Sebastiano Cultrera – Si può essere Riformisti, oggi, e rimanere a militare nell’attuale Partito Democratico?
È una domanda alla quale molti militanti stanno cercando, in questi giorni, di dare una risposta. È una risposta complessa, che coinvolge le sensibilità e i progetti di ciascuno, che accende o spegne sopite o rinnovate passioni politiche.
Il fatto nuovo della politica italiana è la decisione di Matteo Renzi di fondare un proprio partito: Italia Viva. Una scelta resasi, evidentemente, necessaria da circostanze contingenti e dal disegno strategico di Matteo Renzi, che non poteva più svolgersi nel sentiero stretto in cui l’azione del brillante ex premier sembrava costretta. Renzi è ancora troppo vivace e presente per potere essere relegato al ruolo di “padre nobile”.
E la “scommessa” politica di Renzi e del suo partito parte proprio dall’assunto della impossibilità di perseguire, all’interno dell’attuale PD, un percorso riformista. Secondo questo assunto, esso si avvierebbe a schiacciarsi su posizioni di sinistra estrema, e a fondersi nell’abbraccio strutturale coi 5stelle. In effetti alcuni segnali (preoccupanti) ci sono e si riscontrano sia in alcune dichiarazioni dei vertici (Zingaretti e Franceschini), sia nei recenti “acquisti” di personaggi strutturalmente legati alle logiche della vecchia sinistra, come Rosy Bindi o la Boldrini.
Ma l’appiattimento del PD su quelle posizioni significherebbe la sconfessione dello spirito fondativo del progetto dello stesso Partito Democratico, che nasce come sintesi di diverse culture politiche: un partito dove abbia diritto di cittadinanza, (con la prospettiva a divenire obiettivo comune) il metodo riformista di approccio e di cambiamento della realtà italiana.
Credo che il centrosinistra italiano, e la nostra democrazia, non trarrebbero giovamento da un Partito Democratico debole e defilato, ridotto a ostaggio di nostalgici e massimalisti.
Occorre, quindi, prendere atto del legittimo tentativo di Italia Viva di presidiare il centro del sistema politico, nel tentativo di attrarre consensi nella parte più moderata dell’elettorato italiano. Ma rimane indispensabile che, all’interno del Partito Democratico, permanga praticabile, combattiva e forte l’ipotesi riformista; insieme con l’idea che questo partito possa riprendere a guidare, a breve, il necessario processo di modernizzazione delle nostre Istituzioni e dei servizi che lo Stato eroga ai cittadini.
Il governo dei MILLE GIORNI è stata una esperienza esaltante e molto produttiva nella storia del riformismo italiano. Molte Riforme sono state messe in cantiere e molte altre (come quella uscita sconfitta dal referendum) sono state definite o progettate. Unitamente al governo Gentiloni, ha costituito l’ultimo banco di prova produttivo e efficace che ha dimostrato la capacità di governo del Partito Democratico. Che farebbe bene a non rinnegare mai quelle esperienze. Adesso si è davanti ad una difficile coabitazione di governo con un Partito (i 5 stelle) che non ha ancora maturato appieno indispensabili attitudini democratiche e capacità di governo. La situazione, appunto, impone un tentativo di coesistenza, nella ricerca costante di trovare punti di convergenza a vantaggio del nostro Paese e dei nostri concittadini. Ma non può essere attuale l’ipotesi di una alleanza di respiro strategico coi 5stelle.
La politica è una passione che proprio nei momenti di maggiore attività politica (o di turbolenza politica), più forte fa sentire il richiamo a gettarsi nell’agone dell’impegno. Credo che possiamo impegnarci, coi nostri limiti, ma con tutte le nostre energie a costruire e a sostenere una polarità chiaramente riformista all’interno del Partito Democratico.
La scelta di Anna ASCANI di continuare il proprio impegno politico all’interno del PD costituisce la garanzia che le ragioni di un percorso politico riformista, aperto (e attento anche alla cultura e ai diritti) venga tutelato e portato avanti. In più occasioni Anna ASCANI ha rappresentato pubblicamente idee e valori politici che sentiamo di condividere. Abbiamo sostenuto e ci siamo direttamente impegnati nella sua candidatura al Congresso Nazionale (in tandem con Giachetti, in SEMPRE AVANTI). Continuiamo a credere che una giovanissima leader capace e dotata possa restituirci, nella maniera migliore, la passione e il gusto della politica come impegno per un progetto futuro.
È una giovane nativa democratica (non proviene da un Partito precedente al PD) piena di giusta grinta e di misurata energia; attualmente è v. Ministra dell’Istruzione. La sigla ENERGIA DEMOCRATICA riassume il carattere del suo impegno. Con la nostra passione cercheremo di dare una mano a questo progetto. Per fare crescere un PD sempre più progressista e sempre più funzionale ai cambiamenti e alle riforme di cui l’Italia ha bisogno.