Procida – Il giorno dopo la nomina di Procida Capitale della cultura, il 19 gennaio dello scorso anno, Artribune – una importante piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo, mentre il mondo applaudiva alla vittoria dell’isola di Arturo – poneva alcune riflessioni.
“Data la recente introduzione, e dati i tempi del tutto particolari che stiamo vivendo, allo stato attuale non ci sono sufficienti elementi per poter affermare che la Capitale italiana della cultura possa essere un fattore positivo o meno. Guardando all’idea “madre”, vale a dire la Capitale europea della cultura, si può affermare che, in alcuni casi, tale meccanismo abbia generato importante valore aggiunto per la città designata, mentre in altre occasioni tale elezione si è tradotta in un po’ di comunicazione, qualche investimento in eventi e poco più.
Nel caso di Procida, i rischi che l’isola può correre, tuttavia, sono di differente natura, e sono dei rischi che bisogna assolutamente tenere in considerazione: perché, a differenza delle altre città, qui non c’è solo il rischio che la Capitale italiana della cultura possa essere un flop (rischio tutto sommato sostenibile). Il rischio peggiore è, infatti, paradossalmente, che Procida abbia successo. O, meglio detto, che abbia un successo non ben governato”.
Nelle ultime ore a rimarcare una serie di cose ancora de definire ci ha pensato l’ex assessore Peppe Giaquinto:
«Agostino Ingenito, Presidente Nazionale Abbac che raccoglie le strutture extralberghiere del territorio italiano nonchè Responsabile di GuestItaly, sulla sua pagina facebook ricorda che quando a Procida non si parlava ancora di Capitale della Cultura si organizzavano al Comune seminari di formazione per i cittadini e gli operatori turistici nel rispetto di normative e di sana accoglienza.
“Sono a Procida – dice Agostino – con altri esperti di turismo e di promozione turistica e con gli amici dell’amministrazione comunale e gli operatori territoriali, amici ritrovati e nuove conoscenze, per condividere un progetto di valorizzazione turistica dell’isola. Procida può giocare un ruolo importante nel mercato turistico salvaguardando identità e innovando alcuni processi.” Eravamo tra il 2014 e il 2015.
Ringrazio Agostino e dico che, ancora oggi, alla vigilia dell’inaugurazione di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022, non è stato ancora creato quel “sistema territoriale turistico” necessario per mettere assieme tutte le risorse del territorio. Non è stato creato ancora un unico contenitore per promuovere tutti assieme le risorse di ricettività, ristorazione, tempo libero, artigianato dell’isola. Non è stato creato un centro unico di prenotazioni che permetta di disciplinare l’afflusso sull’isola.
Non si ha notizia di una nuova disciplina degli spazi sul porto, evitando il caos visto finora.
Non si ha notizia di una presenza sul territorio della Polizia di Stato per affiancare i pochi agenti della Polizia Municipale e i pochi Carabinieri nel mantenere l’ordine pubblico e combattere ogni tipo di illegalità. Non si ha notizia di un nuovo piano di raccolta dei rifiuti che eviti lo scempio per le strade fino a tarda mattinata.
Non sappiamo quali implementazione ci sarà dei servizi sanitari e dell’emergenza sanitaria. Non sappiamo quali sacrifici verranno richiesti ai residenti e quali saranno i vantaggi per tutti e non solo per pochi.
Insomma, sappiamo solo che Procida è Capitale Italiana della Cultura 2022 e che sarà invasa da una marea di turisti. Tutto questo ci riempie di gioia ma questo non basta per creare il turismo di domani».