Procida – Obbligo di comprare il biglietto di ritorno, con orario prefissato, insieme a quello di andata. Il rientro dalle isole la domenica sera va disciplinato meglio. Distanze saltate, molti senza mascherina, le banchine luoghi di assembramenti volontari per l’ assalto ai mezzi in partenza. Le lamentele non si contano più: la gita o il weekend a Capri, Ischia o Procida rischia di diventare pericolosa proprio per l’ assalto serale alle navi e agli aliscafi. E questo perché, tutti, ma proprio tutti, vogliono rientrare tra le 17 e le 20. Tre ore di pericoloso caos generale.
CAOS A BORDO Gli armatori fanno quello che possono. Annunci, suggerimenti sui distanziamenti, inviti a rispettare le disposizioni e ad indossare le protezioni individuali. Molti, purtroppo, non appena varcato la porta dei saloni di bordo non usano più le mascherine e neanche le misure più elementari di distanziamento. L’ obbligo del biglietto di ritorno, se non altro, potrebbe consentire di distribuire meglio i passeggeri avvertendo, già in fase di acquisto del biglietto di andata, che, ad esempio, nella corsa delle 20 della domenica sera non c’ è più posto per cui non serve a nulla arrivare all’ imbarco. Un meccanismo semplice che consentirebbe anche una migliore verifica dei passeggeri a bordo.
Invece quello che succede ora, travalica ogni immaginazione: all’ imbarco delle 20, ad esempio, si presentano anche passeggeri che hanno il biglietto per le 19.
«Lo abbiamo perso per un attimo, scusate». O, peggio, «non ci hanno fatto salire, era troppo pieno». Tutte scuse che, naturalmente nel caos complessivo quasi sempre restano senza verifiche.
«Nonostante che l’ organizzazione dei servizi marittimi in Campania non è di nostra competenza – spiega l’ ammiraglio Pietro Vella – siamo impegnati ogni giorno insieme alle altre istituzioni nel tentativo di migliorare le cose. Domani (oggi ndr) ho già convocato il personale degli uffici periferici per studiare possibili miglioramenti da sottoporre a Regione e Prefettura. Intanto stiamo intensificando, con personale in borghese, controlli a campione sui mezzi in partenza».
CAOS SULLE BANCHINE E gli armatori? «Noi rispettiamo le regole ma siamo consapevoli che non è facile riportare sulla terraferma 15mila persone in poche ore. I flussi diventano caotici e saltano distanziamenti e tutte le altre misure anticovid». Vincenzo Ponti, ceo di Caremar, è preoccupato. «Ho trascorso la domenica sera al telefono, in costante contatto con i comandanti per capire come evolveva la situazione.
A Ischia abbiamo schierato in banchina tutto il nostro personale ma non è bastato, la calca agli imbarchi c’ è stata. Purtroppo nei passeggeri scatta quel timore, del tutto infondato, di non riuscire a salire e ogni sforzo di distanziamento viene travolto non appena comincia l’ imbarco. Il biglietto di andata e ritorno può aiutare, certo. Può aiutare ancora di più il divieto assoluto delle corse bis tra le 17 e le 20. Se proprio sono necessarie allora vanno autorizzate dopo le 20, quando i passeggeri muniti di regolare biglietto sono già stati trasferiti sulla terraferma».
LE CORSE BIS Le corse bis sono quelle che vengono richieste quando la domanda dei biglietti supera la stazza dei mezzi in partenza. Una prassi che, proprio perché incerta, porta comunque gente sprovvista di prenotazioni ad accalcarsi sulle banchine in attesa dell’ annuncio di corse bis.
«Per quanto ci riguarda – dice Emanuele d’ Abundo, presidente di MedMar – va completamente rivisto l’ assalto alle isole nei fine settimana. Noi rispettiamo tutte le disposizioni con inviti e annunci. Ma i passeggeri sono gli stessi che poche ore prima a Sant’ Angelo passeggiavano senza neanche dieci centimetri di distanza, che non indossavano le mascherine, che sulla Riva Destra si accalcavano al punto che una signora con un passeggino deve tornare indietro. Sono gli stessi dei baretti della movida napoletana». «Nel 2019 – interviene Maurizio Aponte, manager di Nlg – il 55% dei biglietti era andata e ritorno. Nell’ ultimo periodo questa percentuale è aumentata al 68%. Per quanto ci riguarda, contiamo di fare ancora di più».
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