Procida – Lungo le coste dell’isola, si stanno manifestando in modo palese fenomeni locali e diffusi di erosione.
Il fenomeno, ormai, si manifesta “visibilmente” con arretramenti della linea di riva che, talvolta, puo’ mettere in pericolo anche la stabilita’ di insediamenti abitativi o di infrastrutture realizzate lungo fascia costiera e”in modo non visibile”con un aumento della profondita’ dei fondali delle spiagge dell’isola. Gli ultimi eventi atmosferici di questi giorni, hanno ancora una volta messo in evidenza il profondo stato di abbandono di certe zone dell’isola e il relativo collasso dei costoni.
Le fotografie che abbiamo scattato documentano il disastroso crollo del costone avvenuto la scorsa settimana sopra la “chiaiozza” a via marcello scotti in assenza di tutti i proprietari, e scoperto ieri al rientro a Procida di uno di essi. Si tratta del più grave smottamento avvenuto a Procida negli ultimi anni, che ha trascinato decine di tonnellate di terreno, a seguito dello sradicamento – dovuto alle continue piogge e alla violenza dello scirocco – di due alberi di ulivo (uno dei quali già oggetto di pratica di resezione cinque anni e mezzo or sono) che sono precipitati trascinando con sé una considerevole parte del costone.
Per consentire di valutare l’entità del crollo, si deve tenere presente che una ringhiera ( in foto ) fu arretrata già anni fa. Era il 20 dicembre 2015, a seguito di cedimenti progressivi delle strutture murarie cui era infissa la precedente, di circa tre metri. Tuttavia, la precarietà della situazione non è cessata con la sopra descritta situazione, restando l’area comunque esposta allo scirocco, tanto che sul lato destro del belvedere si sono comunque manifestati (e presto) i primi dissesti nell’inverno 2017-2018.
Da un sopralluogo effettuato, le cime di un ulivo e di un ailanto non esistono più, perché precipitati a mare la settimana scorsa, trascinando con sé una quantità enorme di costone e così precludendo anche l’apertura di un cancelletto situato accanto alla ringhiera protettiva creata 15 anni fa in virtù di provvedimento del Comune e a seguito di perizia geologica del 18 giugno 2003 del dott. Francesco Maglione. In quella occasione, nella proprietà privata in questione fu eseguito un lavoro di messa in sicurezza con l’infissione in profondità (a 17 m. nella roccia e in posizione subverticale) di micropali fissati a un cordolo di c.a. sul quale insiste la ringhiera protettiva.
Il 23 novembre 2019, mostra chiaramente che il cancelletto al termine quella ringhiera, che dà verso l’esterno, ora si apre sul vuoto, essendo stimabile in non più di 40 cm.lo spazio tra limite dello strapiombo e cancelletto. Tenuto conto sia della fragilità dei costoni, in specie di quello che dà sulla baia della Chiaia – come è noto a tutte le pubbliche Autorità – sia del fatto che vari anni fa erano iniziati i lavori che prevedevano il risanamento proprio del costone collassato, dall’Eldorado fino alla Corricella, interrotti e mai più proseguiti, addirittura con l’abbandono dell’impastatrice dell’impresa sull’arenile, sia, infine, che le proprietà private affacciate sul tratto di costone hanno tutte un rilievo particolare (il palazzo cui si riferisce l’episodio segnalato, così come quello accanto, sono palazzi “storici” di Procida e ancora più in là è ubicato un importante Oratorio), bisogna porre in essere tutte le attenzioni per dare seguito ai lavori per la messa in sicurezza di tutto il tratto di costone fino alla Corricella.
Se questo è l’invito di chi ha segnalato questo sconcio di situazione, ancora più paradossale appare che sui costoni, comunque, da anni, opere di consolidamento sono state poste in essere. L’allarme di una fragilità che non compromette più solo il riposino dei bagnanti o la tintarella sopra l’asciugamano, ma tocca anche le abitazioni soprastanti, dovrebbe far saltare dalla sedia qualche burocrate regionale, metropolitano o europeo, da cui la comunità isolana è costretta ad elemosinare dei soldi per non vedere le proprie coste ( o addirittura le proprie case) venire giù.