Procida – Venticinque anni son trascorsi da quel terribile giorno del 18 novembre 1995, ma il ricordo diAntonio Raimondo, ispettore capo della Polizia di Stato, e di Nina Scotto di Perrotolo, infermiera, resta intangibile. La loro fu una fulgida prova di grande generosità pagata al caro prezzo della vita, una prova di perenne monito.
L’elicotterista e l’infermiera, la cui tragica fine unì per sempre i loro nomi furono insigniti di medaglia d’oro al valor civile con le seguente motivazioni.
Per Lui: «Componente l’equipaggio di un elicottero intervenuto per il soccorso di un ustionato in pericolo di vita, forniva le necessarie istruzioni per consentire, nonostante le forti raffiche di vento che rendevano difficile l’avvicinarsi al velivolo, il trasporto a bordo del paziente. Ultimate le operazioni, poiché il pilota perdeva il controllo del mezzo, a seguito dell’improvviso attrito con la barella che aveva trasferito l’infortunato, si prodigava generosamente nell’allontanare gli astanti dall’elicottero, sacrificando la giovane vita falciata dalle pale dell’aeromobile. Splendido esempio di alto senso del dovere, grande abnegazione ed umana solidarietà».
Per lei invece «Infermiera del locale posto di Pronto Soccorso, con generoso slancio si prodigava per il trasferimento su di un elicottero di un ustionato in pericolo di vita. Ultimate le operazioni di sistemazione a bordo del paziente, improvvisamente, a seguito dell’improvvisa inclinazione del mezzo causata dalle forti raffiche di vento, la donna veniva travolta dalle pale dell’aeromobile, perdendo cosi la sua giovane vita. Splendido esempio di alto senso del dovere, grande abnegazione e umana solidarietà»
Venti cinque anni dopo, rimane ininterrotto il rimpianto dei parenti dei due sfortunati eroi. Ne parlano ancora le pietre, ma il cuore di tanti uomini resta più duro. Alle giovani generazioni l’arduo compito di intenerirlo.