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Confesercenti contesta l’ordinanza: no chiusura bar alle 23 ma più controlli anti-assembramento

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Mag 21, 2020

Procida – Il presidente di Confesercenti Campania, Vincenzo Schiavo, scrive una lettera alla Regione Campania per chiedere l’annullamento del limite delle ore 23 per la chiusura di bar, chioschi, baretti, vinerie ed esercizi dei centri storici delle città della Campania. «La chiusura di tali attività alle ore 23 – si legge nella missiva – determinerà per tutti gli esercizi un danno commerciale ed economico spaventoso, considerato che detti esercizi iniziano la loro attività dalle ore 22 in poi. È una richiesta che facciamo in base alle numerosissime telefonate ed email provenienti dai nostri esercenti che svolgono la loro attività nei centri storici delle città».

Confesercenti in queste settimane ha sempre creato un dialogo e un confronto costruttivo con la Regione e in tal senso sa benissimo che l’ordinanza «intende prevenire eventuali contagi per il comportamento irresponsabile di persone che non attendono alle norme sanitarie indicate per la prevenzione del contagio da Covid19 – spiega Schiavo – e c’è piena disponibilità dei nostri esercenti a far rispettare i protocolli e le linee guida di prevenzione al virus. Chiediamo però di sospendere tale ordinanza e il limite delle ore 23 per sensibilizzare la Prefettura, i Comuni, le forze dell’ordine e la Polizia Municipale dei Comuni della Regione, affinché controllino pedissequamente gli affollamenti e i conseguenti comportamenti delle persone che accedono ai pubblici esercizi, evitando in tal modo comportamenti non confacenti alle disposizioni nazionali e regionali sulla prevenzione sanitaria al Covid19».

Non solo, Confesercenti Campania intende collaborare anche in tal senso con le istituzioni: «Contestualmente gli esercenti, che in queste ore hanno provveduto ad acquisire quanto necessario per la propria attività dopo mesi di inoperosità, daranno la massima collaborazione – si legge nella lettera di Schiavo – anche con l’aiuto di addetti al controllo delle attività di intrattenimento e spettacolo, per contenere la presenza della clientela osservando le norme del distanziamento e della protezione, oltre a tutto quanto è d’obbligo nei regolamenti e linee guida». «Il concetto per noi è semplice – conclude Schiavo -, se si crea assembramento non è certo a causa di un bar aperto oltre le 23 ma dipende dalla gente. L’affollamento viene fuori comunque, anche con i baretti chiusi, se non c’è la volontà delle persone di rispettare le regole, se non ci sono controlli e se non c’è attività di prevenzione ed educazione culturale. Gli esercenti vogliono lavorare, senza assembramenti, negli orari consoni».

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