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IL RAGIONIERE DEL COMUNE RISPONDE A MENICO SCALA. Dott. Giovanni Marino: «Il dipendente deve agire in condizioni di indipendenza, senza influenze o pressioni esterne. Sono quelle che sto subendo ora e chi lo fa se ne assume la responsabilità»

DiRedazione Procida

Lug 12, 2020

Procida – Dopo la lettera inviata al Prefetto e al Segretario Comunale dei giorni sorso, in cui il consigliere comunale Menico Scala chiedeva di prendere provvedimenti nei confronti del Ragioniere del Comune di Procida Giovanni Marino, circa alcune sue dichiarazioni rese sul suo profilo social, ieri l’altro, lo stesso ragioniere ha chiarito la sua posizione.

«Continuano gli attacchi contro il sottoscritto, reo di raccontare le cose così come le pensa. Ora qualcuno ha pensato bene (o male) di scrivere al Prefetto e al Segretario comunale perché ho offeso qualcuno. Ma avete mai dato un’occhiata alla bacheca di chi mi sta additando? Una sfilza di post offensivi, pieni di insinuazioni, cattiverie gratuite, affermazioni sciatte, discriminatorie e volgari. Non vi auguro un’esperienza di questo tipo. Non mi sentirete mai parlare di cavolfiori o mele annurche, non capisco nulla di agricoltura.

 La formazione culturale del sottoscritto ha fatto di me una persona competente in fatto di contabilità e finanza; scusatemi se continuerò a parlare di questi temi nei miei post. Non sopporto le inesattezze e le distorsioni della realtà che annientano la verità.
Sono diventato il “ragioniere” del Comune di Procida, prendendo il posto dell’egregio dott. Enzo Roggiero. In questi mesi mi sono affannato di seguirne l’esempio, mantenendo alto il livello lavorativo della sezione comunale, dimostrando grande imparzialità e disponibilità verso tutti i colleghi e i cittadini che venivano per chiarimenti o informazioni.

Quando ho accettato l’incarico in tanti hanno cercato di dissuadermi, sostenendo che si trattava di compito arduo e faticoso. La mia unica fatica in questi mesi, invece, e penso di esserci riuscito in questo, è stata quella di conservare la stessa rettitudine ed onestà di chi mi ha preceduto.
A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca? Sono una persona taciturna, le poche volte che prendo posizione è quando parlo di numeri, contabilità, regole finanziarie, circolari della corte dei conti. Consentitemi di poter affermare che in questo campo sono una persona competente e non riesco ad essere indifferente alle tante, chiamiamole inesattezze, che leggo in giro. No, anzi, chiamiamole col loro nome: bugie che fanno male alle coscienze delle persone oneste e che producono effetti devastanti sulla vita delle generazioni a venire.

Vorrei dire a chi mi attacca di dedicarsi al programma politico anziché spendere energie col sottoscritto. Sempre che esista un programma politico che vada al di là dell’attacco ad Andrea Scotto. Le persone vogliono ascoltare le idee, i progetti, i piani per il futuro, non questo chiacchiericcio sterile. Oltretutto la faccenda, e mi scuso se ritorno sull’argomento, è stata ben chiarita dal giudice.

La polizia postale, nel 2018, ha sottoposto all’attenzione del giudice un fascicolo in cui io ero chiamato in causa per diffamazione. Il giudice ha chiuso il caso affermando che i miei post non erano offensivi né produttivi di danni all’immagine di nessuno.

Mio padre me lo ripeteva sempre: quando percorri il cammino della verità non inciampi mai.
Sulla questione del comportamento dei dipendenti pubblici voglio ricordare che è stato emanato nel 2013 il DPR n. 62, Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a norma dell’articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (uscito nella Gazzetta ufficiale n.129 del 4-6-2013). L’articolo 3 precisa che Il dipendente osserva la Costituzione, servendo la Nazione con disciplina ed onore e conformando la propria condotta ai principi di buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa. Il dipendente svolge i propri compiti nel rispetto della legge, perseguendo l’interesse pubblico senza abusare della posizione o dei poteri di cui è titolare.

Il secondo comma aggiunge che il dipendente rispetta altresì i principi di integrità, correttezza, buona fede, proporzionalità, obiettività, trasparenza, equità e ragionevolezza e agisce in posizione di indipendenza e imparzialità. Ho sempre rispettato queste norme e tutti i miei colleghi possono testimoniarlo.
Se leggiamo attentamente la norma, il dipendente pubblico deve osservare i principi di integrità, proporzionalità ed obiettività, ma deve agire in condizioni di indipendenza, senza influenze o pressioni esterne. Che, tra l’altro, sono quelle che sta subendo ora il sottoscritto.
Le norme sopra riportate sono chiare ed esaustive, non vi annoio con altri articoli.

Chi afferma il contrario dice il falso e se ne assume la responsabilità.
A volte penso che la lotta alle maldicenze, il primo problema da risolvere nella nostra bellissima isola, non dovrebbe essere soltanto un’opera intellettuale, ma un movimento culturale e morale che coinvolge tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.

Voglio ringraziarvi per i minuti che avete dedicato a leggere questo mio post. Io sono sempre un uomo che mette in discussione innanzitutto se stesso.
Per vedere, putacaso, se il mio agire ha violato qualche norma, dopo la lettura del codice di comportamento dei dipendenti pubblici, sono passato al vocabolario. Sono arrivato alla lettera B: B come bavaglio. Sono profondamente convinto che la verità è il sangue della nostra Società. L’ho marchiato a fuoco nella mia coscienza».

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