni populisti. L’Area di Governo si restringe di oltre dieci punti. In tutto questo bailamme populista, Procida mostra di credere in sé stessa e nella politica ed è comunque una ISOLA ANTIGOVERNATIVA!
Rimane, quindi, a livello locale, il dato di un certo dimagrimento della base politica della attuale maggioranza di Dino Ambrosino; pur concesso che i 5stelle siano alleati (o prevalga la sua opzione su quegli elettori). Così come il consolidamento di Luigi Muro nella sua leadership del centrodestra; concesso che Muro possa contare su Lega e FdI come alleati (o prevalga la sua opzione su quegli elettori).
Ma chi volesse trarre nuovi e più dettagliati auspici per le elezioni comunali per l’anno prossimo si troverebbe in difficoltà. E non solo perché, come raccomandava Andreotti “Chi fa previsioni oltre sei mesi è un mago o un cialtrone”, ma perché mancano troppi tasselli per una valutazione.
L’incognita più evidente rimangono gli astenuti dal voto. Si tratta di oltre 4mila persone e possiamo presumere (sulla base dell’esperienza) che circa la metà di questi (cioè intorno alle 2mila persone) ANDRANNO A VOTARE per le comunali. E, probabilmente, saranno proprio loro a determinare il risultato.
Insomma, non siamo maghi. Ed evitiamo di vaticinare sul futuro. Non vorremmo acquisire l’altra qualità prevista dalla frase di Andreotti.