Gino Finelli – Un tempo quando si faceva la politica, quella vera, ogni parola era usata con attenzione e soprattutto pensata e attentamente vagliata prima di pronunciarla. Cioè prima di parlare si soleva, riflettere, valutare il proprio pensiero e infine esprimerlo in pubblico. Quei pochi politici, di qualsiasi livello, che improvvisavano o peggio parlavano d’impulso, dunque senza prima aver ponderato, erano sempre malvisti e considerati come incapaci di assolvere il loro ruolo o di ricoprire un incarico pubblico, soprattutto elettivo. Vi era un rispetto dell’Istituzione che si andava a rappresentare e degli elettori che avevano concesso la fiducia.
Una classe dirigente che, pur con i numerosissimi errori commessi, rappresentava il paese in modo dignitoso e certamente con la conoscenza della macchina pubblica e del meccanismo della politica.
Poi lentamente nel corso degli anni, con la progressiva dequalificazione della didattica primaria e secondaria, fino al decadimento dell’istituzione universitaria, con le numerose e spesso vergognose riforme degli ordinamenti, si è assistito ad un impoverimento della preparazione in tutti i settori e in particolare nella politica, dove sono approdati rappresentanti senza un percorso di formazione, spesso privi di una cultura di base e di quella necessaria conoscenza per far funzionare la complessa macchina delle amministrazioni. Per queste ragioni ci troviamo oggi ad avere una classe politica insoddisfacente e ci troviamo difronte a una rinuncia alla partecipazione alla cosa pubblica della maggior parte di quelle menti che avrebbero potuto e, a mio avviso, dovuto cimentarsi per evitare questa progressiva caduta che ci accompagna da anni. Dunque nulla di nuovo quando si leggono dichiarazioni, commenti, correzioni o quant’altro, quando si assiste a considerazioni espresse per iscritto che si contraddicono e spesso sono dirompenti per il solito uso di parole e linguaggio non in linea con il pensiero, finendo così con lo scusarsi, con il dover giustificare quello che si è detto o con il colpevolizzare altri per la propria impreparazione e la propria incapacità di espressione.
La politica di oggi non si articola mai sul confronto tra le parti. E’ un ricordo lontano quello delle contrapposizioni di idee, oggi l’unica cosa che si sa fare è attaccare l’altro, tentare in tutti i modi di additare responsabilità e colpe all’avversario e non si riesce mai a riconoscere le proprie lacune o incapacità. Si utilizza la memoria corta del popolo italiano per lasciare che si dimentichi il passato prossimo e con esso affermazioni e posizioni.
Un gioco di uno squallore indicibile che denota oltre che l’improvvisazione, anche una carenza strutturale di pensiero e di idee.
Ci accingiamo a votare per Regione e Comune, ancora una vota forse voteremo sull’onda di una incapacità a riflettere e a guardare al futuro, probabilmente finiremo con il dover dare il nostro consenso in modo superficiale e poco attento, e, ancora una volta, il gioco dell’incompetenza e del qualunquismo sarà compiuto a danno delle generazioni che verranno, della nostra immagine e della nostra storia.
Mi diranno che sono vecchio, ma la vecchiaia mi ha portato conoscenza, e saggezza e proprio per questo posso esprimere con ancora una lucida intelligenza, un pensiero scevro da personalismi e soprattutto da ambizioni di ruolo, posizione o peggio di potere. Ho dunque un meraviglioso posto di osservazione dal quale guardare non solo ciò che accade, ma anche chi consente che ciò accada e quindi poter liberamente esprimere una opinione e formulare un giudizio. Mi farebbe davvero però molto piacere avere anche un contradditorio, ascoltare una o più voci per poter finalmente aprire un confronto politico sulla scia di competenze, correttezza tra le parti, finendola con l’usare il linguaggio dell’offesa e delle accuse che appartiene a tutti i politici che sono solo politicanti.
Per il mio profondo legame con l’Isola sento il dovere morale, oltre che sociale, di dare un forte contributo per il rinnovo del Consiglio Comunale, un contributo di idee, pensiero nella più aperta collegialità e confronto. Per questo un primo appuntamento che, al più presto pubblicizzerò, sarà con qualificati esperti di medicina infettiva e di profilassi, per informare tuttala cittadinanza sulle verità e su quanto potrà e, dico potrà, avvenire in futuro. Troppe cose sono state dette e moltissime sono solo per continuare nel ruolo dell’apparire anzichè dell’essere.
Spero sulla scia di questo primo incontro di continuare a organizzare confronti sempre con quella correttezza istituzionale e soprattutto privi di personalismo, di facili arroganze e di accuse personali, che sono degne soltanto di chi non ha nessuna competenza e non può e non dovrebbe assumere ruoli amministrativi.