Gino Finelli – Per uomini come me che si sono sempre battuti per tutelare le tradizioni, la storia e l’enorme patrimonio culturale della nostra Isola è un momento di grande festa e di immensa felicità. Lo voglio condividere, spero, con tutti coloro amanti, frequentatori, estimatori, cantori e scrittori delle meraviglie di Procida, in continuità con l’immenso patrimonio di poeti, scrittori, uomini di cultura in genere che hanno descritto e parlato di Procida.
E’ una vittoria sperata, quanto inattesa, che viene in un momento della nostra vita politico- sociale particolarmente complesso sia per la pandemia, che per la difficoltà ad avere uomini politici, soprattutto a livello Nazionale, in grado di condurci su un percorso di sviluppo sostenibile e garanti della nostro patrimonio culturale che è la vera unica immensa ricchezza della nostro Paese.
Sono dunque orgoglioso che sia stata scelta la nostra Isola a rappresentare, a livello Nazionale, la cultura delle nostre genti e della nostra Italia.
Grazie a chi ha avuto non solo l’idea, ma la perseveranza di credere prima e poi portare avanti con determinazione la candidatura e grazie all’Amministrazione che ha spinto in tal senso, nella convinzione di una iniziativa con un suo intrinseco valore e una sua concreta possibilità di vittoria.
Ora che l’obiettivo è raggiunto e che agli occhi della Nazione dobbiamo presentarci si è aperta l’opportunità, che tante volte molti come me hanno scritto e sperato, per unire le forze dell’intera collettività e progettare per davvero il nostro futuro, quello che interesserà le generazioni a venire e che sarà il volano per un rinnovamento, non solo nell’aspetto, nella organizzazione, nell’economia, ma soprattutto, e lo spero, nel cambiamento di una mentalità e di quella insularità ché è stata da sempre una prerogativa del nostro popolo, che per certi aspetti ha consentito il mantenimento della sue caratteristiche, ma che ha anche determinata quella chiusura agli inevitabili cambiamenti imposti dal nostro tempo e al rispetto di quelle regole di salvaguardia del territorio, indispensabili per la conservazione proprio di quel grande patrimonio di storia e di cultura che oggi siamo chiamati a rappresentare.
In questa vittoria c’è davvero, attraverso la gioia, il raggiungimento dell’armonia dell’intera collettività che non può e, soprattutto non deve, riconoscerla come una vittoria di parte, ma comprendere che è un traguardo di tutti e per tutti e che attraverso esso questo piccolo scoglio, bagnato dalla fortuna, può ritornare ad avere il suo antico splendore, quello che lo fecero grande nel 700 e che ha consentito benessere e ricchezza alle sue genti.
Come si usa dire oggi in politica, dobbiamo essere costruttori, non quelli dell’occasione o del momento propizio, ma quelli che dovranno porre una pietra sulla quale edificare una Cattedrale, far crescere e sviluppare un territorio e dare benessere e prosperità ai suoi figli.
Per quello che mi riguarda e, soprattutto per quello che posso e potrò fare, metterò a disposizione di chi me lo chiederà il mio patrimonio di conoscenza, la mia esperienza, la mia penna senza alcun retro pensiero e senza alcuna ipocrisia e, voglio sperare che tutti facciano la stessa cosa nel rispetto di un luogo radice del nostro essere.
Diceva Dostoevskij che il segreto dell’umanità non è vivere ma saper per cosa si vive e aggiungeva che molti non lo sanno perché nessuno gli lo ha insegnato. Ebbene noi oggi abbiamo la possibilità e il dovere di insegnare a tutti il senso e la ragione delle nostre vite che passano, inevitabilmente, per il passato, attraversano il presente e progettano il futuro.
Al libero arbitrio è affidata la nostra sorte, la consapevolezza di essere oggi protagonisti del nostro tempo, artefici dunque, attraverso scelte e decisioni, del tempo che verrà. Bisogna che comprendiamo che la forma che sceglieremo sarà la manifestazione plastica del nostro futuro
Auguri a tutti e complimenti ancora a chi ha voluto con determinazione Procida capitale della cultura.