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VIVARA: STRANO DECRETO MINISTERIALE A 5 STELLE

Ditgprocida

Dic 31, 2019

Procida – Il recente Decreto Ministeriale che sostituisce i nuovi proprietari di Vivara all’Opera Pia Ospedale Civico Albano Francescano nel Comitato di gestione della Riserva naturale statale Isola di Vivara, sancisce anche la decadenza dei membri del Comitato di Gestione nominati con il Decreto Ministeriale del luglio 2003 e stabilisce che le nomine non sono più permanenti ma la carica dura solo cinque anni. E’ appena il caso di osservare che nessun nominato, dall’istituzione della Riserva ad oggi, è risultato permanente per i continui decreti di sostituzione e che, in ogni caso, originariamente la permanenza venne posta a tutela dell’indipendenza dei membri del Comitato da pressioni esterne.

Se sorprende che qualche giornalista, iscrittosi alla cordata addetta a spararle grosse contro il Comitato di Gestione della Riserva affidandosi solo a veline interessate, non si sia reso conto che i destinatari del Decreto non erano i componenti attuali del Comitato bensì quelli nominati nel 2003, peggio ancora meraviglia l’esultanza del solito assessore a Vivara che si spinge fino a complimentarsi col Ministro per il provvedimento. Non si è reso conto nemmeno che i membri nominati in rappresentanza del Comune di Procida dall’Amministrazione di cui è parte sono in carica dal 2015 e quindi non compresi, come gli altri, tra quelli dichiarati decaduti.

I più risentiti per gli squilli di tromba ascoltati saranno stati proprio il Ministro (M5s) ed i suoi collaboratori ministeriali. I trombettieri in tal modo avrebbero giudicato tanta autorevolezza capace di emettere e pubblicare su Gazzetta Ufficiale un Decreto così grossolanamente errato.

E’ pur vero che l’intera vicenda ha fatto registrare poco corretti rapporti istituzionali a vario livello ed effettuati in spregio a leali rapporti tra Enti pubblici, a corretta professionalità e ai principi sanciti dalla legislazione vigente. Ma quello che impressiona è che tanti autorevoli atti ufficiali, a vari livelli, sono risultati “irricevibili” per la loro grossolanità, il che porta a non lievi ulteriori considerazioni che lasciamo al lettore.

In attesa di conoscere i veri motivi del contendere, è evidente che essi sono ben lontani dagli interessi veri per Vivara, anche da quelli che esibisce l’assessore sui social: “aprire sempre più alla comunità l’isolotto di Vivara, lavorare per l’ambizioso obiettivo: avvicinare maggiormente Vivara alla comunità”. 

Basta considerare il suo comportamento contraddittorio, tutto da chiarire, tra prima e dopo lo scorso maggio ed in aggiunta gli impegni non mantenuti per Vivara per rendersene conto. Da avvocato, poi, si supera quando si batte contro quelli che ritiene eccessi sulla sicurezza di Vivara e dei visitatori, tanto che non ha dimostrato di aver rispettato i più elementari impegni, pur se assunti, a tutela di quest’ultimi, o quando fornisce loro errate informazioni mantenendo per mesi sul sito del Comune la procedura per le prenotazioni delle visite pur sapendo che il mancato rinnovo per sua negligenza della Convenzione fa sì che il Comune oggi non può organizzarle.

Vanno ricordati i contenuti diffusi di verbali non ufficiali, il personale sbandierato e non fornito, la questione della sede a Procida della Riserva senza aver indicato dove sia e dopo che ha fatto investire risorse al Comitato per il Centro Visite in locali non disponibili, senza mai restituirle, ed una montagna di interventi ufficiali messi in atto che farebbero arrossire anche il più sprovveduto degli amministratori.

Sull’eccesso di tutela di Vivara, uno dei punti ufficiali del contendere, è appena il caso di ricordare sia lo sfascio e le sparizioni di pezzi storici dagli immobili durante il periodo del fitto da parte della Regione o le denunzie successive da parte degli ambientalisti per mancanza di adeguata sicurezza, fino ad interessare il Parlamento, con conseguenti interventi della Procura contro i responsabili della Riserva (il Pres. del Comitato Marinella e del Dir. Tec. Alvino), provvedimenti che hanno reso inaccessibile per anni l’isolotto. Detti responsabili della gestione della Riserva furono discolpati solo dopo aver esibito le “Linee guida per la gestione del rischio e dell’emergenza nella riserva”, allora ed oggi vigenti, e dopo aver messo in sicurezza gli antichi immobili, benché non nella disponibilità della Riserva. Venne così consentita la riapertura ma con ogni responsabilità a loro carico su eventuali eventi negativi.

Per ironia della sorte nei mesi scorsi, proprio ad opera di alcuni ambientalisti sono state violate sia le citate “Linee guida” che le misure relative all’inagibilità degli immobili.

E tutto questo insieme variegato di personaggi è coalizzato contro quei membri del Comitato di Gestioni che operano con correttezza, non soddisfacendo i desiderata contrapposti di aspettative da Vivara, non per Vivara.

Si pensi che si è insistentemente cercato di imporre la sostituzione dell’attuale Responsabile tecnico, ritenuto “troppo vecchio e burocratizzato” per sponsorizzare un funzionario regionale con curriculum di alta professionalità, ma privo di esperienza nella conduzione di aree protette, come richiesto espressamente dal regolamento operativo del Comitato del 2004, funzionario che ha poi anche rinunciato a prendere servizio.

Appare chiaro che quella posta in essere finora somiglia tanto ad un’azione di stalking amministrativo e può spiegarsi solo con qualche forte motivo che, prima o poi, si dovrà pur conoscere. Poeticamente l’assessore a Vivara la definisce come tentativi “per avvicinare Vivara alla comunità”. Ecco un esempio di come le chiacchere sono a buon mercato ma difficilmente sopravvivono alla realtà dei fatti.

Se il coacervo di interessi avrà la meglio contro impegno e correttezza, e ne hanno il potere per farlo, non saranno queste a perdere, ma certamente non vincerà Vivara né i procidani. Agli eventuali nuovi membri del Comitato di Gestione “più ubbidienti”, l’isolotto certamente formulerà loro un sincero pensiero: “In bocca ai lupi!”

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