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Gay-Odin, uovo di Pasqua da 300 kg per Procida Capitale della Cultura 2022

DiRedazione Procida

Mar 28, 2022

Procida – Gay-Odin dedica all’isola di Procida il tradizionale uovo di Pasqua gigante. Un omaggio alla Capitale Italiana della Cultura 2022, «ad un’isola unica e bellissima, per storia, paesaggio e cultura, da sempre fonte di ispirazione per scrittori, artisti e registi di fama mondiale», afferma Marisa del Vecchio, Amministratore Delegato Gay-Odin. «Non potevamo non dedicare a Procida il nostro uovo gigante, un appuntamento tanto atteso e a cui siamo particolarmente affezionati»

L’Uovo gigante Procida 2022 riproduce sulla superficie la pittoresca veduta del borgo della Corricella, icona dell’isola nel mondo. I maestri artigiani della Fabbrica di via Vetriera hanno dipinto in punta di pennello e a piccoli colpi di sac-à-poche l’antico borgo marinaro di Procida con le sue case a grappolo vibranti di colore e il porticciolo seicentesco, le barche ormeggiate e le reti da pesca lasciate asciugare sul molo. E in lontananza l’isolotto di Vivara. Il risultato è una gouache golosa tutta da mordere che culmina con la scritta Gay-Odin racchiusa tra i tipici limoni procidani.

Come ogni anno, l’opera sarà esposta negli spazi della Fabbrica di via Vetriera a Napoli nei giorni che precedono la Pasqua (con accesso libero) e che contemporaneamente segnano l’avvio delle celebrazioni di Procida 2022.

L’uovo di cioccolato gigante è uno dei prodotti simbolo più attesi della Pasqua di Gay-Odin: è un’opera d’arte alta due metri per oltre 300kg di peso e viene realizzata a mano dagli artigiani della storica Fabbrica con le migliori materie prime, cacao criollo e bacche di provenienza centro-americana.

Ogni anno l’uovo viene dedicato ad un personaggio, ad un luogo o ad un evento particolarmente significativo: nel 2021 fu dedicato a Dante Alighieri, nel 2020, in piena pandemia, il tema scelto fu “L’Albero della Vita”, realizzato con pregiato Cioccolato Foresta come simbolo di vita e rinascita.

Negli anni hanno trovato spazio sull’uovo gigante di Gay-Odin anche tanti personaggi illustri ed eventi: da “I musei della rinascita di Napoli” il MANN diretto da Giulierini e Capodimonte gestito da Bellenger al Trofeo dell’America’s Cup, dal bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi alla celebrazione del regista e premio Oscar Paolo Sorrentino.

La storia di Gay-Odin

Gay Odin è il cioccolato di Napoli. Partiamo col dire che Gay-Odin non è solo una fabbrica di cioccolato, è una vera e propria istituzione. Tutti si ricorderanno di quella scatola blu con una riproduzione del Golfo di Napoli sul coperchio, le scatole dei cioccolatini, a Napoli, non si buttavano mai, custodivano fotografie o set da cucito.

Capirete che Gay-Odin per noi napoletani non è solo una fabbrica di cioccolato, ma è un pezzo della nostra storia. A Pasqua e a Natale, come dessert o con il caffè, nessuno osa rifiutare un “nudo” di Gay-Odin

La storia di Gay Odin si intreccia con quella di Napoli, quando a fine ‘800 il giovane Isidoro Odin partì da Alba con un biglietto di sola andata, una valigia e un bagaglio di sogni. Il cioccolatiere piemontese trovò nella città di Napoli un centro culturale di grande importanza, al pari di Londra, Parigi e Vienna e decise di aprire qui la sua attività.

Ed è così che a Chiaia nacque la prima cioccolateria di Napoli, nel luogo di passeggio di intellettuali e artisti. Un’unione perfetta quella tra Odin e Napoli, dove ben presto tutti iniziarono a parlare delle sue ricette e delle sue specialità. Il profumo di cacao tostato si diffondeva in città e inebriava i napoletani, i prodotti nati ai piedi del Vesuvio allietavano le loro passeggiate.

Odin si innamorò di Napoli e i napoletani di lui, non si stancava mai: ogni sera, dopo la chiusura, sperimentava nuove armonie tra gli ingredienti e tempi di tostatura. In poco tempo il giovane vide il suo sogno realizzarsi: creare la prima fabbrica di cioccolato della città che dava lavoro a molte persone.

Isidoro Odin e la moglie Onorina Gay lasciarono la fabbrica negli anni Sessanta alla famiglia Castaldi-Maglietta, un cambio al vertice che non venne notato dai clienti, perché sia la scelta degli ingredienti che il metodo di lavorazione restarono gli stessi di sempre.

«Le materie prime per noi sono essenziali e fondamentali».Svela la Presidente Del Vecchio. Infatti, la Gay-Odin lavora da sempre bean to bar, dal seme alla barretta, cioè importa il cacao crudo e lo trasforma, senza semilavorati. Le miscele di cacao selezionate da Gay Odin provengono esclusivamente dal centro America – Venezuela ed Equador – e dall’Africa equatoriale. Ciò conferisce al cioccolato un sapore unico e diverso rispetto a quello industriale. Qui si utilizza soprattutto il cacao della varietà “Criollo”, il migliore, che rappresenta solo il 10% del raccolto mondiale di cacao ed è quindi considerato molto pregiato

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