Gino Finelli – Per quello spirito di servizio e per quel “Patto per Procida” che tempo fa insieme a Leo Pugliese abbiamo lanciato come iniziativa per la nostra Isola, continuiamo a scrivere, sempre con quello steso obiettivo che ci siamo dati di essere una voce stimolante, critica sugli accadimenti. E ve ne sono sempre di nuovi poiché la polemica, aggravata spesso dall’arroganza di posizioni preconcette e dall’assenza di una capacità dialettica costruttiva e finalizzata al raggiungimento di obiettivi condivisi, apre una ampia strada per poter entrare, a pieno titolo, in tutte quelle considerazioni, affermazioni e posizioni cosiddette politiche, che continuano a imperversare sui social e anche sulla carta stampata.
L’ultima polemica il ricorso presentato al TAR finalizzato a verificare che tutte le procedure preelettorali, per il rispetto di quei valori democratici sempre invocati da tutti i gruppi politici, ma di fatto mai osservati, induce a fare alcune considerazioni.
La democrazia, ossia il potere dato al popolo di scegliere i propri rappresentanti per essere amministrato, ha di buono che ciascun elettore con il suo voto, esprimendo una preferenza, delega un suo rappresentante. E in democrazia vale la regola che chi ha più consensi è legittimato a rappresentare l’intera popolazione e, dunque assumendo un ruolo istituzionale, anche quella parte di elettori piccola o grande che sia che non hanno ritenuto di dargli il consenso.
Chi di fatto assume una carica pubblica ha il diritto di governare, ma anche il dovere di essere il governante di tutti e ciò per garantire legalità e corretto esercizio della funzione assunta.
Ma in democrazia vale anche che tutte le procedure siano attentamente rispettate per far sì che chi vince possa rappresentare, per davvero, l’intera collettività e essere garante del rispetto dei valori e delle regole democratiche. Dunque se un cittadino avanza un ricorso amministrativo, chiede di verificare che si sia proceduto correttamente e che non vi siano state delle condizioni, errori o distrazioni che potrebbero aver compromesso il risultato ottenuto democraticamente. Da queste considerazioni semplici e razionali si evince che l’unica risposta possibile da dare è: “si proceda alla verifica di tutti gli atti amministrativi nel rispetto della legalità e della democrazia”.
Un linguaggio semplice senza se e senza ma e quanto mai corretto che, se fosse stato utilizzato, avrebbe evitato qualsiasi commento e fatto capire che non vi è alcuna difficoltà, anzi la determinazione di verificare per la correttezza del risultato. Nessun ribaltamento di ruoli, nessuna offesa all’Istituzione, nessun attacco personale.
Sempre in democrazia ciascun cittadino ha la facoltà di verificare e controllare gli atti amministrativi e per questo fu, a suo tempo, istituito il TAR.
Dunque quando leggo commenti, frasi inopportune e soprattutto parole che nulla hanno a che vedere con l’oggetto della discussione e che sono solo espressioni di quel linguaggio che poco ha a che fare con la politica e con il rispetto della democrazia, mi stupisco e mi meraviglio, ancor di più, di sentire parlare di sovvertimento dell’ordine democratico, della volontà popolare del tentativo di screditare i vincitori.
Vorrei far notare a tutti che la campagna elettorale è finita, esiste una maggioranza e una amministrazione legittimata a svolgere il suo ruolo. Esiste un Consiglio Comunale con i consiglieri della minoranza che, se anche non hanno potere nella gestione delle attività amministrative, hanno il compito e il dovere di controllo e di vigilanza su tutti gli atti e questo controllo si può esercitare in tutti modi previsti dalla legge, ovviamente prima nell’organo a questo deputato che è il Consiglio Comunale e solo successivamente nelle altre sedi previste dalla nostra costituzione. Nel caso specifico concedendo la legge al ricorrente solo trenta giorni per avanzare un ricorso e non essendoci i tempi per discuterne in Consiglio, non vi era altra alternativa che chiedere ad un organo di controllo superiore, la verifica della legittimità degli atti. Forse in seguito alla discussione su tale problematica avanzata dalla minoranza nel primo Consiglio Comunale della nuova amministrazione, si sarebbe potuto immaginare di tenere un ulteriore consesso a brevissimo per ascoltare e deliberare sulle questioni sollevate. Ciò non è stato e da ex presidente non ne comprendo le ragioni.
Allora perché scandalizzarsi se si ritiene opportuno chiedere tutti gli atti precedenti il momento elettorale e, quando questi non vengono consegnati nella loro totalità, voglio immaginare per la lentezza della macchina amministrativa., adire all’organo deputato a tale controllo?
Nessun sovvertimento, nessun tentativo di aggressione dell’avversario politico, ma solo una corretta logica democratica che è garanzia della trasparenza e della corretta applicazione delle leggi.
E’ ora dunque di smetterla con commenti, dichiarazioni, attacchi da ambo le parti politiche, di sedersi , avanzare proposte, produrre conoscenza e cultura e spiegare, e ancora spiegare, e sempre spiegare, qualsiasi decisione che impegni la collettività, aprendo con il cittadino quel tavolo di confronto di idee nel rispetto proprio dei valori democratici e assumendo così il vero ruolo istituzionale quello che ha a cuore il benessere della collettività, di tutta anche e ripeto, di quella che ha manifestato dissenso.
L’intelligenza che è la maniera umana di pensare e che ci è stata data come l’istinto alle api per dirigere la nostra condotta, è l’unica in grado di costruire un percorso comune e di farlo comprendere, poiché attraverso una comunicazione rispettosa, attenta, con alle spalle una conoscenza reale e non superficiale delle problematiche di cui si parla, si possa sviluppare una coscienza e soprattutto produrre benessere.
Qualcuno leggendo sempre i miei scritti, così frequenti, dirà: cosa vuole questo, cosa ci vuole insegnare?
Ebbene io voglio fare, allontanando la modestia che spesso ho volutamente usata, didattica educativa, quella che insegna il rispetto dell’ambiente, della storia, dei valori, della democrazia, del linguaggio, dell’educazione sociale e, a chi non lo ha ancora capito, il significato vero della politica e di come essa va intesa e va fatta.
E’ un sogno ad occhi aperti, ma per farlo diventare realtà bisogna perseverare ed è quello che farò.