Gino Finelli – Ci risiamo, il copione già visto nell’estate 2020 torna sulla scena prepotentemente sotto gli occhi di quelli che per un anno hanno predicato la necessità di rispettare le regole anti Covid, soprattutto in questo momento di abolizione dei divieti. Un continuo parlare sui social e per televisione della necessità di mantenere alta la guardia proprio nel periodo estivo in cui i contagi si riducono, fino in qualche caso, a scomparire e le precauzioni divengono un meccanismo di difesa collettiva per evitare il ripetersi di quella tragedia che ha di fatto caratterizzato l’autunno –inverno 2020-2021. Ricorderete tutti che nel l’estate dello scorso anno si lasciò una libertà di comportamento che portò alla ripresa della malattia con il conseguente necessario provvedimento di chiusura. A nulla valsero gli inviti da parte degli esperti a mantenere un comportamento di protezione rigoroso e a nulla valsero le sollecitazioni, come quella del sottoscritto, ad evitare tutte quelle situazioni che, determinando assembramento, potevano essere alla base della ripresa della malattia. Furono inviti inascoltati e tutto scorse nel permessivismo più becero finendo così per determinare una nuova e spaventosa ondata della malattia.
Un anno da dimenticare che sembrava ci stessimo lasciando alle spalle anche per la campagna massiva di vaccinazione che ha aperto una nuova speranza nella lotta al Covid 19. E grazie alla combinazione della procedura di immunizzazione e al comportamento attento e previdente dei cittadini, si è riusciti ad arrivare ad un significativo decremento dei contagi e ad una drastica riduzione della mortalità. Ma se è vero che ciò è accaduto è altrettanto vero che l’immunità, cosiddetta di gregge, non si è raggiunta non essendo stata vaccinata l’80% della popolazione, e soprattutto non avendo la certezza dell’efficacia dei vaccini anche sulle nuove varianti del virus che, in questo momento, sono non solo presenti sul nostro territorio, ma sono quelle che rappresentano la maggior parte dei nuovi contagi. E allora ecco i nuovi richiami alla prudenza e ad un comportamento in linea con la profilassi antivirale, richiami divenuti oramai inutili poiché essi non solo sono inascoltati, ma non essendovi alcun tipo di controllo sui territori, finiscono con l’essere disattesi totalmente.
E allora difronte ad uno scenario per nulla rassicurante sarebbe prudente evitare di consentire manifestazioni che, richiamando una larga fetta della popolazione residente e non, finiscono con il divenire luogo di pericolo per il diffondersi di eventuali nuovi focolai di contagio.
L’esempio di quanto sto dicendo è stata nella nostra piccola comunità la festa del 15 luglio alla Chiaiolella, occasione per far sì che Procidani e turisti si riversassero in massa nella piccola stradina addobbata con bancarelle di vario tipo, determinando così il vulnus per consentire, ad un eventuale portatore di malattia, di diffondere liberamente il contagio., nonostante la manifestazione fosse tenuta in luogo all’aperto. Infatti la mancanza assoluta delle regole di profilassi, che ricordo sono l’uso della mascherina e il distanziamento minimo di un metro, non solo non potevano essere rispettate per gli spazi disponibili, ma per il cibo che era servito e che dunque non era possibile mangiare avendo sul viso la mascherina.
Io non so davvero se coloro che ci amministrano a qualsiasi livello Regionale, Comunale o addirittura Nazionale, hanno davvero compreso il messaggio dei tecnici. Certamente i nostri amministratori forse nella convinzione che siamo tutti vaccinati e dunque immuni dalla malattia, hanno la convinzione che siamo tornati nella assoluta normalità, in quell’epoca pre -covid dove tutto era possibile senza regole e senza profilassi. Sono convinti che non vi potrà essere una nuova ripresa della malattia e che le persone che vengono sull’isola da fuori sono anche essi immuni e di certo non portatori del virus e delle sue varianti. Io credo che lo sono davvero poiché è inammissibile, almeno per me uomo di scienza, che non si ricordi il passato prossimo con i suoi accadimenti e non si tenga conto di quanto potrebbe di nuovo accadere.
Il prof. Crescenzo Izzo, infettivologo, già direttore del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Ospedale Cotugno di Napoli, frequentatore da sempre dell’ Isola, collega con cui ho avuto il piacere di scambiare alcune riflessioni in materia mi ha detto testualmente: “ Il virus certamente non è scomparso ne forse scomparirà in breve tempo. La stagione estiva riduce la probabilità di diffusione indipendentemente anche dai vaccini che sono in grado di attenuare la malattia, ma non di prevenirne il contagio. E’ anche ipotizzabile che oltre la variante oggi dominante si possano sviluppare altre varianti virali, anche più pericolose, di cui non siamo in grado attualmente di valutare né la loro aggressività, né la diffusione e la capacità di indurre malattia grave anche in presenza dei vaccini attuali. E’ da tener in considerazione che quanto più è elevato il livello di circolazione e dunque di promiscuità, tanto più alte sono le probabilità di diffusione e di mutazione virale. IL vaccino è di fatto un’arma altamente significativa nella lotta alla malattia, ma va necessariamente abbinata alle misure di profilassi.”
Non piangiamo dunque, come abbiamo già fatto dopo l’assurda estate del 2020, sul latte versato poiché oggi più di ieri abbiamo tutti gli strumenti per porre un freno al ripetersi di una situazione drammatica come quella dello scorso autunno e arginare, questa volta con poco, quelle licenze e quei comportamenti pericolosi e dannosi per la comunità.
Evitiamo dunque situazioni che possono produrre assembramenti incontrollabili ed incontrollati, verifichiamo il rispetto delle regole di salvaguardia personale e implementiamo, magari a random, quei controlli in tutti i luoghi pubblici, dalle spiagge ai ristoranti e così via, per garantire una estate tranquilla e soprattutto un inverno privo di chiusure, limitazioni delle nostre libertà e delle inevitabili notizie di ricoveri e decessi.
E’ il buon senso di chi ci governa e di noi che siamo governati che deve prevalere sulla nostra voglia di sentirci nuovamente liberi. Mi auguro dunque che tutte le manifestazioni e gli eventi in programma per l’estate 2021 siano rigorosamente svolti nel rispetto delle norme elementari di profilassi con un rigoroso controllo del territorio.
Diceva Sartre: “Un momento di distrazione è un momento di complicità” Mai vorrei che qualcuno distraendosi volontariamente o involontariamente fosse complice di una nuova ripresa della malattia.