Procida – Era evidente immaginare che difronte ad una assoluta indisciplina e mancanza di rispetto delle regole epidemiologiche si sarebbe verificato quello che avevamo già ampiamente annunciato.
Eravamo partiti con l’idea di un rinnovamento delle coscienze collettive con una maggiore responsabilizzazione della popolazione e abbiamo invece assistito all’esatto contrario, con atteggiamenti di assoluta indisciplina, incuranza di quanto era stato vissuto e soprattutto mancanza di quel rispetto verso gli altri che rappresenta il grande valore della società. Giovani, meno giovani, e persino anziani, ciò quelli più esposti, si sono lasciati alle spalle il lockdown e hanno dato il peggio di loro nel comportamento, determinando così quella promiscuità che rappresenta, in tempo di epidemia, il più grave pericolo per il diffondersi del virus.
E a nulla sono serviti i consigli di chi, per conoscenza, aveva avvertito e dettate regole. A nulla il declarare di amministratori e politici che hanno parlato poco e male e, spesso in modo equivoco, lasciando trapelare il messaggio che tutto era finito e che si poteva tornare alle abitudini di prima.
E inoltre le scellerate scelte, tra cui quelle di aprire luoghi quali discoteche all’aperto o al chiuso e di consentire, in assenza totale di controlli e sanzioni, la mancanza di quel distanziamento sociale tanto invocato e tanto raccomandato e, infine, la libertà di movimento concessa senza alcuna prevenzione, hanno finito con il determinare il nuovo diffondersi dell’epidemia e la possibile e, forse necessaria, ripresa in autunno di nuove chiusure.
Ed oggi assistiamo nuovamente ad un fenomeno che ben conosciamo e di cui avremmo dovuto assimilare il suo rischio e il suo carico di pericolosità.
Ora sono i giovani che si positivizzano e divengono portatori sani, trasportatori verso gli anziani di un messaggio estremamente pericoloso e del quale ne avremo conoscenza solo tra molti giorni.
Ho parlato a lungo di quanto sta accadendo con il Prof. Crescenzo Izzo, già Direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Cotugno di Napoli, ed ecco cosa mi ha detto:
“Ci troviamo ed è meglio sottolinearlo, di fronte ad un virus che non è mai mutato e che non ha mai perso la sua capacità infettante, anche se alcune condizioni hanno determinato una diminuzione della sua carica virale, il virus non è mai scomparso e non ha mai perso le sue caratteristiche.
La presenza di un positivo, senza un caso indice certo, non esclude che potrebbero esserci casi di positività asintomatici sull’Isola, alla luce anche della inesistente tracciabilità dei sieropositivi attraverso i tamponi. Dunque potrebbero esserci persone sieropositive non rilevate e asintomatiche.
La frequentazione delle spiagge e dei luoghi all’aperto, come bar ristoranti ecc, vedi ad esempio la gestione imprudente del suolo pubblico della Corricella, con i suoi numerosi punti ristoro e dove manca addirittura uno spazio per passeggiare sulla banchina, rappresenta un fattore di rischio elevato per la diffusione dei contagi che si potranno verificare solo nei prossimi giorni e che, se reali, possono rappresentare una possibile ripresa dei ricoveri soprattutto per la popolazione anziana.
Alla luce di tutto quello che accade e che si sta verificando, con l’aumento dei contagi nel territorio Campano, l’assoluta incapacità di effettuare controlli, compreso quello per l’uso assolutamente improprio della mascherina, evidente a tutti, è un indice per facilitare il diffondersi del virus con conseguenze assolutamente imprevedibili soprattutto nella popolazione fragile.
Inoltre il virus nella sua diffusione sembrerebbe favorito dalle ore serali che sono di fatto più fresche ed umide e che rappresentano proprio le ore di massima affluenza nei luoghi di svago.
Va sottolineato che i due elementi fondamentali ed imprescindibili per una corretta prevenzione, quali il distanziamento e le mascherine, non sono stati e non sono osservati.
Quindi è opportuno un controllo più appropriato, ora più che mai, controllo che significa anche gestione saggia e preventiva delle manifestazioni che possano creare assembramenti e facile diffusione del contagio proprio di sera”.
Ed allora, si predica bene, si parla, si fanno proclami, e si razzola male.
Nessun controllo, nessuna misura di prevenzione attuata correttamente, nessuna limitazione e, soprattutto nessuna sanzione, sono state e sono le ragioni prime di una possibile ripresa della epidemia e, non vi sono giustificazioni che possano essere addotte, quando di fatto manca da parte di tutte le forze destinate ed autorizzate a farli, i controlli e l’applicazione delle regole e il rispetto delle norme epidemiologiche. Ci auguriamo che da adesso si riprenda quello spirito collaborativo che ha costruito un senso civico durante la chiusura.