Gino Finelli – Non avrei voluto sbagliarmi nel pensare che questa volta, con la prossima campagna elettorale post pandemia, gli atteggiamenti, le metodologie e soprattutto i comportamenti fossero dettati da una consapevolezza diversa del senso della vita e della necessità di adoperarsi per la collettività, a salvaguardia di quel valore che rappresenta l’unico vero senso della nostra esistenza, la salute e, con essa, il benessere della popolazione. Avrei voluto che fossero terminate accuse reciproche e colpevolizzazioni su quanto si è prodotto nel passato e nel presente.
Avrei voluto assistere ad un dibattito scritto, social e anche verbale, corretto, educato, privo di rancori, preconcetti, false ideologie, ipocrisie politiche. Avrei voluto e, sperato tutto questo, per poter finalmente porre sul tavolo le problematiche della collettività Isolana, le sue necessità, un progetto per il suo sviluppo. Tematiche di scarso significato forse per coloro che credono che la politica va fatta solo amministrando le cose ordinarie, giorno per giorno, e non con idee e progetti sostenibili per il futuro dell’Isola e dei nostri figli.
Ad oggi assito ancora ad uno spettacolo già visto e ampiamente conosciuto, quello cioè di dare responsabilità e colpe a chi ha amministrato negli ultimi venti anni a chi ha lasciato vuoti economici e istituzionali senza una critica, senza una valutazione, come sempre, del proprio operato e con esso delle sconfitte e/o delle vittorie.
Non sono bastati 5 anni di cosiddetta “nuova amministrazione” per correggere il percorso precedente, per determinare un nuovo percorso, per costruire una idea, un progetto per lo sviluppo e soprattutto l’identità dell’Isola? Non sono bastati 5 anni di amministrazione per affrontare l’enorme problema del traffico, dell’assurdo e improprio uso di suolo pubblico da parte di tutti gli esercizi commerciali, il degrado di luoghi simbolo del territorio, come la Corricella, Ciraccio e oggi anche la Chiaiolella con disordinati e assurdi permessi di occupazione, addirittura di strade aperte al traffico?
Non sono bastati 5 anni per definire una politica di riassetto della macchina Comunale con organizzazione degli uffici e funzionalità dell’apparato burocratico? E infine non sono bastati questi lunghi anni per chiudere i rancori e le rabbie, apparentemente politici, ma alla fine solo personali, e affrontare un nuovo impegno elettorale privo delle solite e mediocri considerazioni sugli avversari?
Se non sono bastati allora vuol dire che non esiste quella capacità, quella crescita politica di competenze e culturale che fanno davvero la differenza tra un politico e un politicante.
“La politica, come tutti sanno, ha cessato da molto tempo di essere scienza del buon governo, ed è diventata invece arte della conquista e della conservazione del potere.” Scriveva Luciano Bianciardi
E bisogna che questo smetta di accadere, che ci si renda conto che si deve ritornare alla politica di servizio al cittadino, come espressione di disponibilità e non di potere. Troppe volte abbiamo assistito a campagne elettorali innovative nelle tematiche e soprattutto negli slogan e, alla fine chi ha vinto e ha avuto la carica, si è legato a quel ruolo, che ricordo a tutti è sempre pro tempore, in modo spesso improprio considerandolo un lavoro e si è legato a quel ruolo per conservare immagine, dignità e quel piccolo o grande potere, magari senza quella consapevolezza che essendo un servizio deve essere sottoposto a giudizio e alla fine c’è sempre un tempo.
Se chi ha amministrato si continua a giustificare rispolverando un passato remoto o prossimo senza guardare al suo presente, non ha compreso il senso della politica.
Con queste considerazioni voglio, ancora una volta sperare, che i candidati si scontrino sui progetti per dare una identità a questo territorio, che nonostante sia stato baciato da una fortuna inattesa, inaspettata e gratuita, non sa ancora che futuro l’aspetta e quale sarà la strada da seguire, senza mai trascurare storia, tradizione e competenze.
“dove men si sa più si sospetta” scriveva Nicolò Macchiavelli, E. la ragione per cui è tempo di sapere tutto di tutti pubblicamente in una dialettica di confronto costruttiva per evitare di insinuare dubbi e incertezze che male, molto male hanno fatto e fanno ancora alla nostra collettività.
Siamo all’inizio di una campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale e del Sindaco, e bisogna che si possano comprendere fino in fondo, con un assoluto rigore e chiarezza di espressione, le proposte e le idee dei candidati. Oggi più che mai, in un’epoca in cui non esistono più valori e ideologie, dove parlare di sinistra, centro o destra è una vera forma di mistificazione del pensiero e di ipocrisia politica, contano gli uomini e non è vero che uno è uguale ad uno. Se fosse così non servirebbe lo studio, l’impegno, anni di formazione, le conoscenze. Non tutti possono svolgere un ruolo soprattutto quando si tratta di gestire una collettività. Ecco la necessità di capire, confrontarsi conoscere, ecco le ragioni della dialettica e della correttezza dello scontro politico elettorale che diviene confronto a garanzie degli elettori.