PROCIDA – “O il governo si sveglia, e immediatamente, o è la fine per le 150 imprese di navigazione e per i 12.000 lavoratori dipendenti che operano nel settore del trasporto di persone via mare lungo la costa italiana, lagunare, lacuale e fluviale. Il che equivale alla fine del trasporto turistico, dato che sono proprio le navi delle nostre imprese ad assicurare gli spostamenti alle centinaia di migliaia di turisti che vogliono visitare le numerose località costiere e le nostre isole famose in tutto il mondo.”
Forte e chiaro è il mayday lanciato al governo dal Presidente della Associazione Italiana Armatori Trasporto Passeggeri, Salvatore Gambardella, fortemente preoccupato per l’inerzia del governo nonostante le segnalazioni effettuate dalla Associazione e persino una audizione svolta in commissione Finanze alla Camera sulla conversione del decreto liquidità.
Siamo molto allarmati dal crollo verticale dei fatturati che supera l’80% – prosegue il Presidente Gambardella – e dalla incoerente ed illogica azione del governo che, da un lato, dice di voler aiutare il turismo e i lavoratori e dall’altro dà soldi senza avere le idee chiare su come il trasporto turistico si sviluppa nella pratica. Aiutare soltanto le agenzie di viaggio, i tour operator e le compagnie aeree come sta facendo il governo non ha infatti alcun senso, perché anche se i turisti dovessero arrivare non troverebbero più le imbarcazioni per raggiungere le numerose località costiere come Amalfi, Portofino, La Maddalena, Venezia etc e neppure le numerose isole, tra cui ricordo le Eolie e le Egadi per essere chiaro. Il governo non se ne è ancora reso conto”.
“Spero vivamente che raccolga questo segnale di pericolo di danni irreparabili e che rimedi immediatamente in sede di conversione del decreto rilancio, poiché ci attiveremo ancora una volta per fare presentare emendamenti a tutela di questo settore sinora dimenticato e invece fondamentale per la sopravvivenza del trasporto turistico, che è stato e deve potere continuare ad essere un fiore all’occhiello del nostro Paese. Siamo stufi di sentire ripetere dalla politica che abbiamo 8.000 km di coste e di assistere poi a questa grave inerzia. Basta chiacchiere, il governo faccia i fatti. Non possiamo più aspettare.”