Sebastiano Cultrera – Ieri mattina. Ore 9 24 e 59 secondi è l’orario che si legge nella telecamera di controllo stradale che il Comune tiene installata al Porto. Si vede una scena di pochi secondi, con una dinamica agghiacciante: una signora viene buttata per l’aria da una macchina bianca che, a discreta velocità, arriva da via Libertà e, senza rallentare, si immette nella marina travolgendo almeno due persone, una delle quali, appunto, una donna che viene sballottata prima sul cofano della vettura, dove sbatte con la testa sul parabrezza, e poi sbalzata sulla strada verso il pontile degli aliscafi per effetto della forza centrifuga nata dalla curva larga e rapida.
La donna, apparentemente quarantenne, sembra avere subito vari traumi e, in effetti, sarà subito trasferita al locale pronto soccorso. Un’altra telecamera offre, invece, la vista dalle parti del crocifisso e mostra la dinamica della corsa della macchina bianca fino alla sua conclusione. Che avviene pochi metri più avanti, dalle parti della vicina gelateria, dove i grandi vasi (con un’anima metallica) fermano finalmente la corsa dell’auto, non prima di avere fatto un altro incidente investendo un motorino condotto da un’altra signora.
Il conducente, un procidano settantenne, che si trovava in compagnia della moglie, è uscito illeso da questa vicenda ed avrebbe riferito alle autorità di malfunzionamenti all’impianto frenante della vettura. Sono in corso accertamenti per chiarire meglio tutti gli aspetti e tutte le dinamiche dei vari successivi incidenti.
I video, nel frattempo, hanno cominciato a circolare nei cellulari degli isolani, creando sgomento e preoccupazione nei procidani. Nelle ore successive si è saputo che le prime due persone travolte e la donna sul motorio sono state tutte ospedalizzate riportando vari traumi. La situazione più seria, ma, pare, non gravissima, sembra essere quella della vittima dell’incredibile volo sul cofano della macchina. Forse (e lo speriamo con tutto il cuore) alla fine l’epilogo non sarà così tragico come le immagini raccontano. Ma, a parte la evidente perdita di controllo della macchina bianca, si può evidenziare come siano parecchie le cose che stanno fuori posto, a partire dalle due macchine in sosta davanti alla banca Credem, che ostruiscono la svolta delle macchine dopo lo stop e costringono, nella fattispecie, la signora vestita in bianco a camminare in mezzo alla strada, diventando così bersaglio della macchina bianca. La quale, naturalmente, ha la colpa di non fermarsi allo stop e di essere la causa degli incidenti, perdendo il controllo, probabilmente per inefficienza dei freni.
Ma le macchine ferme, il traffico caotico, anche e soprattutto in quel delicato posto della Marina è, purtroppo, una follia di tutti i giorni. E spesso ci viene da pensare che sia un miracolo che incidenti del genere non accadano più spesso.
Questa ordinaria follia di una circolazione indiscriminata ci deve fare pensare. Il problema non è il turismo: SI TRATTA DELLA NOSTRA INCOLUMITA’ PERSONALE. E’ folle continuare a proporre un modello di sostenibilità basato su un numero di veicoli a motore (ad idrocarburi per di più) che è superiore al numero degli abitanti. Per fare cosa? I giri sui Tozza Tozza? E a ogni tentativo di regolamentazione (di quelli di oggi e di quelli di prima) la mamma dei cretini diventa sempre più gravida di stupidaggini a difesa dell’uso indiscriminato del mezzo privato a Motore. Ieri sono andato e venuto da Roma usando: la metro dopo l’aliscafo, poi l’alta velocità per Roma e lo stesso al ritorno.
Arrivato al Beverello mia moglie mi ha telefonato e chiesto se volevo essere venuto a prendere al porto con la macchina. Finalmente ho declinato, ma non mi vanto di averlo fatto, piuttosto mi vergogno della regolarità del contrario: cioè di muovere una macchina di 5 posti con un conducente da casa al porto e ritorno per non fare, magari, cento metri in più a piedi, o per abitudine. Comunque sono arrivato al Porto e ho atteso pochissimo per un bus gratuito con molte persone ma non affollato. Sono arrivato a casa nello stesso tempo (e forse prima), come avevo risparmiato tanto tempo (per muovermi per la città di Napoli e per andare e venire da Roma) col treno e metropolitana al posto dell’auto. Che, dobbiamo imparare ad usare di meno. SIAMO GIUNTI AL LIMITE.