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La mostra alla Congrega dei Turchini chiude i battenti. Gabriele Scotto di Perta: «Le Congregazioni o Confraternite dell’isola sono vicino al popolo più di quanto si possa immaginare e da esso sono considerate e stimate»

DiRedazione Procida

Set 10, 2020

Domenica scorsa ha chiuso i battenti l’interessantissima esposizione “Il Bello e il Sacro, confraternite in mostra” inaugurata il 19 luglio.

 Per tutta l’estate la mostra è stata presa letteralmente presa d’assalto da procidani e turisti che nelle opere esposte hanno potuto riannodare i fili della centenaria storia delle congreghe  procidane.

Abbiamo chiesto a Gabriele Scotto di Perta  da sempre icona della confraternita e tra i promotori dell’iniziativa di farci un riassunto di questi cinquanta giorni:

«Il consuntivo finale è assolutamente positivo, anzi lusinghiero. Tantissimi visitatori appartenenti al mondo della cultura e molti turisti hanno apprezzato l’iniziativa e il notevole patrimonio artistico esposto.

Mi ritengo contento ed entusiasta per la sensibilità del Priore Matteo Germinario e del suo governo della Congrega di aver fatta la saggia scelta di dare continuità alle tante manifestazioni artistiche e, nello stesso tempo, di culto come nei tempi passati.

Sono fiero di avere, in qualche modo, partecipato all’iniziativa, perche sono sempre convinto che a fianco di riti e manifestazioni cultuali sia necessario affiancare manifestazioni culturali che contribuiscono a promuovere le attività statutarie e pastorali della nostra Confraternita.

Non bisogna non prendere in considerazione quanto questi Pii Sodalizi hanno contribuito a fare e continuano a fare la storia di quest’isola.

Tante volte nella storia, anche recente, le Confraternite di Procida sono state ignorate o addirittura osteggiate, come se i loro iscritti fossero cristiani di serie B. Chi ha fatto questo, o ancora lo fa non si rende conto del male che fa al Paese perché le Congregazioni o Confraternite dell’isola sono vicino al popolo più di quanto si possa immaginare e da esso sono considerate e stimate.

Da qualche tempo ho appreso che si va rinvigorendo una sezione procidana della chiesa evangelica, fenomeno che dovrebbe far riflettere i nostri sacerdoti, perché questo è un segnale molto forte per l’isola faro di cattolicesimo. Con la multi etnia, ci manca poco che non verrà aperto anche qualcosa di altro.

Mi si dirà: ma siamo tutti fratelli. E’vero siamo tutti fratelli, ma io e la maggior parte dei procidani siamo nati nella Chiesa Pietrina ed Apostolica e li abbiamo ricevuto i Sacramenti e, per quanto mi riguarda, in quella Chiesa desidero morire.

Amici Confratelli di tutte le Congreghe, non abbiamo timore di niente, portiamo avanti i nostri principi religiosi e siamo sicuri di non sbagliare».  

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