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S.O.S ALBANO FRANCESCANO. Le suore bigie si tirano indietro

DiRedazione Procida

Dic 12, 2020

Procida – E’ nota l’impossibilità da parte dell’Albano Francescano di poter continuare a gestire    il ricovero e l’ospitalità necessari a chi ne ha bisogno. La situazione, com’è noto, si è creata a seguito della perdita di oltre due terzi dei beni immobili, quelli ereditati nel 1940 dal dott. Domenico Scotto Lachianca con l’incredibile sentenza che li ha assegnati agli eredi dell’avv. Diana. Ciò ha privato l’Opera Pia delle rendite necessarie per l’attività umanitaria. A tanto si è aggiunto il pignoramento del ricavo dall’altro terzo dei beni, da parte del legale dei Diana, per il recupero delle spese legali relative alla vertenza. 

Urge un intervento, su più fronti, da parte delle Istituzioni e di quanti sono consapevoli dell’importanza di difendere e rafforzare la sua funzione nell’interesse di ciascuno e di tutti.   Al momento, in assenza di aiuti economici, ci sarà il trasferimento presso una struttura similare degli assistiti in via temporanea, che potrebbe essere anche definitiva in assenza di reali soluzioni. 

Non si è purtroppo concretizzato il piano predisposto dall’attuale presidente dell’Opera Pia, l’ing. Peppino Rosato che appena insediato ha affrontato il problema dell’enorme passivo accumulatosi negli ultimi anni e della riorganizzazione dell’attività, che prevedeva il coinvolgimento delle Suore Bigie (ordine fondato da San Ludovico da Casoria come la Casa Accoglienza francescana a Procida poi fusa con la Fondazione Albano) ed il sostegno del Comune di Procida. 

Anche altri operatori privati del settore, dopo positivi preliminari, si sono dichiarati indisponibili. Occorre ripartire da zero. 

Da parte sua il Consiglio Comunale ha approvato praticamente all’unanimità le proposte di un concreto aiuto economico per scongiurare il trasferimento degli assistiti nelle more della riorganizzazione del sevizio e l’Amministrazione Comunale l’ha posto in essere assegnando un doppio contributo per complessivi 35 mila Euro, ed ha lanciato una sottoscrizione popolare per raccogliere aiuti a favore dell’Albano Francescano, di cui s’attende fiduciosi l’esito. 

Inoltre, il Consiglio Comunale impegnava l’Amministrazione anche ad operare per concretizzare una soluzione stabile. Nell’occasione il gruppo di minoranza Procida per tutti ha contestualmente proposto al Consiglio Comunale la costituzione di una RSA (residenza sanitaria assistita) che costituiva uno dei punti del proprio programma elettorale. Anche “La Procida che vorrei” nel programma elettorale ipotizzava la costituzione di strutture di assistenza per affrontare i problemi dell’assistenza agli anziani, ai minori e a quanti necessitano di sostegno sociale. Esistono, dunque, tutte le premesse di un impegno unitario delle forze politiche, impegno che deve essere duplice perché rivolto sia a supportare l’Albano Francescano nel frattempo che si concretizzi la soluzione al problema e sia per ricercare partner operativi ed istituzionalizzare l’impegno del Comune per qualità e quantità. 

E non c’è un attimo da perdere giacché il deficit dell’Opera Pia cresce tra i 15/20 mila Euro al mese da sommare al pregresso, il cui ripiano dovrà riguardare solo l’Albano Francescano e non futuri accordi gestionali. La vendita del patrimonio immobiliare rimanente è da scongiurare il più possibile, giacché ciò equivale ad una ulteriore perdita delle rendite con il rischio di cessazione dell’attività. 

Un impegno comune di Istituzioni pubbliche, civili e religiose (tenendo conto della natura e coinvolgimento della presenza della Chiesa nell’Opera Pia) e di quanti intendono salvare un’opera centenaria, patrimonio del nostro spirito di accoglienza per “gli ultimi” e per la sua importanza per l’oggi e per il futuro. 

L’IMPORTANZA DELLA CASA ANZIANI

Il senso di accoglienza, assistenza e previdenza dei procidani è storia. Lo testimoniano strutture come Il Pio Monte dei Marinai (1617), il Conservatorio delle Orfane, varie Confraternite maschili e femminili, la Fondazione Albano Francescano, l’ECA, le attività di volontariato. In assenza della mano pubblica è stata la munificenza dei cittadini a provvedere. L’evoluzione dei servizi pubblici ha ridotto alcune necessità d’intervento ma le mutate esigenze della società ne hanno creato altre. 

La Fondazione Ospedale Civico Albano Francescano durante la sua centenaria opera ha accolto coloro che erano privi di assistenza familiare e disponibilità economiche, lo ha fatto con i frutti di donazioni immobiliari e contributi privati dall’isola e dai procidani d’America. Ora pare essere arrivata al capolinea per la drastica riduzione delle risorse economiche, non per la funzione.

Anzi è l’occasione di allargare i servizi non solo a chi è privo di mezzi ma a tutti coloro che le condizioni organizzative familiari non consentono adeguato accudimento. Attualmente si ricorre all’ausilio di badanti, magari h 24. 

L’anziano pur in presenza di disponibilità economiche sufficienti resta socialmente isolato e affidato a sconosciuti, non sempre in modo efficiente e corretto. Con i componenti della famiglia sempre più impegnati fuori casa o addirittura lontano, è da cogliere l’occasione del rilancio e sostegno all’Albano Francescano, il poter essere accolto, pagando una retta mensile, in una comunità organizzata diventa una positiva forma di assistenza e convivenza attiva con rapporti ininterrotti con propri familiari e con persone di pari condizione e, nel caso fortunato di una struttura nella propria isola, di poter mantenere i rapporti di amicizia e conoscenza. Fino a pochi anni fa, essere accolto in una struttura di assistenza comportava discredito per la famiglia. Oggi può essere una necessità risolta in modo positivo e qualitativo. 

Diventa perciò, indispensabile, per l’oggi e sempre più per il futuro, che ci si impegni ad allargare le possibilità di accoglienza; l’Albano Francescano potrà provvede ad integrare il costo della retta mensile per chi non dispone delle risorse necessarie. E’ un servizio che può riguardare ciascuno di noi, nessuno escluso. In tale ottica ci auguriamo venga affrontata la crisi dell’Albano Francescano.

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