Sebastiano Cultrera – Talvolta i sogni si avverano. E il sogno di fare di un’isoletta una Capitale si è avverato. Procida sarà per il 2022 la Capitale Italiana della Cultura.
Ciò al termine di un percorso che ha visto il Sindaco e la sua compagine impegnati ad elaborare e a proporre un progetto vincente nel concorso per contendersi il titolo, appunto, di Capitale Italiana della Cultura, per l’anno a venire.
La formidabile batteria di avversari (con città quasi tutte molto più grandi e accorsate del Comune di Procida) che è stata sconfitta ci restituisce la misura del valore di questa VITTORIA.
Ha vinto un Grande progetto, con un Grande impegno e con una Grande capacità di costruire sinergie d’ogni tipo (istituzionali, culturali, operative).
Ha sicuramente influito positivamente il forte appoggio che la Regione Campania ha profuso nel sostenere il progetto e nel costituire punto di riferimento per una governance autorevole e solida.
Ha vinto, soprattutto Dino AMBROSINO, il giovane Sindaco che qualcuno immaginava una semplice parentesi frutto di una contingenza del momento, e che, invece, sembra destinato a restare nella storia di Procida, almeno per questo importante riconoscimento acquisito all’isola.
Ora è il momento dei festeggiamenti e non è il tempo della riflessione e degli approfondimenti.
Certo è che possiamo trovarci davanti ad una svolta storica nel destino della nostra isola.
Perché l’obiettivo vero è che Procida diventi STABILMENTE una delle capitali della cultura europee, continuando a ospitare (cosa che è cominciata ad accadere negli anni precedenti la pandemia) visitatori da tutto il mondo.
Se ciò accadesse (e il 2022 può essere il momento di svolta) Procida tornerebbe ad essere quella che è stata nei secoli: centro di interscambi economici, sociali e culturali.
Avremo, quindi, tempo di analizzare i pro e i contro di questo evento.
Avremo tempo di mettere a fuoco le “fragilità” di un tessuto isolano che, nel percorso della candidatura, devono trovare una strada per la soluzione.
Avremo il tempo di immaginare un futuro migliore per i figli di questa isola, anche alla luce di questa bella opportunità. E saremo, come al solito, da stimolo costruttivo alle istituzioni e alla classe dirigente dell’isola.
Ma adesso è il momento della celebrazione. Che è celebrazione di massa, che coinvolge la gente di Procida e coloro che si sentono vicini al destino della nostra isola.
Con Procida ha vinto l’idea che il brutto anatroccolo è, in effetti, il CIGNO più bello. E che la profezia della Morante si è avverata, giacché proprio “quella che tu credevi un piccolo punto sulla terra… fu TUTTO”.
Il fine di un lavoro ciclopico, ancora da fare, sarà, in definitiva, quello di compiere una ultima mutazione. Questa, sì, decisiva: trasformare i turisti in visitatori e gli isolani in custodi delle bellezze e della identità dell’isola.
Costruendo una sinergia virtuosa. Con il “miracolo” della cultura anche questo sogno potrà avverarsi.