Pina Di Franco | In regime di austerity mantenere un basso profilo non vuol dire puntare a sprofondare. Come a dire che, toccato il fondo, continuare a scavare crea comunque movimento, dando l’illusione che qualcosa si muova.
L’economia dell’isola è al collasso: è tutto fermo, soffocato nella morsa di consumi ridotti allo stretto necessario, isolato nell’immobilismo di chi non crede nell’investimento di capitale e di risorse umane di un tessuto economico ormai sfilacciato e privo di punti di riferimento istituzionali.
In ginocchio, molto più che nel resto del Paese, la nostra micro-economia si trascina esanime, aspettando l’ossigeno dei mesi estivi; una fune, per una località semi-turistica, che paradossalmente strangola quanti si lasciano vincere dalla speranza che la stagione ventura qualcosa migliorerà.
“Fittasi” e “Cedesi attività” sono la cartina di tornasole dell’andamento delle imprese locali: i cartelli che abbondano lungo le vie nevralgiche dell’isola catturano con drammatica puntualità gli effetti di una crisi economica nazionale ed internazionale che parte da lontano, e che non ha risparmiato neanche i grandi gruppi industriali e finanziari.
Sull’isola la crisi si fa più aggressiva, più feroce, togliendo del mordente alle iniziative commerciali ed imprenditoriali già alquanto scarse. Del resto, le limitate capacità di mercato, intese come volumi di scambi possibili, di acquisti e di vendite di beni e di servizi, affossano ancor di più un’economia isolana che stenta a decollare, vuoi per gli elevati costi di gestione, vuoi per mancanza di iniziative adeguate alla valorizzazione del territorio e della sua economia, se non anche, altrettanto spesso, per la mancanza di specifiche competenze professionali legate ai diversi settori.
Si fa presto a far due conti: le imprese dell’isola sostengono degli oneri di gran lunga superiori a quelli del vicino capoluogo napoletano e di tutta la provincia. Dagli affitti al trasporto delle merci via mare, senza parlare dei costi assurdi dei servizi di igiene ambientale, fornitura idrica, ecc. , le nostre attività sono tra le poche sul territorio campano a dover sostenere tutti i costi possibili ed immaginabili per (provare ad) essere “a norma” praticamente su tutto: Procida è fatta periodicamente oggetto di controlli da parte di tutte le forze di polizia, tributaria e non. E non si capisce francamente perché, per inciso, le istituzioni non si adoperino con la stessa efficienza anche in altri territori, a partire da quelli più a “rischio”.
Quindi, se da un certo punto di vista il nostro si configura ancora come un territorio controllato, sicuro, al riparo dalla criminalità spicciola e dall’illegalità spudorata, non può vantare al proprio attivo dei riscontri economici di pari portata. Chi vuole non sa fare economia, e chi potrebbe farne non ha la volontà di sostenere un meccanismo che ha bisogno di sinergie e di cooperazione.
Col Natale ormai alle porte, non sono state proposte iniziative né eventi che possano fungere da momento di intrattenimento e da incentivo ai consumi.
Pare che l’Amministrazione comunale non abbia nemmeno i soldi per le tradizionali luminarie: luci modestissime, unica nota di colore, senza altri segni di festa in un’isola a cui la festa l’hanno già fatta un po’ tutti.
FAVOLOSA FOTOGRAFIA DEL NOSTRO TERRITORIO. BRAVISSIMA L GIORNALISTA.LEI DOVREBE ESSERE IL NOSTROASSESSORE O IL PRESIDENTE DI NOI COMMERCIANTI.
MARIA A.
L’assessore aiello dovrebbe dimettersi il prima possibile. sta facendo solo guai per noi piccoli commercianti
Finchè a Procida si fà politica e non amministrazione, sarà sempre peggio.
Certo che voi commercianti siete strani. Non dite nulla se vi aumentano le tasse, il vostro rappresentante si bea quando il sindaco e l’assessore lo ringraziano per la collaborazione (e voi state zitti) e poi che fate, su questo blog fate vedere che volete le dimissioni di Aiello o un nuovo presidente?
Ma a queste persone li avete votati voi o no?
Quanto siete strani.
