Gino Finelli – Non per polemica né di certo per motivi politici, ma semplicemente per la mia esperienza di medico e di uomo di buon senso, che trovo davvero inaccettabili le affermazioni che ho ascoltato sulla possibilità di tenere la manifestazione storica dell’Isola: La Sagra del Mare.
Non reggono i paragoni riportati né tanto meno il fatto che ad inizio settembre si riaprono le scuole e si tiene la competizione elettorale.
Vorrei ricordare alle Istituzioni, a coloro che hanno la responsabilità di amministrare la cosa pubblica e di conseguenza di orientare il comportamento dei cittadini, che non stiamo parlando della stessa cosa. L’apertura delle scuole, se pur con le difficoltà che comporterà e con le dovute misure di profilassi e le precauzioni, è una assoluta necessità, sia sotto il profilo educativo che sociale. Lo svolgimento delle attività scolastica è una assoluta priorità per la crescita delle nuove generazioni e proprio per questo è necessaria. Così come lo svolgimento della competizione elettorale è un atto, già rimandato, che deve essere svolto per garantire il corretto funzionamento della democrazia e il rispetto della costituzione.
Anche per esso valgono le regole di comportamento e l’assoluta necessità di controllo che, peraltro possono essere fatte rispettare con correttezza essendo i seggi elettorali presidiati dalle forze dell’ordine e dai militari. E non regge il paragone con le spiagge, le discoteche, i ristoranti, ecc, dove sta avvenendo quello che non dovrebbe avvenire per responsabilità esclusiva di chi dovrebbe e potrebbe controllare. In questi luoghi si è data la libertà di operare nell’assoluta mancanza di rispetto delle regole di elementare profilassi, lasciando così credere al cittadino che il tempo del pericolo è passato e che tutto è tornato nella norma.
Ma la Sagra del Mare è una festa, un momento di ludicità collettiva che non è indispensabile né a fini sociali, né per la tenuta democratica. Essa può essere organizzata in un altro momento dell’anno quando si sarà certi di avere fatto progressi in campo epidemiologico e quando si sarà sicuri di non avere più la necessità di proteggerci. Un momento di goliardia collettiva che deve essere rimandato, poiché non può e non trova alcuna giustificazione la necessità di un suo svolgimento in questo momento e in questa realtà sanitaria.
Alcuni colleghi si sono uniti alla mia considerazione e hanno fatte proprie le mie perplessità. Dunque la politica scavalca la conoscenza profonda del problema, interviene su ciò che non conosce bene e si arroga una decisione che non corrispondere né al buon senso, né alla correttezza scientifica della problematica.
Ancora una volta mi trovo a dover sottolineare, con durezza, che fare politica e decidere per la collettività significa aprire la porta a tutte le competenze e accettare sempre i suggerimenti. Significa imparare l’umiltà della conoscenza, significa ascoltare, per poi interpretare e valutare.
Siamo alle soglie della campagna elettorale e voglio sperare che i cittadini comprendano che il piacere non è un diritto, che il divertimento non è una necessità, che la trasgressione non è educativa, che la complicità è un momento di distrazione collettiva che rende tutti colpevoli delle proprie azioni.
Ho organizzato per moltissimi anni la Sagra del Mare, e conosco profondamente la sua storia e il valore che la popolazione da a questa manifestazione. Conosco il legame che lega i Procidani all’elezione della Graziella e percepisco anche la necessità di non deludere la popolazione.
Ma ogni cosa ha un suo tempo, una sua ragione e una sua logica e l’idea di far scendere in piazza a Marina Grande circa, se non oltre, tremila persona, mi turba prima come medico, poi come cittadino, poiché non comprendo davvero il significato di una simile decisione, a mio avviso impropria e scellerata, perché non comprendo le motivazioni sociali e soprattutto perché la interpreto come una decisone elettorale per tener contento quel popolo che si sentirebbe deluso per la sua soppressione. Ebbene l’amministratore ha il dovere di far capire, educare e far rispettare le regole di buon senso proprio a quel popolo che forse un pò ignaro e soprattutto un pò superficiale, ascolta senza una riflessione critica ed accetta le direttive di chi decide per esso.
Diceva Pico della Mirandola che la libertà che noi abbiamo è descritta da leggi che noi costruiamo secondo il nostro arbitrio alla cui volontà Dio ci ha affidato.
E oggi il nostro libero arbitrio deve farci capire che c’è un momento per ogni cosa e questo non è quello della Sagra del Mare.