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TGPROCIDA

Raccontare il presente, capire il futuro

L’editoriale: “Basta divieto! Basta macchine!”

Ditgprocida

Mag 9, 2020

Sebastiano Cultrera – La Fase 2 è partita nella nostra isola. Ma si tratta di una fase delicata, piena di spirito di libertà, che va giustamente assaporata; e densa, altresì, di insidie e di pericoli. Vogliamo veramente trarre qualche lezione dal periodo di isolamento trascorso? Vogliamo cominciare a riprendere azioni e percorsi “di prima”, cercando di limitare possibili danni a noi stessi e agli altri?

Allora partiamo dal COME muoverci. È probabile (anche se non definitivamente provato) che il caldo crescente RALLENTI, perlomeno, la virulenza (cioè la capacità di riprodursi rapidamente e, quindi, di infettare) del SARS- Cov-2 (che è il nome del Virus, che provoca la malattia Covid-19). Sotto il sole cocente, e su superfici esposte al sole, in poco tempo, il virus sembra destinato a morire.

Ma all’interno di una bella macchina, magari con aria condizionata a palla? E mettiamo che questa macchina si metta a fare giri per la nostra isola diventando strumento di socialità, caricando ora uno e ora un altro dei nostri amici, non pensate che, anche in estate, il virus si metta a fare salti di gioia?

Quindi procedo con alcune considerazioni che promuovano ATTEGGIAMENTI CORRETTI, al di là delle ordinanze e delle normative sul Covid 19, che proporranno, evidentemente, sempre minori limitazioni mano a mano che la epidemia diminuisce. Ma, attenzione, il problema sono gli asintomatici, più probabili proprio tra i giovani e giovanissimi.

Rinuncio da subito a mischiarmi nell’Alta Politica procidana che sta girando attorno al solito fondamentale ed esistenziale problemone: divieto sì o divieto no? Lasciamo che l’Alta Politica si occupi di ciò. Tanto il divieto, quando viene proposto, è sempre in orari marginali e che serve alle amministrazioni solo per rilasciare permessi. E bisogna registrare che, anche in questo campo, la continuità amministrativa è stata rispettata. Sia “quelli di prima” sia “quelli di adesso” hanno replicato lo stesso schema: divieto e permessi. Ora quelli che non possono mettere il divieto cercano di evitare che altri lo facciano per stoppare il clientelismo dei permessi a ridosso dalle elezioni. Questo è, purtroppo ciò di cui si sta parlando: non illudiamoci! E il divieto, così proposto, è sempre stato pressoché inutile.

Ma torniamo al virus. Il problema, nei prossimi mesi sarà quello di non assumere COMPORTAMENTI A RISCHIO che ne agevoli una trasmissione anche silente, anche in vista dei maggiori contatti umani che il periodo estivo favorirà. Ciascuno di noi dovrà fare un piccolo sacrificio a favore della propria salute. E siccome, per motivi economici, auspichiamo una rapida e sensibile ripresa del turismo, dobbiamo pensare, e anche sperare, quindi, che i contatti umani si moltiplichino, e che quindi il rischio si moltiplichi di conseguenza.

Il virus, purtroppo, SOPRAVVIVERA’ all’estate e tutti gli esperti sono concordi nella possibilità di una forte ripresa della epidemia a partire dall’autunno. Quindi, amici procidani, al di là delle regole e delle leggi, facciamoci furbi e badiamo a noi stessi, e stiamo in campana!

Mi riferisco soprattutto ai giovani: avete riscoperto la bellezza di spostarvi in libertà. Molti giovani isolani, oramai, acquistano la bicicletta piuttosto dello scooter, già da adolescenti. Il problema è che non è passata di moda l’abitudine di acquistare una bella macchina coi primi soldi in tasca, magari dopo il primo imbarco.

Ma l’automobile, a Procida, serve poco alla socialità, perché non ci sono lunghi tratti da condividere. A parte il rischio che l’ambiente stretto dell’abitacolo dell’auto comporta, bisogna considerare un altro aspetto.

Le polveri sottili e l’inquinamento atmosferico, anche a Procida, sono incrementati dall’abuso dei veicoli a motore. Non sappiamo se il virus è direttamente favorito dall’inquinamento, ma l’INQUINAMENTO indebolisce le nostre difese immunitarie (aprendo un’autostrada al virus)! Inoltre ciò che respiriamo va nei nostri polmoni che li infiacchisce, quando non li ammala sul serio, favorendo (ahimè) i danni del virus, in caso di contagio. E sappiamo tutti cosa respiriamo se ci troviamo a piedi nel tratto tra Sant’Antonio e San Giacomo, per esempio: e non solo in quel tratto.

E poi la bella gioventù procidana può incontrarsi e vedersi meglio camminando a piedi o sulla bicicletta.

Tutti gli studiosi stanno consigliando la bicicletta (per tutti coloro che ce la fanno: e con quella elettrica ce la possono fare quasi tutti) come MEZZO CONSIGLIATO per raggiungere, anche nelle città, il posto di lavoro. Il Governo e le Regioni (Lombardia in testa, che è la regione più colpita) stanno già mettendo in cima alle infrastrutture da realizzare LE PISTE CICLABILI.

Sta per partire un Piano Nazionale di SOSTEGNO per l’acquisto delle biciclette elettriche (si pensa ad un contributo di 500 euro)

Un grande giornale americano elogia Procida come l’isola delle biciclette elettriche. E il proliferare dell’uso della bicicletta elettrica (con le opportune cautele, soprattutto per i minori) è una abitudine virtuosa che i cittadini procidani hanno conquistato.

Vogliamo perdere il nostro primato VIRTUOSO (proprio in una situazione del genere) solo perché si avvicinano le elezioni e la nostra malconsigliata classe politica (quelli di PRIMA e ADESSO senza distinzioni) sembra incapace (per motivi elettoralistici: sono convinti che chi vieta la macchina perde) di organizzare un serio piano di mobilità alternativa e compatibile?

Quindi ora tutti i procidani responsabili, e in primis i giovani, hanno un quadro chiaro. La situazione, prima del virus, e all’approssimarsi di ogni estate era quella di LIMITARE IL TRAFFICO a favore dei TURISTI (e le amministrazioni di turno “agevolavano” l’acquiescenza della popolazione rilasciando centinaia di permessi ad personam).

Adesso si tratta di comprendere che l’uso della macchina soprattutto ma, in genere dei veicoli a motore, è di per sé UN COMPORTAMENTO A RISCHIO. Ciò indipendentemente dalle ordinanze e dal divieto.

Prima qualcuno di noi andava a chiedere il favore di un permesso agli amministratori per usare la macchina. FACCIAMO AL CONTRARIO: anche se si potrà circolare GUARDIAMO ALLA NOSTRA SALUTE e rinunciamo spontaneamente al veicolo a motore.

NON C’E’ BISOGNO DEL DIVIETO PER RINUNCIARE ALLA MACCHINA.

Invito, quindi, i giovani e i meno giovani volenterosi, le associazioni, le forze politiche, gli addetti all’informazione, le imprese responsabili del territorio a unirsi in una campagna pubblica di consapevolezza e di coinvolgimento collettivo con parole d’ordine di questo tipo:

LIBERI DI SPOSTARCI

LIBERI DALLE MACCHINE

LIBERI DAL VIRUS

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