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L’editoriale di Sebastiano Cultrera: “I misteri al Corpus Domini?”

Ditgprocida

Mar 8, 2020

Sebastiano Cultrera – Per prima cosa facciamo gli auguri all’amico Matteo Germinario, di recente eletto Priore della Congrega dei Turchini, di Procida, che è quella nota a moltissimi, anche non procidani, per avere la responsabilità di organizzare, annualmente, la processione del Venerdì Santo. L’elezione è avvenuta dopo tre anni di commissariamento, vissuti non senza polemiche e discussioni. La elezione, combattuta ma dall’esito netto, del nuovo Priore deve portare ad un periodo di pacificazione interna ed esterna. La Congrega deve tornare ad essere quel punto di riferimento spirituale, culturale e sociale di cui la nostra isola necessita: l’appello che facciamo quindi, a tutti i soggetti interessati è quello di convivere e collaborare in armonia per il bene di questa gloriosa e centenaria istituzione. Va da sé che gli sforzi maggiori, verso la pace e l’unità, debbono compierli coloro che hanno maggiori responsabilità, a partire dal nuovo Priore, che è un uomo saggio e di pace.

Adesso, poi, la unità e la concordia sono particolarmente importanti perché ci si trova davanti ad una situazione eccezionale, che necessita decisioni eccezionali. Il coronavirus che sta, proprio in questi giorni, manifestando il picco della sua virulenza (speriamo sia il picco) sta costringendo il Governo ad emettere misure sempre più drastiche per contenerlo. Tra cui divieti di assembramento, di manifestazione e, quindi l’idea che la processione possa tenersi “regolarmente” e senza accorgimenti è impensabile. In realtà è in dubbio lo svolgimento stesso della processione, e, sicuramente, allo stato, non esistono previsioni possibili che abbiamo un minimo di fondamento.

La preparazione dei misteri è, quindi, impossibile, sia perché non è dato conoscere l’esito del lavoro, sia perché proprio le azioni di costruzione e preparazione dei misteri sono attività socializzanti di per sé, e quindi contrarie alla profilassi imposta dal Governo con l’ultimo decreto.

Circolano tante ipotesi. È pur vero che, epicamente, è accaduto di riuscire a preparare i Misteri anche nell’ultima notta. Tuttavia una costruzione ordinata, e organizzata, prevede svariate settimane di tempo. E molti Misteri sono già in costruzione. La data è vicina. Manca un mese al Venerdì Santo (10 aprile) e non è possibile attendere gli eventi.

CHE FARE?

Lanciamo, quindi, una proposta, magari un po’ sui generis, ma, forse, in grado di salvare Capra e Cavoli, tenendo conto della eccezionalità ed irripetibilità della situazione.

SPOSTIAMO I MISTERI NELLA PROCESSIONE DEL CORPUS DOMINI?

Partiamo quindi dall’eccezionalità della situazione, che verosimilmente, porterà a scegliere di ANNULLARE gli eventi a partecipazione pubblica durante la settimana santa, e quindi a fermare le costruzioni dei misteri.

E cos’è il CORPUS DOMINI, se non la celebrazione del valore salvifico del Corpo di Cristo, nella fase successiva della settimana di Pasqua culminata con la RESURREZIONE?

Coi primi caldi il virus sloggerà e anche la nostra isoletta si preparerà a vivere una stagione di RIPRESA E DI RISCATTO, in sintonia con le grandi energie che metterà in campo la nostra Italia, CHE NEI MOMENTI DRAMMATICI SA SEMPRE DIMOSTRARSI UN GRANDE PAESE. Anche noi procidani, quando non litighiamo tra di noi, quando non sprechiamo energie nell’invidia e nei cattivi pensieri, quando siamo all’altezza della nostra tradizione SIAMO UN GRANDE POPOLO.

Ripartire, con la partecipazione dei giovani e dei loro misteri, alle porte di una estate che si prospetta difficile ma stimolante, dietro al più potente simbolo religioso, che è anche unità culturale e laica della nostra comunità, sarebbe un bel segnale. Certo, si tratterebbe, di un evento eccezionale, ma non scordiamoci che le processioni nascono, o si modificano, storicamente, in momenti eccezionali, come per la fine delle pestilenze, ad esempio. L’anno prossimo tutto tornerebbe come prima.

L’impatto, sul piano della comunicazione, e sul piano del rilancio turistico sarebbe enorme. Sul piano della comunità sarebbe un modo per ritrovare, almeno in un giorno (ma è lecito sperare di più) collaborazione, orgoglio e armonia sincera.

La data, il tempo e le abitudini giocherebbero contro, ma faccio sommessamente notare che la data della Pasqua (e quindi di tutta la settimana santa (pur essendo mutevole secondo le fasi lunari) è COMUNQUE FRUTTO DI UNA CONVENZIONE UMANA, che non ha nulla di sacro, se non la tradizione stessa.

E il Cristo Morto? Che c’entrerebbe? Cioè che senso avrebbe la partecipazione della statua del Cristo deposto, in una processione in altra data?

Per rispondere dobbiamo fare un passo indietro, al Tempo del Natale, al “Verbo si fece carne”, all’origine di tutto.

Abbiamo più volte sottolineato che la processione del Venerdì Santo NON È il funerale di Cristo. È il senso della meditazione di quella fase di passaggio verso la redenzione, verso la RESURREZIONE, verso la PASQUA. Perché Gesù Cristo È MORTO UNA VOLTA SOLA e oggi ci è dato, per mezzo del suo sacrificio, di potere scegliere una vita cristiana o, comunque, di abbracciare o confrontarci con quei valori.

Il senso quotidiano (o almeno domenicale) della vita cristiana è (dovrebbe essere) proprio il CORPO DI CRISTO, che noi assumiamo tramite l’EUCARESTIA, che è il FULCRO del MISTERO CRISTIANO, che lo rende vivo, e imperituro nei secoli. La TRANSUSTANZIAZIONE è il termine teologico che descrive il cambio di stato, di sostanza, tra l’origine e la fine del mistero. Ma l’origine prima del mistero cristiano è proprio “il Verbo che si fece carne” che vive e cresce come Figlio dell’Uomo, che muore (il Cristo Morto) PER RISORGERE e SALVARCI e per NUTRIRE LA NOSTRA VITA.

Il cerchio può chiudersi, quindi, ed anche la coerenza teologica e l’ortodossia della tradizione, purché la comunità voglia accettare, con gioia, l’idea di una epifania collettiva per progettare, da ora, con devota attesa, che la “nottata” passi, e che si giunga, in quel giorno a mostrare a sé stessa e al mondo che Procida è pronta a fare la propria parte. E prepara, da oggi, il vestito della festa.

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