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Trasporto marittimo a rischio, shock con la seconda ondata di lockdown

DiRedazione Procida

Nov 10, 2020

Procida – Dopo le crociere, anche l’altra parte del mercato del “mare” a cui Procida è profondamente legata rischia di trascinare verso il basso l’economia isolana. 

Mentre da giorni stiamo raccontando l’odissea di Tommaso Scotto di Perrotolo imbarcato da quasi un anno e bloccato a largo della Cina, ci sono giovani e meno giovani isolani che rischiano di rimanere bloccati a casa a causa della mancanza di posti di lavoro. 

Infatti nuove turbolenze  – come descrive bene shippingitaly – sono in vista per le tariffe del trasporto marittimo, alla luce della nuova ondata di lockdown che sta investendo il mondo intero, in primis l’Europa. A lanciare l’allarme è l’ultimo rapporto settimanale di Allied Shipbroking il quale segnala che i principali broker marittimi prevedono nel breve termine una nuova caduta della domanda globale del commercio, in particolare di materie prime, che si tradurrà inevitabilmente in una riduzione delle tariffe di trasporto.

“E’ stato un anno difficile e problematico finora per i mercati globali e l’economia – riporta Allied -. Dall’inizio della pandemia, i fondamentali su tutta la linea hanno dovuto affrontare un brusco colpa di coda, con la maggior parte dei mercati e degli scambi commerciali che hanno subito un forte shock iniziale alla fine del secondo trimestre dell’anno e da allora hanno vissuto numerose scosse di assestamento. Ora, siamo entrati nell’ultimo trimestre dell’anno, e tutto lascia presagire che le difficoltà non siano finite qui, anzi”.

 

Secondo George Lazaridis, responsabile della divisione Research & Valuations  di Allied, “la stagione invernale per l’emisfero settentrionale ha confermato che la pandemia è lontana dall’essere dissipata, non a caso le principali economie dell’OCSE, una dopo l’altra, sono oggi ostaggio di una seconda ondata di lockdown, alla stregua di quanto accaduto all’inizio dell’anno, nel tentativo di tenere sotto controllo la diffusione del Covid-19”.

 

“La maggior parte delle previsioni fatte fino a questo momento – aggiunge Lazaridis – sono state riviste dagli analisti che ora paventano scenari più severi e difficili rispetto a quelli elaborati alcuni mesi fa. Al momento, questi ultimi sembrano essere esclusivamente ipotesi di base visto che i recenti sviluppi hanno di nuovo fatto venire i brividi a tutti i mercati. E’ il caso del commercio di materie prime, di vitale importanza, che non è riuscito a sfuggire alle attuali turbolenze con i prezzi del petrolio greggio che sono scesi ancora una volta ai minimi di maggio, mentre altre commodities come il minerale di ferro si mantengono fino ad oggi su livelli equilibrati sebbene abbiano apparentemente perso la maggior parte dello slancio acquisito durante i mesi estivi”.

 

Laazaridis ha affermato che “nonostante la maggior parte dei mercati marittimi sia stata gravemente colpita dai recenti sviluppi, tutto sommato il commercio ha tenuto relativamente bene quest’anno, almeno fino a questo momento, in termini di livelli medi di trasporto registrati. Ad esempio, il mercato delle rinfuse secche, che rischiava di cadere in uno stato quasi catatonico durante i mesi primaverili, ha mostrato una discreta ripresa nel periodo estivo recuperando la maggior parte delle perdite avute nei mesi precedenti. Differente è stato invece l’andamento del mercato delle petroliere che ha avuto un paio di mesi straordinari durante il primo round di blocchi nazionali, anche se da allora è calato drasticamente e ora è piatto, portando oggi la media dell’anno all’incirca in linea con la media del 2019”.

Secondo l’analista di Allied, “il problema è che, nonostante una forte ripresa prevista entro il 2021, i prossimi mesi potrebbero rivelarsi tra i più difficili. Un secondo ciclo di lockdown (anche se non così severi nella loro forma come quelli imposti durante la primavera) sarà in grado di causare danni molto maggiori per buona parte delle principali economie del mondo, visto che il loro stato di salute risulta ancora molto fragile. Nel complesso, stiamo affrontando un grave problema dal lato della domanda, che per alcuni settori merceologici potrebbe rivelarsi un vero e proprio shock come nel caso del mercato del petrolio greggio, oppure di quello delle rinfuse secche, sebbene con tempistiche più dilatate rispetto al primo. In entrambe i casi, gli effetti si faranno inevitabilmente sentire a causa della probabile minore domanda di materie prime e il conseguente calo della produzione”.

Lazaridis ha concluso che “i programmi di quantitative easing su larga scala hanno contribuito nei mesi precedenti a smorzare la portata di questo calo. Ora c’è da capire se questi programmi saranno ulteriormente ampliati e in che misura, perché esiste il rischio che gli aiuti potrebbero anche diminuire in futuro, con risultati assai negativi per l’economia mondiale”.

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