Procida – L’estate al tempo di COVID -19 sarà l’estate ricordata da tutti come quella della improvvisazione. In tutti i settori: alla fase 2 non è subentrata nessuna fase 3 e l’orizzonte temporale dell’autunno non lascia molto ben a sperare.
Per cercare di capire a metà di questo agosto a che punto siamo ci affidiamo a Vincenzo Capezzuto Jr che sul territorio isolano e non, ha saputo in questi anni ritagliarsi un posto di tutto rispetto nell’offerta turistica e non solo. Un modo per iniziare anche a guardare, partendo da questo presente, i mesi che verranno.
Il diario di una transizione che ha visto l’isola di Arturo, ma più in generale tutto le mete turistiche italiane, doversi adattare a certi stereotipi clientelari che negli ultimi decenni avevamo un pò perso dimenticato fortunatamente. A farne le spese la scarsa se non quasi nulla, presenza di un turismo “straniero”:
«L’assenza di un target non italiano ha segnato non poco i mesi addietro, quelli post lock down – dice Vincenzo Capezzuto Jr – la primavera e inizio estate era un pullulare di richieste di stranieri che incidono in maniera netta in termine economici sull’intera gestione ma ancor più sono la cartina tornasole che serve a definire l’idea di isola che si ha nel mondo.
La vera pubblicità di questi anni, oltre a quella mediatica, è stata un incessante passaparola di chi è stato sulla nostra isola e l’ha consigliata all’amico, parente, conoscente. Quello di questi mesi invece è stato ed è, un mercato tutto italiano o quasi. una bella sfida anche per noi imprenditori. Gli italiani sanno scegliere e scegliere bene e sono molto precisi e pignoli nella scelta di questa e quella location. Dobbiamo smettere di pensare che all’italiano medio vada bene tutto. Certamente ho visto anche numerose criticità, e certi errori che purtroppo qui poco ma per esempio ad Ischia continuano a fare, covid o non covid»
E sarebbero? :
«Su tutte la politica del low cost. Abbassiamo i prezzi così riempiamo la struttura. Sembra una guerra tra poveri. Giorni fa leggevo una cosa simile a Capri, dove si inseguivano i turisti sbarcati al porto per offrigli la propria location. Non va bene. Almeno per noi. Dobbiamo cercare – oggi è difficile ma in prospettiva – di continuare a crescere nel livello qualitativo dell’offerta che si traduce anche in qualità di sbarchi sul territorio, anche se.»
Anche se?:
«Qui entra in gioco la politica, l’amministrazione di questo territorio. Non possiamo permetterci – ad esempio – nonostante il grande lavoro degli operatori dell’EAV, un parco mezzi da terzo mondo. Non possiamo permetterci di ospitare gente che vuole vivere l’isola con la sua magia e poi avere un traffico che fa paura. Non possiamo – e dobbiamo dircelo guardandoci in faccia prima noi operatori e poi classe politica – vivere su un’isola a tratti indecorosa. E per mare non va di certo meglio»
Cioè?:
«Io vivo in un posto unico a Procida. Sopra la baia della chiaia. Credetemi è favolosa ma quando non ci sono centinaia di barche azzeccate una all’altra. Uno spettacolo inverocondo. Qualcuno mi dice e come si può fare? Da anni sento parlare di boe, sento parlare di regolamentazione. Ma fino ad ora nulla è stato fatto. E poi se andiamo a vedere queste barche non portano che pochi soldi sul territorio. La chiaia l’ho sotto gli occhi ma potrei parlare anche della silurenza o del punticiello. Bisogna sedersi ad un tavolo, istituzioni, comune, imprenditori e programmare e non»
E non?
