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EDITORIALE: «Traffico e Vecchi Merletti»

Ditgprocida

Giu 23, 2019

Sebastiano Cultrera – Leggo sempre con attenzione le cose che scrive l’amico Gino Finelli sulla nostra isola e mi trovo spesso a condividerle. Ma purtroppo ci troviamo, sovente, a sostenere tesi impopolari e, quindi, soccombenti alla demagogia oggi imperante.

Le cose che non funzionano, infatti, sono quelle più difficili da cambiare; diventano anzi, talvolta, feticci importanti.

L’ospedale non funziona? Allora l’ospedale NON SI TOCCA! Il traffico non funziona? GUAI A CERCARE DI TOCCARLO!

E “quelli di adesso” hanno imparato presto da “quelli di prima”: che il procidano bisogna lasciarlo stare nelle proprie (cattive) abitudini e limitarsi a gestire un po’ di ordinaria amministrazione (o, tutt’al più, protestare presso altre Istituzioni reclamando veri o presunti “diritti” di Procida).

Questi l’hanno fatto meglio o peggio a seconda dei casi e delle situazioni. Ma, sinceramente, non rimpiango i (presunti) capocantiere, capitani d’armamento o direttori finanziari in seno alle vecchie amministrazioni. Non ci siamo persi né Thaon di Revel, né Lunardi, né Tremonti e adesso non abbiamo dei brocchi ma appassionati amministratori che svolgono onestamente la loro fetta di ordinaria amministrazione… naturalmente (anche questi!) tenendo la barra ferma sull’idea che le consuetudini, anche quelle sbagliate, NON SI TOCCANO!

Perché l’amministrazione del CAMBIAMENTO, tuttavia, NON HA CAMBIATO NULLA!

Vivara; Terra Murata; le Spiagge e le Coste, sono come erano 4 anni fa. L’isola è rimasta con i suoi problemi e, per tornare all’allarme di Finelli, il TRAFFICO è rimasto quello di sempre: segue solo le evoluzioni del mercato dell’auto.

Il mondo sempre più piccolo, con la forza del web nel veicolare le immagini, ha contribuito fortemente a posizionare turisticamente Procida incrociando una domanda internazionale di turismo alla ricerca di identità e di autenticità.

I nostri avi hanno costruito un’isola che trasuda bellezza e veracità e le foto di Procida (con in copertina la Corricella) sono tra le foto turistiche più cliccate al mondo!

Ma mi ha fatto piacere notare che Gino Finelli, giustamente, NON ha messo al primo posto, tra i motivi che impongono una riduzione del traffico, la necessità di favorire il turismo. Infatti tra i motivi che SCONSIGLIANO agli amministratori un serio piano per una migliore mobilità c’è quello che MAI i procidani accetterebbero di cambiare le proprie abitudini PER FAVORIRE I TURISTI.

D’altronde il turismo è esploso in questi anni (sì! è letteralmente esploso, nonostante alcuni operatori si lamentino sempre) NONOSTANTE i problemi di pervasività del traffico procidano. In alcune zone rimane difficile passeggiare o semplicemente spostarsi a piedi, infatti.

Ma i turisti vengono lo stesso. E, mi verrebbe da dire, NONOSTANTE i procidani (e di sicuro nonostante l’organizzazione dell’isola). E vengono sempre in misura maggiore: Procida è oramai un brand mondiale.

Certo una quota di turisti vive con fastidio il traffico dell’isola. Ma una gran parte di loro è solo meravigliato, e, perfino un po’ divertito di questo strano fenomeno di promiscuità tra macchine, biciclette e pedoni attraverso le piccole strade di una piccola isola. Mi risulta stia diventando oggetto di curiosità e di “simpatica” originalità.

Potrebbe, addirittura, divenire una ulteriore attrazione, un po’ come il treno di Maeklong in Thailandia (quello del filmato del treno che passa dentro al mercato, con le tende che si alzano prima e si abbassano dopo il passaggio).

D’altronde, pensiamoci bene: una parte importante dei turisti stranieri vengono da metropoli mondiali dove nei centri storici il traffico o è vietato o si svolge lontano dai percorsi pedonali. Potere assistere, e vivere dentro un “girotondo” di circolazione di varia natura (pedonale, ciclistico e automobilistico) è sicuramente suggestivo, superato lo scomodo approccio iniziale al fenomeno.

I turisti cominceranno, quindi, a guardarci sempre più, come INDIGENI un po’ selvaggi attaccati alle vecchie abitudini del motore che danno quotidianamente vita a un caos quasi divertente, rendendoci da soli scomoda la nostra vita, pur vivendo in un luogo bellissimo.

E noi, che inseguiamo ancora l’ultimo modello di BMW o di Toyota, non ci rendiamo conto che il TRAFFICO è peggio dell’ARSENICO per noi stessi e per i nostri figli; che, nonostante i VECCHI MERLETTI della nostra tradizione, finirà per farci del male. E noi continueremo a vivere male la nostra isola.

Ma una proposta posso farla a Gino Finelli. Visto che, allo stato, né io, né lui (credo) abbiamo intenzione di candidarci, perché non mettiamo mano a due idee per la mobilità e per la vivibilità dell’isola? Tanto non disturbiamo nessuno: a “quelli di prima” e a “quelli di adesso” sta (e starà) a cuore solo l’ordinaria amministrazione.

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