Sicuramente noi NO, Mimmo Aiello non è la persona che ci rappresenta!! Ma il punto non è questo, Io credo che chi dice voi li avete votati, credo che ci sia anche lui in mezzo a questo voi. Fate vedere che buttate la pietrella e nascondete la manella!!! Allora chi è senza peccato scagli la prima pietra! RICORDATEVI CHE TUTTI SIAMO DI SINISTRA POI AL MOMENTO DEL DUNQUE CI RICORDIAMO CHE NON E’ COSI’!!!!
A questo punto non so se siete strani o ipocriti.
Non siete capaci di difendere i vostri investimenti a causa delle cambiali che avete firmato per il piacere avuto o da avere o ancora da chiedere.
Invece di fare autocritica che fate? Date la colpa a chi vi spiattella la verità che non volete sentire.
Voi commercianti potreste rappresentate (se solo aveste la capacità di rendervene conto) il motore economico dell’isola ed invece non siete altro che zavorra. Tutti vi trattano a pesci in faccia ed il bello è che dovete tacere.
Invece di lamentarvi perchè non protestare (tutti insieme)?
Mi scuso con chi non si identifica in quanto ho detto sopra (ma chi non si identifica perchè non reagisce???)
A proposito non sono un commerciante; non voto a Procida; amo la vostra isola; adoro come cucina un cuoco che porta il suo stesso cognome (ma lei è il fratello?).
Mi dimostri che sbaglio e le chiederò scusa.
Come diceva un comico io sono sincero le cose le dico in faccia (in napoletano rende geglio il concetto pero)!!!
Vorrei sapere quali sono le iniziative dei commercianti per aumentare le proprie vendite come fanno i commercianti di Capri e Ischia . Ma aspettate sempre che altri lavorino per voi e propongano iniziative per far aumentare i vostri profitti?
poveri noi commercianti,se la mattina ,padre,figlio e spirito santo,dobbiamo “apparere” i soldi per il fitto(qui di 1500, euroooooo) ma ci rendiamo conto!!!!!!!!io ci sto male.e quando potremo più mettere qualcosa da parte per i nostri figli se non si riesce più a vivere alla giornata.poi viene il supermercato di ischia e si porta via i nostri soldi e come se non bastasse si va ai centri commerciali per “risparmiare”!!!!!!!!!!!(che cosa ?)altri soldi che vanno via.è logico che non ci troviamo più con i conti.
Ho letto sul Mattino che i vostri politici e l’ascom hanno scritto una lettera ai cittadini invitandoli a spendere a Procida?
Capisco i politici (tanto è gratis) ma davvero i commercianti (tramite l’ascom) hanno scritto una lettera del genere?
E cosa dice l’ascom degli aumenti della spazzatura e suolo pubblico? Li pagheranno quei pochi procidani che a natale spenderanno a Procida?
E voi commercianti avete qualcosa da dire????
Sig. Gennaro,
Ce lo dica lei come fare per incrementare le vendite.
Siamo tutti bravi a fare una cosa quando non siamo direttamente coinvolti.
Purtroppo, i prezzi praticati (anche se io in primis ho defalcato una bella percentuale), sono legati ai costi di gestione delle attività.
Io non dico che voglio straguadagnarci, ma almeno rendermi la vita dignitosa.
I commercianti TUTTI, prima di metterci il lavoro (che non è poco), ci mettono
la faccia e gli investimenti, anche se questo non ce lo ha ordinato il medico.
Cari commercianti leggetevi quello che scrive la Confesercenti.
Il consigliere Mimmo Aiello, delegato al commercio, ha dimostrato che la sua politica è fallimentare insieme a quella dell’ascom. Solo tante chiacchiere…e poi ??
Non basta un manifesto per invogliare i procidani a spendere sull’isola, ma serve solo a mortificare chi fa il commerciante scambiato in quel manifesto per un mendicante.
Adesso, pare, che il Comune voglia vietare la vendita ambulante di commercianti provenienti da Napoli….e perchè?? Dicono per tutelare il commercio locale.
Ok!
Ma i consumatori chi li tutela (Tommaso Forestieri e Franco Ridda dove siete ?) costretti a pagare prezzi altissimi ?? Un pò di giorni fa alcune rivendite di elettrodomestici si lamentavano di quel camion venuto da Napoli che vendeva lavatrici, con tanto di scontrino, a basso costo.
L’unica cosa che tra i clienti del camion c’erano tanti commercianti procidani che poi hanno rivenduto le lavatrici ai procidani.
Pare che adesso vogliono bloccare lo sbarco del camion…. e questo è il commercio