Procida – Le continue difficoltà nei collegamenti marittimi da e per Procida ( l’ultima di questa mattina con la MEDMAR che ha tirato dritto) ha acceso il confronto tra le forze politiche e associative del territorio.
Peppe Giaquinto, del Comitato Utenti Trasporto Isola di Procida, è intervenuto denunciando le condizioni di precarietà che, oramai, vivono cittadini, lavoratori, studenti, commercianti.
“Visto che ci tocca un primo aliscafo per Napoli assolutamente inadeguato – scrive Giaquinto – se non con calma piatta di mare, per garantire il primo collegamento ed anche le successive partenze a lavoratori e studenti.
Visto che ci tocca una prima partenza per Napoli effettuata con traghetto di società privata tecnicamente inidoneo alle manovre nel porto di Procida con un poco di brezza e quindi inaffidabile per garantire la prima corsa ed anche la seconda corsa in nave a lavoratori, studenti, utenti dei servizi sanitari.
Visto che ci toccano due compagnie private di navigazione destinate a garantire le prime corse per Pozzuoli ed anche le successive con mezzi assolutamente inaffidabili e con pendolari in balia del primo soffio di vento.
Visto che ci tocca un traghetto veloce Caremar destinato a garantire corse essenziali con la terraferma come quella per Pozzuoli delle 9 o quella delle 17.55 per Napoli o piuttosto quella delle 19.25 da Napoli e che ha letteralmente paura di affrontare il vento di 10 nodi o le onde di un metro.
Visto che in Regione Campania stanno ancora aspettando una proposta da parte del Comune di Procida a seguito di un consiglio comunale straordinario sul tema per sovvenzione con soldi pubblici qualche corsa ritenuta essenziale per i Procidani così da renderla più sicura ed affidabile.
Visto che sono tutti presi da altro e nessuno tutela la primaria necessità di mobilità ai cittadini di Procida che con la terraferma hanno necessità di avere trasporti meno ballerini e più sicuri e rispondenti alle reali necessità. Ci chiediamo – conclude Giuseppe Giaquinto – se non sia il caso che gli amministratori, le forze politiche, le associazioni di categoria si facciano carico di tutelare gli interessi di chi amministrano o di chi rappresentano, svolgendo appieno il loro mandato e realizzando con atti concreti il loro ruolo. A meno che non rappresentano il nulla e nessuno”.
In men che non si dica non si è fatta attendere la risposta di Peppino Rosato:
“Il caro Peppino Giaquinto preso dalla foga di dover dire la sua, come portavoce del Comitato Utenti Trasporto Isola di Procida, in merito alla situazione del Trasporto Marittimo, accusa tutto e tutti di non fare abbastanza per assicurare gli interessi dei procidani.
In primo luogo, e non credo ci sia bisogno di ribadirlo, occorre dire che c’è un solo responsabile: la Regione Campania che, avendo mantenuto a se stessa la gestione di tale tipologia di trasporto, ne assume oneri ed onori. Non credo sia il caso di sprecare altre parole per raccontare l’insoddisfazione degli isolani del golfo di Napoli per la politica dei trasporti a mare fatta in questi anni, né le battaglie legali intentate contro tale politica. Non appare, però, condivisibile il mettere tutti nello stesso calderone per l’attuale stato in cui versa il servizio, assolutamente essenziale per gli isolani.
Pensare di fare di tutta l’erba un solo fascio significa non dar conto del lavoro che ciascuno dei Soggetti che viene chiamato in causa porta avanti da tempo, anche senza anelare alle pagine dei giornali ovvero ai mi piace (like) dei seguaci (followers) del proprio profilo social (fb, tw, altro).
Innanzitutto osservo che laddove si accusano le associazioni di categoria, oltre a mancare di rispetto a chi è impegnato in tali organismi senza nemmeno sapere come operano, viene denunciata l’inerzia di se stesso, portavoce di un Comitato di Utenti che, lo dice da sé, rappresenta il nulla ovvero nessuno!
Da parte mia, dopo aver lasciato passare le tante “bufale” proclamate nei diversi interventi che tale portavoce ha finora effettuato nel Settore a nome del citato “Comitato”, portando nel campo di battaglia politico, credo guardando alle prossime amministrative comunali, il Trasporto Marittimo, a nome dell’Associazione di Utenti, in cui da oltre 20 anni sono attivamente impegnato coordinandone la sezione del Trasporto Marittimo, esprimo una ferma condanna per tale modo di agire. Non ritengo corretto, infatti, far leva sul disagio dei tanti pendolari ed utenti di un servizio che riguarda un bisogno primario di tutti gli isolani cui non è possibile rinunciare e nel quale occorre avere la massima coesione per perseguire obiettivi comuni, senza voler piantare a tutti i costi bandierine che servono a poco, se non a dividere e dunque indebolire le giuste rivendicazioni degli isolani. A mio avviso – sottolinea Giuseppe Rosato – tale argomento non va mai portato nella battaglia politica isolana. Tanto premesso, è evidente che quanto accaduto in questi giorni, specie la soppressione delle corse mattutine del 6 u.s., sia intollerabile e che è necessario lavorare per contrastare quest’agire da parte dei Vettori che sta diventando abituale.
Già dal novembre scorso, il mese peggiore degli ultimi anni se consideriamo il numero di corse soppresse, abbiamo interrogato la Regione per avere contezza dell’applicabilità del Regolamento CE 10977 del 2010, sanzionato con il D.Leg.vo n.129/2015, al fine di costringere i Vettori ad assumere impegni economici nei confronti dei passeggeri che subiscono disagi dalla soppressione di corse di cui hanno acquistato il biglietto di viaggio, abbonamenti compresi.
L’obiettivo è ottenere la riduzione delle soppressioni di corse, limitandola agli effettivi casi di necessità in quanto vogliamo che il Vettore non valuti “conveniente” ma “necessario” sopprimere la corsa.
Altro obiettivo da perseguire è di giungere alla condizione in cui è l’Autorità Marittima a stabilire la soppressione di una corsa e non la “insindacabile” decisione del Comandante, che è un dipendente della società Vettore, obiettivo molto più difficile perché contrasta con il Codice della Navigazione.
Purtroppo, e ciò lo si vede in tutte le attività, la nostra Società, ricercando sempre e comunque “il colpevole” di un evento che in altra epoca era considerato fortuito, comporta che le decisioni di chi assume la responsabilità sono sempre interconnesse con altre determinando lo stallo del sistema. Un esempio di ciò possiamo vederlo nella chiusura delle scuole, che di recente avviene sempre più spesso a causa di eventi meteo, non certo per gli eventi in sé, ma in conseguenza delle condanne inflitte ai Sindaci accusati di non averli adeguatamente gestiti.
La Regione ancora non si è espressa sulla nostra richiesta, e si è provveduto a sollecitarla. In merito, poi, all’ipotesi di ricorrere alle manifestazioni di piazza per reclamare diritti che sulla carta sono già stati conquistati (continuità territoriale e mobilità), visto che ne stiamo a parlare dopo oltre vent’anni dalla manifestazione degli “Schiavi della Caremar”, che organizzammo nel 1997, l’esperienza ci deve insegnare che dobbiamo cercare altre strade onde evitare tra vent’anni di parlare ancora delle stesse cose”.