Procida – In omaggio a Procida, Capitale italiana della cultura 2022, il ciclo di presentazioni di novità editoriali della Biblioteca Nazionale di Napoli ospita oggi alle ore 16 il libro di Gea Palumbo: “Quadrilli. Le donne e la religione delle cose nell’isola di Procida e al di là dei suoi confini” (Napoli, Fioranna 2021). Dialogano con l’autrice Maria Iannotti, Paolo Giulierini, Silvio Perrella, Elisa Novi Chiavarra, Lucia Annicelli.
Insieme a loro scopriremo oltre alla bellezza dell’isola, l’antica quanto poco conosciuta tradizione dei piccoli quadri-reliquiari, che le donne nell’isola di Procida interrogavano per una sorta di profezia tutta femminile. L’appassionante lavoro di ricerca di Gea Palumbo rivela forme ed espressioni di una pratica che si perpetua nel tempo, di generazione in generazione, tra religiosità e arte, tra fede, veggenza e divinazione, dando vita a lavori a volte di significativo valore artistico o di grande abilità, ricamati in seta e oro, altre a semplici pezzi di stoffa ma che celano storie ed emozioni.
Gea Palumbo indaga le origini di questa particolare forma di devozione che coinvolge la dimensione più privata e intima della vita delle donne nell’isola, e gli aspetti della diffusione diversificata nelle varie aree del meridione, addentrandosi nel tempo e nella storia della chiesa, lambendo il ruolo che potrebbe aver avuto nel 700 Alfonso Maria de Liguori. Sfogliando le pagine indietro fino a metà seicento, tra narrazione e saggio si rivelano curiosità e verità, incontriamo le fanciulle senza dote che danno vita alle” bizzoche” e conosciamo la storia di un Rosario dialettale recitato nel Santuario della Madonna delle Grazie .
Fa da cornice alla presentazione una significativa rassegna di libri pregiati provenienti dalle raccolte della Biblioteca (a cura di Anastasia Matrisciano, Gennaro Oliva) come una “Nuoua guida de’ forastieri” del 1727 adornata di 30 bellissime figure intagliate in rame, opera di Dom. Antonio Parrino, le “Carte de’ Regni di Napoli, e di Sicilia, loro provincie, ed isole adjacenti,” fatte esattamente incidere da Antonio Bolifoni nel 1692, mappe e cartografie ottocentesche, vedute, foto, disegni e litografie, tra queste quelle ottocentesche Salvatore Fergola.
Gea Palumbo ha lavorato a questo volume indagando sull’origine e sulla diffusione di questa tradizione, collocandola in più precisi ambiti cronologici e in più larghe coordinate geografiche. Un esempio del più grande e diversificato mondo di quella religione “delle cose” che ha lentamente trasformato il cristianesimo da una religione di parole, di parabole e di promesse, in una religione fatta anche di oggetti concreti, immagini, reliquie, opere d’arte che offrissero supporto alla fede.
Utilizzati sia pur con modi diversificati in varie aree del meridione, i quadrilli costituiscono un elemento che ci permette di comprendere alcuni aspetti fondamentali non solo della devozione “femminile e popolare” ma dello stesso cristianesimo. “Quadrilli – Le donne e la religione delle cose nell’isola di Procida e al di là dei suoi confini” rivela come forse nulla più di questi oggetti riesce a farci comprendere come la fede sia stata una faticosa, continua speranza, sempre ricostruita, sempre riadattata, mai – per un grande numero di persone – perduta.