Procida – L’amico Sebastiano Cultrera ha evidenziato, sui social alcuni post sulla guerra e sul rapporto con le parti belliche in conflitto. Gli chiediamo il suo pensiero, anche in seguito alla Marcia della Pace, che ha visto Procida manifestare al fianco della sua comunità ucraina.
D: “Procida per la Pace in Ucraina è scesa in piazza, con in testa il consiglio comunale. È stata una bella manifestazione, vero?”
R: “Certamente, Procida non perde mai l’occasione di mettere in mostra il suo grande cuore. E, oltre alla grande sensibilità umana, ha messo in piazza la coscienza di stare dalla parte dei deboli; e in questo caso dalla parte di un popolo che è stato aggredito”
D: “Tu hai sottolineato, sui social, il legame tra Procida e Kiyv, costituito dalla forte devozione, che entrambe le comunità propongono, nei confronti dell’Arcangelo Michele. Credi sia un legame sentito?”
R: “Assolutamente. È un tratto non solo religioso, ma culturale molto forte che ci accomuna. Alla fine del periodo sovietico (che fece abbattere i simboli del cristianesimo) fu subito ricostruito il grande Monastero Dorato (edificato originariamente intorno al XII secolo) dedicato a San Michele Arcangelo, che dal 1991 è tornato a troneggiare sulla collina a ridosso del fiume Dnepr. Il legame culturale è rafforzato dal ripristino delle decorazioni interne in stile bizantino. La cultura bizantina è stata il punto di unione tra occidente ed oriente. Nello stesso periodo del Basso Medioevo viene costruita a Procida (su una preesistenza benedettina) l’abbazia di San Michele Arcangelo, che ha rappresentato (e ancora rappresenta) il fulcro della spiritualità e dell’unità del popolo procidano. In entrambi casi il Sant’Angelo è un elemento di protezione della comunità e del territorio.”
D:” Speriamo che funzioni anche stavolta. Quindi è tutto chiaro: una nazione che aggredisce un’altra, coi russi nella parte degli aggressori, quindi?”
R:” Sarebbe una visione ristretta e miope. E San Michele non saprebbe dove votarsi, a quel punto. L’arcangelo Michele è molto venerato anche in Russia e a Mosca la cattedrale dell’Arcangelo Michele si trova all’interno del complesso fortificato del Cremlino. In realtà abbiamo tante cose in comune con quella cultura. Si è, infatti, spesso ricordato come nell’Ucraina risiedano buona parte delle radici della nazione russa (l’antica Rus’). Ma ciò dovrebbe consigliare sentimenti di amicizia e di coesistenza pacifica tra i due popoli e non una guerra, in nome di una riconquista, con pretese difensive campate in aria. Tra l’altro sostenere una differenza culturale netta tra occidente ed oriente, nel caso dell’Ucraina, ma anche della stessa Russia europea, è del tutto fuori luogo”
D:“Mi sembra che, a questo proposito, avevi in corso una attività culturale con la Russia, che rafforzava i legami tra Procida e quella cultura. Tutto ciò, temo, abbia subito una battuta d’arresto”
R: “Affatto. Il progetto resta in piedi. E, magari con una dilatazione dei tempi, andrà in porto. Realizzeremo, con la sponsorizzazione di eProcida, e con la sinergia di intellettuali russi che hanno un consolidato rapporto con Procida, la traduzione e la pubblicazione de l’isola di Arturo in lingua russa entro l’anno di Procida Capitale della Cultura. E lo realizzeremo a maggior ragione, al fine di sottolineare come la CULTURA sia al sopra delle guerre e delle ambizioni dei dittatori. Il popolo russo è un grande popolo, che ho potuto conoscere. I giovani russi sono desiderosi di conoscere la storia e la cultura di realtà come Procida che sanno apprezzare come chiave della cultura mediterranea”
D:” Tu andasti, qualche anno fa, a presentare Procida a San Pietroburgo, vero? Cosa ricordi, oggi di quella esperienza?”
R: “Presentai Procida nel 2001, all’epoca del Parco Letterario, a San Pietroburgo. Mi colpì la grande sensibilità, e preparazione, dei giovani di San Pietroburgo rispetto alla cultura italiana. D’altronde chi è stato in quella città sa che lì si respira l’aria di una grande capitale europea con scorci ed edifici costruiti da architetti europei, in primo luogo italiani. Nell’Hermitage, poi, viene custodita un bel pezzo dell’anima della cultura e dell’arte europea. La scommessa di oggi di Putin, che va verso una Russia Asiatica, magari in asse (anche solo tattico) con Pechino non regge. È solo una operazione di potere, che nulla ha a che fare con lo spirito del popolo russo”
D: “Quali altri legami hai riscontrato tra la cultura russa e la nostra realtà?”
R: “Sono innumerevoli. Ricordo, in primo luogo la poesia di Josif Brodskji su Procida, che coglieva tra l’altro lo spirito intrinseco dell’isola (…reti parenti dei lenzuoli…) e poi le testimonianze di Dostoevskij a Napoli, di Gorki e di Lenin a Capri, dei Cavalli di Bronzo al Palazzo Reale, a pochi metri dallo sbarco dell’aliscafo. Insomma segni del forte legame tra le nostre culture ce ne sono tantissimi. Poi non sta a me sottolineare come la cultura russa abbia fortemente influenzato la nostra. Alcuni capolavori della letteratura russa sono patrimonio universale e quindi sono entrati nei nostri sentimenti quasi quotidiani. Ma, a conferma della capacità della cultura di unire, ricordiamoci che uno dei più grandi capolavori, in lingua russa, della letteratura universale, molto amato anche in Italia è “il Maestro e Margherita”. È ambientato a Mosca (e in parte a Gerusalemme) ma è scritto (con versione definitiva nel 1940) da uno scrittore ucraino: Michail Bulgakov, nato appunto a Kyiv. Ed è uno dei miei libri preferiti. E così il cerchio si chiude”
D: “Cosa ti auguri, quindi, per il futuro?”
R: “Mi auguro che il grande popolo russo ritrovi la sua strada e faccia un passo avanti verso il recupero della sua identità europea. Che la pace prevalga tra quei popoli. E che la CULTURA possa essere momento di unità e di riflessione per superare i conflitti. La Capitale italiana della Cultura, cioè la nostra Procida, può recitare un ruolo di pace!”