Procida – Il viaggio nella pancia del debito del nostro comune abbisogno di passi indietro. Iniziamo da oggi ad accendere i riflettori su uno dei temi più controversi degli ultimi anni e che sarà oggetto molto verosimilmente di scontro la prossima campagna elettorale.
Il viaggio parte dal 16 luglio del 2015 esattamente 5 anni fa e l’occasione è un post dell’ex sindaco di Procida Vincenzo Capezzuto che scriveva:
«La mia è stata una Amministrazione virtuosa che ha posto le basi per il risanamento economico dell’Azienda Comunale.
Che la situazione finanziaria dell’ente fosse uno dei principali compiti da affrontare attraverso una politica diversa tesa al risanamento, cercando di commisurare le attività da mettere in campo in considerazione anche della già alta tassazione esistente, azione intrapresa con atti pubblici quali delibere di Consiglio Comunale, sia in sede di approvazione di bilanci di previsione che di bilanci consuntivi, era una questione assodata.
Un percorso di risanamento intrapreso con le norme vigenti nella temporalità del mio mandato. Tale azione ha visto la necessaria dichiarazione di pre-dissesto e conseguente Piano di Riequilibrio approvato dalla Corte dei Conti.
Le mie attenzioni politiche sul tema del risanamento sono state sempre considerate di scarso interesse, da parte della stampa locale e della critica politica. Le difficoltà che l’attuale amministrazione sta affrontando sono di gran lunga inferiori di quelle affrontate dalla mia Amministrazione che oltre alla necessaria azione di risanamento da compiersi con una situazione di equilibri politici complicata, si è occupata di tanto altro, penso con qualche evidente risultato viste le opere iniziate in questo periodo e al bene demaniale Terra Murata divenuto proprietà del comune e iscritto al bilancio comunale per decine di milioni di euro .
Ma ritorniamo ai fatti. Quando si parla di una passività di oltre 24 milioni di euro (in realtà come si evince dalla delibera di Giunta Municipale n. 111 del 26/06/15 dell’attuale amministrazione il disavanzo è pari ad euro 22.291.131 mln) e non si dice che tale importo è il risultato tecnico della applicazione di un D.Lgs n.118/2011, norma che è entrata in vigore il 1 gennaio 2015, che prevede tra l’altro il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi e che in tale importo sono presenti anche scelte politiche, si commette una scorrettezza.
Entriamo nel dettaglio, come si arriva agli oltre 22 milioni di euro?
1) Euro 12.667.353 mln sono residui attivi di passate amministrazioni, contenenti voci come : condoni edilizi anni ’84 e ’94 per euro 5.400.00mln , crediti vantati nei confronti della Soc. SEPA srl e altri crediti che, in parte anche per scelta, sono stati ritenuti di “dubbia esigibilità”;
cosa accade? Nel momento in cui si dichiara che tali residui sono di dubbia esigibilità, devi costituire un fondo crediti da finanziare in 30 anni, prevedendo a partire dal 2015 le iscrizioni in bilancio, nell’immediato va finanziato il fondo e quando si realizzano gli incassi di tali residui gli importi si detraggono dai successivi bilanci consuntivi ( quindi tali residui non vengono cancellati) ;
2) Euro 1.124.111 mln sono i potenziali debiti che potranno in futuro scaturire dal contenzioso preesistente, che in via prudenziale vanno inseriti in apposito fondo di accantonamento, tale circostanza è stata già segnalata alla Corte dei Conti in sede di redazione del piano di riequilibrio;
3) Euro 10.412.569 mln sono derivanti dall’anticipazione di liquidità ottenuta ai sensi del D.L. n. 35 del 2013 (decreto salva-imprese), che ha permesso agli Enti Comunali di pagare i propri debiti attraverso una anticipazione della Cassa Depositi e Prestiti, da restituire in 30 anni con tasso di interesse pari all’1,3 % evitando così ulteriori aggravi alle P.A. che vedevano, tra spese legali e interessi, raddoppiare i propri debiti nei confronti delle imprese. Tale anticipazione è stata già segnalata, in sede di monitoraggio, alla Corte dei Conti.
Per questa particolare questione è importante capire i passaggi di natura tecnica di quanto accade nel bilancio comunale: l’incasso del la anticipazioni, secondo la normativa al 31/12/14, implicava l’assunzione di un impegno di spesa pari all’anticipazione ottenuta e portata a residui al 31/12/14 per un importo pari ad euro 10.412.566 mln.
Dal 1 gennaio 2015 con l’entrata in vigore delle nuove norme, riguardanti la contabilità armonizzata dei Comuni, è stato necessario il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi e quindi tale operazione ha coinvolto anche i residui passivi inerenti la restituzione dell’anticipazione di liquidità. Infatti i nuovi principi contabili hanno espressamente previsto che tali residui passivi dovessero essere cancellati e contestualmente accantonati in un apposito fondo, concorrendo quindi a determinare il risultato di amministrazione al 1 gennaio 2015.
Sarà necessario rivedere annualmente tale accantonamento, perché la quota di ammortamento della anticipazione di liquidità deve essere prevista nella competenza di ciascun anno dal 2015 fino alla definitiva restituzione.
Le azioni di risanamento vanno continuate per dare garanzia ai servizi comunali non posso strumentalmente dire il contrario” .