Gino Finelli – “Si potrebbe andare tutti allo zoo comunale con la bella sottobraccio a parlare d’amore. E scoprire che va sempre a finire che piove. E vedere di nascosto l’effetto che fa. Vengo anch’io, no tu no. E perché? Perché no.”
Con queste parole tratte da una famosissima canzone di Enzo Iannacci del 1968, mi piace fare una metafora su ciò che sta accadendo.
In piena epoca di Covid 19, in una fase in cui si è incerti sull’evoluzione dell’epidemia e sulla sua diffusione, in cui si discute di una possibile ripesa della pandemia e sulla necessità di Mantenere alta la guardia e evitare il più possibile, senza tornare indietro, gli assembramenti e le situazioni di ripresa del contagio, leggo e, con non poco stupore, che l’amministrazione ha deciso di organizzare: La Sagra del Mare. Una manifestazione che coinvolge l’intera cittadinanza e gli ospiti in vacanza e che, per la sua storia e la sua stessa ragione di essere, sia per l’organizzazione che per il suo svolgimento, richiede inevitabilmente una condizione di aggregazione estremamente pericolosa e assolutamente inopportuna e imprudente.
E, difronte ad una simile e scellerata decisione, il cittadino, ed ecco la canzone di Iannacci, si chiede: si potrebbe andare tutti alla Sagra del Mare, con la bella sottobraccio a parlare d’amore e gridare aiuto, aiuto c’è il virus nell’aria e vedere di nascosto l’effetto che fa.
E la risposta di tutti, del mondo scientifico, e dei governanti, dei cittadini che hanno imparato qualcosa da questa costrizione forzata sarebbe: vengo anch’io, no tu no e perché, perché no.
Pur condividendo tutte le affermazioni di Alberto Zangrillo a cui va la mia stima assoluta, nessuno ha mai immaginato e neanche pensato che fosse tutto finito, che il virus non ci fosse più e che tutto è oramai alle spalle. Anzi alla luce degli ultimi dati epidemiologici non solo vi è una ripresa dei contagi, ma addirittura è proprio la Campania la Regione ad esserne interessata.
E’ vero che il Covid ha una carica virale minore, ed è vero che non determina, nella maggior parte dei casi, situazioni devastanti e che spesso decorre come una banale influenza, ma non dobbiamo dimenticare che la sua capacità di aggressione e le sue complicanze sono drammatiche e che non ancora siamo in possesso di tutte quelle armi efficaci dal punto di vista terapeutico e preventivo.
Allora prudenza e attenzione sono le parole che dobbiamo imprimere nella mente e che ci devono portare a seguire regole comportamentali adeguate al nostro momento.
Come si può dunque ipotizzare, di organizzare una manifestazione che non solo non può rispettare le regole di sicurezza in materia di profilassi, ma che induce a far credere alla popolazione che il tempo dei sacrifici e del pericolo è terminato.
Non oso e non voglio credere che lo si faccia a solo fine elettorale, per tenersi buona quella fetta di elettori incoscienti che seguono un carro senza mai vedere cosa c’è davanti. Voglio sperare che si sia ipotizzata una sua realizzazione a fine agosto, valutando prima tutte le situazioni e identificando eventuali rischi, con il proposito di annullarla qualora non cambiasse l’attuale situazione epidemiologica. Quindi solo una possibilità legata agli eventi.
Se ciò non fosse, da medico e conoscitore della problematica, agirò nei modi e nelle sedi opportune per salvaguardare un diritto fondamentale quale è la salute di tutti.
“Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Ma ho anche notato che sotto il sole al posto del diritto c’è l’iniquità e al posto della giustizia c’è l’empietà.”
Dunque il comportamento che prescinde consapevolmente da quanto ritenuto giusto, deve suscitare una profonda e generale reazione o ribellione, perché una scelta scellerata può provocare effetti imprevedibili e arrecare danni alla collettività
E allora si potrebbe andare tutti alla sagra del Mare? Vengo anch’io? No tu no!