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GIARDINO DELL’INCANTO: SOLO TERRENO E VEGETAZIONE?

DiRedazione Procida

Lug 24, 2020

Procida – Nella mirabilia delle azioni tese alla riqualificazione del vecchio carcere, l’ultima in ordine a inaugurazione è il “Giardino Incantato”, ex tenimento agricolo della struttura penitenziaria, che è divenuto in poco tempo meta per turisti e visitatori e finanche di bambini che vi trascorrono  – anche sotto il sole cocente  – qualche ora di libertà e di spensieratezza.

Qualche ombra però da giorni è sorta sulla presenza di piccoli residui di materiale lungo il camminamento e che – stando alle foto in nostro possesso e al sopralluogo effettuato – a prima vista pare sia qualcosa di molto simile ai pannelli ondulati in fibra di amianto che veniva utilizzato fino a qualche anno fa per confezionare tegole e tubi.

Che la zona – un pò come tutte le aree dismesse ed abbandonate per decenni dell’isola  – possa essere stata meta di sversamenti illegali di materiale tossico è più che plausibile. Oppure che sia materiale della stessa struttura carceraria.

Appare altresì plausibile la circostanza che nella opera di bonifica della zona possa non essere stato recuperato tutto il materiale potenzialmente dannoso.

In tale direzione va un dettagliato esposto presentato il 13 luglio da un cittadino all’Ufficio Tecnico Comunale,  al sindaco e all’ASL, che rappresenta al meglio quanto stiamo parlando:

«In data domenica 12.07.2020 mi recavo con la mia famiglia ed altri amici presso il tenimento agricolo dell’ex carcere di Procida (NA) di recente aperto al pubblico sito in zona Terra Murata.

Durante il tragitto pedonale sul sentiero principale che porta al belvedere della spiaggia dell’Asino, notavo la presenza al suolo di numerosi frammenti – di diversa misura – di materiale edilizio che emergevano a vista dalla terra, alcuni totalmente sterrati altri parzialmente interrati.

Osservando questi frammenti, all’apparenza vi è il preoccupante sospetto che possa trattarsi di cemento/amianto, ovverosia cemento stampato trattato con asbesto, materiale diffuso in campo edilizio fino a qualche decennio addietro e posto fuori commercio solo negli anni ’90 proprio a causa della sua accertata pericolosità per la salute umana.

Considerata, pertanto, la vetustà della struttura carceraria, il sospetto che possa proprio trattarsi di codesto materiale pericoloso assume contorni concreti e preoccupanti.

Provvedevo quindi a scattare diversi reperti fotografici di questo materiale – allego n. 3 stampe foto a colori per una migliore presa d’atto – e in via prudenziale mi allontanavo repentinamente dal luogo.

Preciso che, in pochi metri di sentiero, rinvenivo a vista almeno 10 pezzi di tale materiale sospetto, circostanza che mi induce a ritenere (o quantomeno non poter escludere) che anche in altre zone del tenimento possa esserci presenza di tale sostanza.

Preciso altresì che, avendo rinvenuto tale materiale a vista sul sentiero principale, inevitabilmente lo stesso viene calpestato dagli avventori (come accaduto proprio allo scrivente) e, qualora venisse confermata la presenza di amianto/asbesto, la sua frantumazione potrebbe determinare dispersione di fibre nocive altamente cancerose.

Tutto ciò premesso

Lo scrivente, responsabilmente e doverosamente, avanza formale istanza alle pubbliche autorità riceventi per conoscere:

– se la struttura del tenimento agricolo ex carcere di Procida (NA), prima della sua recente apertura al pubblico, è stata sottoposta a controlli e carotaggi per accertare l’inesistenza di materiale contenente amianto, molto diffuso nel periodo cui risale l’attività della struttura carceraria;

– di effettuare immediato sopralluogo con personale della competente ASL e dell’UTC al fine di prendere visione del materiale rinvenuto – anche dopo valutazione dei reperti fotografici allegati;

– qualora i sospetti manifestati siano condivisi da personale esperto, effettuare le opportune analisi finalizzare all’accertamento della esatta natura di tale materiale;

– in ogni caso, si richiede di adottare le iniziative ritenute più opportune per quanto di competenza alla luce della presente segnalazione, il tutto a tutela della salute pubblica ed in particolare stante la frequentazione di tale parco da parte di famiglie e bambini».

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