«E non affidarsi ad una programmazione improvvisata, siamo seri. Spiagge che diventano sempre più piccole, il ripascimento e il rifacimento dei costoni devono essere al centro dell’azione politica. Ormai di turismo sta vivendo una buona parte di procidani e dobbiamo volgere lo sguardo verso quelle attenzioni per il territorio in termini di valorizzazione altrimenti anche gli investimenti che stanno mettendo in campo i procidani con la creazione di nuovi posti letto diventano investimenti sbagliati»
Che idea ti sei fatta di tutte queste persone che stanno trasformando le loro case in case vacanze o bed and breakfast?
«Lo dici a me che forse con mio padre siamo stati antesignani anni fa di una offerta non mensile?. Ricordo quando dicevo: io affitto a settimane o a giorni. Mi guardavano tutti come uno stralunato. Quasi tutti fittavano a mese, anche a due mesi. Già da allora avevo la percezione che il modo di muoversi, di vivere le vacanze, stesse cambiando e che quindi mi dovevo adeguare. Comunque non sfuggo alla tua domanda, qualcuno dirà che vado contro i miei interessi, invece no io dico ben vengano nuove strutture, qualificate. Dobbiamo mettere in campo le migliori risorse e in questo le nuove generazioni possono essere di aiuto. Ma dobbiamo trovare tutti insieme finalmente una risposta all’unica domanda che tutti ci fanno nelle nostre reception, nei nostri bar e ristoranti, nei nostri porti: perché un’isola così bella deve essere invivibile??? Prima di pensare agli eventi, prima di pensare ai vip, prima di pensare ad accrescere i nostri utili dobbiamo pensare una volta per tutte quale prodotto vendere. Non si può pensare di essere un po’ tutto. Bisogna scegliere chi essere e su questo continuare a costruire il nostro futuro dando una valida, seria alternativa economica al mare.»
Oltre che mettere in campo nuove risorse, l’isola tra poco dovrà o confermare al timone Dino Ambrosino oppure cambiare ed affidarsi alla esperienza di Luigi Muro.
«Nella coda c’è il veleno. Da te non me lo aspettavo. Scherzo. Non voglio sfuggire a questa domanda. Come diceva – se non ricordo male – James Lowell, un rametto d’esperienza vale un’intera foresta di avvertenze. Questi anni a me è parso di vivere in un paese che è stato un cartellone delle avvertenze. Lasciando le ultime dovute al coronavirus, c’era sempre un MA dietro ogni problema che si doveva affrontare. Non ho visto quei miglioramenti di cui si parlava. L’isola è andata avanti nonostante secondo me non ci fosse una guida adeguata. Sono stato nel mio primo mandato di consigliere comunale a fianco di Dino Ambrosino e conosco bene la foga e la passione con cui affrontava tematiche quali il traffico, il decoro, la programmazione, la pulizia del territorio, la programmazione ecc ecc. Beh negli ultimi cinque anni non ho visto da parte sua metter mano seriamente a nessuno di questi temi riuscendo solo ad applicare lo stesso sistema di potere che tanto aveva combattuto per oltre quindici anni. Inammissibile e anche immorale, poi, vantarsi dei risvolti positivi sia in campo di riordino finanziario che di opere pubbliche frutto dell’immane lavoro della precedente amministrazione ed in particolar del Sindaco Capezzuto che, senza ombra di dubbio, è stato uno dei migliori amministratori della storia dell’isola e resta, a tutt’oggi, una risorsa importante da tenere in considerazione per il futuro della nostra isola. Allo stesso tempo in questo periodo storico Luigi Muro creda che possa essere il giusto punto di incontro tra esperienza ed innovazione per la gestione dell’isola nei prossimi cinque anni”.
Ci dai uno scoop. TI candidi?
“Cinque anni fa decisi di anteporre il ruolo di padre (mio figlio era da poco nato) alla passione per la politica. Questa volta ci sto riflettendo anche se siamo agli sgoccioli visto che a giorni si presentano le liste. Nonostante i cinque anni “sabatici” resta in me forte la voglia di contribuire a portare quest’isola su gradini sempre più prestigiosi specie per quando riguarda il Turismo divenuto ormai, finalmente, la vera chiave di svolta del nostro territorio”.