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VIVARA NELLA BUFERA: IL “PROCIDA OGGI” VA ALL’ATTACCO. Prof. Costantino D’Antonio: “Se si vuole percorrere la via seria del giornalismo, bisogna “avere la schiena dritta”

DiRedazione Procida

Lug 8, 2020

Procida – Un articolato pezzo del periodico locale “Procida Oggi” ha acceso di nuovo i riflettori sulla gestione dell’isolotto di Vivara. Uno spaccato da cui emergerebbero responsabilità pesanti, atti controversi, conflitti d’interesse, che di certo pongono in cattiva luce la gestione della riserva.

L’ATTACCO DEL PROCIDA OGGI:

….“Il comitato di gestione della riserva – scrive i Procida Oggi –  presieduto dal famoso imprenditore napoletano, Maurizio Marinella, il “re delle cravatte”, era stato azzerato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa nel dicembre scorso, per la mancata nomina dei rappresentanti degli aventi diritto, affidando la gestione al dott. Gennaro Esposito, ex attivista della LIPU. Nominato anche il direttore tecnico della riserva. E’ il funzionario regionale Simonetta Volpe che subentra a Ciro Alvino, funzionario regionale in pensione, dimissionario, che ha retto l’incarico per oltre un decennio. Ciro Alvino era finito al centro delle polemiche innescate dal Comune di Procida, e da altre parti interessate, per aver adottato un regolamento giudicato tanto restrittivo in merito alle visite sull’isolotto, da impedirne praticamente la realizzazione.

La convincente difesa del funzionario regionale era basata sul fatto che quel tipo di regolamento mirava soltanto a tutelare, difendere e garantire, nella sicurezza, il patrimonio ambientale di Vivaro e la stessa incolumità dei visitatori. Alvino aveva avuto, poi,insieme al Comitato di Gestione, “l’ardire” di non approvare un progetto della LIPU, riguardante l’inanellamento degli uccelli su Vivaro, che prevedeva di aumentare una spesa annuale di 4 mila euro , portandola a 125 mila euro complessivi per 5 anni. Ancora: il Comitato di gestione aveva avanzato la richiesta di dichiarare decaduto il prof. D’Antonio, rappresentante LIPU, per assenze non giustificate dalle riunioni, come del resto previsto dal decreto di nomina. Questo il “casus belli” che ha fatto nascere il braccio di ferro fra il Comitato di gestione ed il Ministero dell’Ambiente.

Era facile prevedere chi avrebbe vinto lo scontro. “Casualmente” capo della segreteria del Ministro Costa, è il dottor Fulvio Maimone Capria, uno dei massimi esponenti della LIPU di cui è stato presidente fino al giugno 2019 e come tale aveva firmato anche la convenzione onerosa con la Riserva su cui vigila il Ministero presso cui opera . Dopo quanto accaduto, Ciro Alvino, il valoroso e stimato ex funzionario regionale, è passato all’attacco e ha denunciato tutto quanto emerso: comportamenti, anomalie, nonché potenziali conflitti di interessi di componenti del vecchio comitato con un vasto dossier denuncia, inviato al Ministero dell’Ambiente e all’ANAC, l’autorità nazionale anticorruzione. Il denunciato conflitto di interessi emergerebbe sopratutto dal fatto che i proff. Costantino D’Antonio e Michele Scotto di Cesare, membri del Comitato di Gestione della Riserva in rappresentanza di associazioni ambientaliste l’uno e del Comune di Procida l’altro, allo stesso tempo hanno svolto attività attraverso convenzione onerosa con la “Riserva” per conto della LIPU. In più, gli stessi, a quanto pare,hanno collaborato con “Innova”, il Consorzio interuniversisitario cui il Comitato ha affidato attività in convenzione e che si è sempre rifiutato di chiarire chi fossero i destinatari dei compensi (il costo delle due convenzioni è stato mediamente intorno ai 100 mila Euro l’anno).”

Quanto qui riportato è necessario per rappresentare quanto scritto dal Procida Oggi,  vista la risposta giunta in redazione  da uno degli “accusati” ed è parte integrante di un più articolato pezzo che chiama in causa anche responsabilità politiche che per brevità di spazio omettiamo.

La risposta del Prof. Costantino D’Antonio

“In periodo di divulgazione di false notizie tendenziose, oggi definite per moda “fake news”, è doveroso, per l’amore della verità che rende liberi, riportare alcune precisazioni. Come premessa, la Riserva Naturale Statale “Isola di Vivara” (e non Vivaro!) è stata istituita nel 2002 come regolare evoluzione dell’ “Oasi per la protezione e il rifugio della fauna stanziale e migratoria”.

L’oasi fu istituita nel 1974 perché l’isola si trovava e si trova su una delle direttive di passo primaverile e autunnale di centinaia di specie di uccelli; all’epoca tutelava l’isola con mandato regionale il prof. Punzo, guarda caso, fondatore della LIPU e lo scrivente già percorreva con fini ludici e di studio i sentieri dell’allora già decadente oliveto. La LIPU in questi ultimi anni è stata sempre in prima linea a Vivara sia con controlli anti-incencendio, antiintrusione, fermato il bracconaggio ed altro.

Tantissimi i progetti e le ricerche e le tesi di laurea che hanno avuto la riserva come oggetto di studio; ultimo tra questi è l’istituzione di un centro d’inanellamento permanente che il comitato già approvò nel 2017, tant’è vero che nel bilancio previsionale per l’esercizio finanziario 2018 al capitolo 126 di spesa  articolo 04, è presente la voce “Monitoraggio biologico migratori” finalizzato alla preparazione di un bando pubblico per assegnare ad un’associazione la gestione della stazione di inanellamento; dal bilancio si legge una spesa di 25mila euro l’anno per 5 anni. Il bando fu preparato, ma non fu mai divulgato. Il bando fu proposto da un componente del comitato, discusso e approvato in una delle sue sedute e non era un progetto proposto dalla LIPU.

In quanto alla richiesta di decadenza del componente prof. D’Antonio, perché assente alle sedute del comitato, c’è da ribadire che nella nomina del già ministro Mattioli, è riportato che dopo 3 assenze consecutive non giustificate, è prevista la decadenza; le assenze ci sono state in quanto il comitato si riuniva sempre in orario di ufficio e pertanto tutte giustificate per motivi di lavoro; inoltre, in alcuni casi il preavviso di  convocazione era meno dei 5 giorni canonici, in altri la  convocazione è stata inviata a indirizzo email errato; per questi motivi, quando il presidente chiese la decadenza di D’Antonio dal comitato, il funzionario ministeriale non ravviso seri motivi di decadenza. E non è questo a generare “casus belli”, bensì altre complicazioni che ben presto saranno discusse in altre sedi.

Inoltre, la LIPU non ha mai firmato alcun protocollo di intesa con il comune il quale avrebbe affidato la gestione dell’isolotto, in quanto l’ente comunale non ne avrebbe avuto la facoltà.

In conclusione, si ritiene opportuno dare un consiglio al ragazzo firmatario dell’articolo (P.O.): se vuole percorrere la via seria del giornalismo, bisogna “avere la schiena dritta” (cit. Enzo Biagi) e applicare il metodo scientifico che si basa su fonti certe e documentate e non su chiacchiericcio di paese”.

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