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39 ANNI FA LA TRAGEDIA DEL “MARINA D’EQUA”. PER NON DIMENTICARE, MAI

DiRedazione Procida

Dic 29, 2020

Procida – “….perché la luce della preghiera e della memoria resti viva in tutti quelli che li hanno amati e che da ora li contemplano felici nel porto di Dio“. Con queste parole  – vergate in una  lapide commemorativa a Sant’Agnello – ci piace iniziare il nostro commosso ricordo alla memoria dei nostri tre procidani, Pietro Cibelli, Grazio Scotto di Marrazzo e Giuseppe Visaggio,  che in  quel tremendo tardo pomeriggio del 29 Dicembre del 1981 trovarono la morte nel tempestoso Golfo di Guascogna, e con loro in quell’immensa e gelida tomba altri 27 membri dell’equipaggio.

Alle 17,55 del 29 Dicembre 1981 a circa 320 miglia a SW di BREST, il MARINA D’EQUA s’inabissava nell’Atlantico in tempesta. Le cause del sinistro furono attribuite, dalla Commissione d’Inchiesta Ministeriale – come fatto iniziale – al cedimento degli elementi n° 2 e 3 dei boccaporti della stiva n°1 e come causa finale – al collasso della paratia tra la stiva 1e 2. Il tutto per le proibitive condizioni del tempo instauratesi nei giorni 27, 28 e 29 Dicembre per la presenza di una depressione di 975 mb. (731 m/m) posizionata in Lat. 43°N e Long. 28°W che provocava, soprattutto il 29 Dicembre, vento da SW forza 10 e mare da WSW di altezza significativa di 11 metri. Il che provocò, come detto, dapprima un notevole imbarco d’acqua nella stiva e, successivamente, per lo sbattimento della massa d’acqua penetrata nella stessa stiva n°1, il cedimento (collasso) della paratia stagna fra la stiva 1 e 2, con conseguente perdita di galleggiabilità e quindi l’affondamento della nave.

DOMENICA 27 MESSA IN SUFFRAGIO. IL RACCONTO NELLE PAROLE DEL FIGLIO DI PIETRO CIBELLI, GENNARO.

«Voglio ringraziare di cuore tutti coloro che ieri si sono uniti in preghiera in presenza e a distanza durante la cerimonia di commemorazione dei caduti in mare nel 39° anniversario dell’affondamento del Marina D’Equa con tutto il suo carico di vite umane, in paricolare, Mons. Mchele del Prete che ha ufficializzato il rito liturgico, il Pio Monte dei Marinai, il Circolo Capitani e Macchinisti, il Collegio Nazionale Capitani e Macchinisti, l’ Associazione Capitani Procida, la
Congregazione dell’Immacolata dei Turchini
, la Sig.ra Maria Capodanno, l’amico Peppino Righi che nonostante l’età, non ha fatto mai mancare il suo contributo e che, assieme a mio fratello hanno organizzato il tutto, il Com.te Scotto di Carlo che, nonostante l’età, il freddo ed il Covid ha voluto essere presente e tanti altri. Tengo a ricordare, ( senza polemizzare e strumentalizzare) che, aldila’ dell’annuale cerimonia commemorativa, se oggi al cimitero ci sono tante lapidi in ricordo dei tanti caduti in mare è solo grazie all’iniziativa di mio fratello Salvatore Cibelli col supporto dell’ allora amministrazione Muro e all’interessamento dell’ ex assessore ai traporti Pasquale Tramontano.
Se c è una lapide commemorativa a terra murata e solo grazie all’ iniziativa di mio fratello col supporto dell’allora amministrazione Capezzuto e all’interessamento dell’ex delegato ai trasporti Pasquale Sabia e dell’allora Ass. Sig.ra Maria Capodanno.
Se Procida ha sempre partecipato alle varie commemorazioni per i caduti del Marina d’ Equa in penisola Sorrentina ogni 29 Dicembre ed in particolar modo nel 25° anniversario con la sua rappresentanza istituzionale ufficiale è sempre stato grazie alle Amministrazione alternatesi nel corso degli anni e all’Amministrazione Lubrano e all’ex assessore ai trasporti Sig.ra Maria Capodanno.
Se nella Chiesa della SS. Annnunziata c’è un sagrario commemorativo di tutti i figli di Procida caduti in mare per l’adempimento del loro dovere sia in tempi di pace che in tempi di guerra è solo grazie all’ iniziativa di Mons. Michele Del prete e dei suoi collaboratori.
Se sono state allestite “mostre” ed altro per ricordare la tragedia del Marina d’Equa alla lega navale e al Pio Monte dei Marinai etc è solo grazie all’ iniziativa dell’instancabile Peppino Righi e del compianto nonche’ indimenticabile Com.te Ciro De Candia, se è stata istituita una borsa di studio annuale per i diplomati nautici sez. Macchinisti in memoria di mio padre è per iniziativa del sottoscritto.
A tutti loro, tranne me ovviamente va il mio più sincero ringraziamento e il mio più sentito riconoscimento.
Per il resto, tengo a precisarlo, da più di 5 anni a questa parte, ad eccezione della classica commemorazione nella prima giornata della sagra del mare nulla è stato mai fatto nonostante l’ istituzione di un assessorato al lavoro marittimo compresa la mancata partecipazione istituzionale di ieri.
Ringrazio comunque anche questi ultimi, ricordando semplicemente loro, che la memoria è un dovere morale di noi tutti ed un monito per le generazioni future anche considerando che Procida ancora è un isola che dal mare trae la maggior parte del suo benessere e sostentamento e che, i caduti in generale appartengo all’ intera comunità e non hanno colore politico e, sono al di sopra di ogni qualsivoglia vanità e presunzione umana».

 

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