Pina Di Franco | La Capitaneria proibisce la bigliettazione dopo i 5 minuti precedenti la partenza
Ad una settimana ormai dalla circolare dell’Ufficio circondariale marittimo di Procida che impedisce alle biglietterie delle diverse compagnie di navigazione di emettere i biglietti a ridosso delle partenze (è consentito acquistare il titolo di viaggio solo fino a cinque minuti prima) registriamo le copiose ed infervorate proteste dei viaggiatori.
Anche se la direttiva va a richiamare di fatto una nota ampiamente diffusa (ma applicata con elasticità negli altri porti della provincia), appare come una norma ad esclusiva tutela del mercato marittimo, delle libera concorrenza tra le compagnie di navigazione, che non tiene nessun conto delle esigenze e i disagi arrecati all’utenza. In altre parole, continuano ad essere deliberatamente ignorati i ritardi cronici di alcuni mezzi (vedi le navi traghetto Caremar, in particolar modo quelle provenienti da Ischia), e non vengono tollerati i ritardi, si fa per dire, dei viaggiatori senza auto al seguito che potrebbero imbarcarsi all’ultimo minuto.
Facciamo fatica, onestamente, ad intravedervi anche una forma di tutela nei confronti dell’utenza, che ancora una volta si trova presa nel mezzo di “lotte intestine”, e non ha nessuno strumento per rivalersi nei confronti delle compagnie marittime che non effettuano regolarmente le proprie corse. Si veda, su tutte, la vicenda del “Casamicciola” della Procida Lines, che in attesa di riparazioni non ha ancora provveduto a ripristinare le proprie corse attraverso la sostituzione della nave. Così come molti viaggiatori si chiedono come mai il catamarano Isola di San Pietro della Caremar effettui regolarmente (?) solo la corsa delle 6, 40 per Napoli e misteriosamente si imbatta in un singolare peggioramento delle condizioni meteo-marine quando si tratta di fare ritorno da Napoli ed effettuare la corsa delle 8,25 per Pozzuoli. Chi risarcisce gli utenti per i notevoli ritardi accumulati quotidianamente dalle navi, veloci e non, a fronte delle ore di lavoro decurtate, dei costi di taxi e mezzi privati sostenuti per recuperare, almeno in parte, il tempo perso?
Ci si aspetta cioè che l’autorità marittima vigili a 360°, in modo da compensare la rigidità di norme che dovrebbero essere rispettate da tutti nella stessa misura, senza finire, paradossalmente, per danneggiare soltanto le categorie più deboli.