Nicola Riccio | Il titolo non deve trarre in inganno, ma la politica c’entra e non poco nella sentenza che il TAR ha emesso bocciando, per illeggitimità, l’ordinanza n° 230 del 11.08.2009 del sindaco di Ischia Giosy Ferrandino, nelle more di un regolamento scritto ad hoc contro i nostri pescatori: “per motivi di ordine pubblico e di sicurezza veicolare e pedonale”.
Ricordiamo che con quell’ordinanza il Sindaco Ferrandino vietò ai nostri pescatori di poter vendere il pesce nel piazzale Aragonese, divieto che costò non poco e che di fatto segnava sin da subito una discriminazione, violando gli articoli 3 e 41 della Costituzione, concernenti i principi di eguaglianza e di libertà di iniziativa economica, nonché il principio di concorrenza.
Sin da subito l’allora Amministrazione Comunale capeggiata dall’ex sindaco Gerardo Lubrano e grazie alla solerzia e all’impegno profuso senza risparmiarsi dell’allora Assessore alla Pesca Cap. Pasqualino Sabia, si attivò perchè fosse chiara la discriminazione che veniva perpretata ai danni dei pescatori Procidani, affrontando politicamente la questione con accese riunioni con l’amminsitrazione di Ischia, sorda agli inviti e alle rimostranze di un fatto ovvio e scontato e da dopo ricorrendo al TAR.
Con la stessa sentenza, i giudici del TAR hanno anche condananto il Comune di Ischia a rifondere al Comune di Procida e ai due titolari di licenza di pesca maria Scotto di Vettimo e Anna Gerarda Elemetto, firmatarie del ricorso, le spese di giudizio.