Sebastiano Cultrera – No Pasquale, non dovevi farmelo adesso! Non dovevi lasciarmi solo in questi giorni. Perché sapere che c’eri mi dava tanta forza. Le tue parole, che mi hai detto all’inizio di questa mia avventura, mi hanno dato un’enorme carica.
E ogni cosa che ho fatto, che ho scritto, che ho detto in queste settimane di impegno intenso, le ho meditate pensando: “Ma ciò piacerebbe a Pasquale? Lo troverebbe giusto?” E sapevo che tu lo sapevi.
Con te non se ne va solo un amico ed una delle persone migliori che abbia mai conosciuto: se ne va un pezzo di me stesso! È vero: negli ultimi anni ci siamo visti di meno. Questi anni in cui hai messo su una famiglia bellissima, con una moglie meravigliosa. Anni in cui la vita ha regalato a noi e ai nostri cari gioie e dolori.
Ti ho tuttavia sempre tenuto informato di alcuni passaggi del mio impegno umano e politico e tu mi hai sempre dispensato consigli utili e attenti, perché sapevi (forte da antica consuetudine) che delle cose che mi dicevi io tenevo un gran conto. Stavolta mi hai detto: “Vai avanti! “e, dopo la tua spiegazione e visione delle cose, hai chiosato: “Quindi, sta bbuono accussì”. Ed io mi sono candidato con animo più sicuro e sollevato.
Mille immagini mi affiorano alla mente, ma chissà perché una, comica e amorevole adesso mi salta alla mente. Fu quando il collaboratore di un amico aveva avuto un incidente ad una gamba, e allora le gambe si ingessavano in blocco. E, il giorno delle elezioni (eravamo candidati insieme nelle comunali) portasti a votare l’invalido omaccione su una gamba sola, ma abbrancato da te con l’aiuto dell’immancabile amico Salvatore (in arte Faro). Io vi vidi e mi avvicinai contrariato: “ma ne valeva la pena, questo show, per un voto?”. E tu “Guarda come pesa! Mica mi diverto. Non so neanche se ci vota: ma era felice di venire!” Eri così: sempre impegnato a fare felice gli amici, a distribuire un sorriso, un consiglio, una soluzione. Fino ad una certa età la maggior parte dei consigli e delle strategie le dispensavi finalizzate alla conquista di qualche bella straniera di passaggio sull’isola. Che, all’epoca erano rarissime, ma immediatamente monopolizzate dal solito giro di “vitelloni” da te capitanati. Oggi se ne vedono tantissime, che vagano nell’isola, assolutamente solitarie, in forza di costumi diversi e di una società sazia: un po’ di tutto. L’isola va verso i modelli che abbiamo sognato insieme, di sviluppo di quel turismo legato all’autenticità dell’isola stessa. E Pasquale Miracoli era, appunto, una persona vera, autentica e tante cose, tanti racconti affiorano alla mente. Pasquale era una persona buona, amata da tutti. Era una persona sincera. Era una persona molto intelligente, e ancora di più perché sapeva sottomettere l’intelligenza alla modestia. Ma scrivere “era” mi agghiaccia le dita: Non me lo dovevi fare Pasquale, NON CE LO DOVEVI FARE. Il Signore, che tutto vede e tutto comprende ha sicuramente il suo disegno imprescrutabile e ha già fatto posto nei suoi cieli. Ma la tua famiglia, i tuoi amici, la tua isola hanno ancora bisogno di te! Dai, non scherzare! Torna indietro!
Ritorna a bere un bicchiere di vino con noi, in un tramonto d’estate che non finisca mai!